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LA FERRARI CHE VERRA'

DI LUIGI MARCHESE

Quarantacinque anni fa l’incisione di uno dei brani più sintomatici del cantautorato italiano, L’anno che verrà di Lucio Dalla. Un brano melodico, ben noto al grande pubblico, tanto da accompagnare, come una sorta di colonna sonora, il trapasso dal vecchio al nuovo anno durante i festeggiamenti tipici del periodo natalizio. Un brano autentico, ricco di tematiche di attualità, di una pungente disillusione che, potendola traslare al mondo sportivo, specie quello motoristico, farebbe proprio al caso della Scuderia Ferrari. La nuova stagione di Formula Uno esordirà tra poco più di un mese sul tracciato di Sakhir, in Bahrain, non prima dei test invernali in programma dal 21 e al 23 febbraio, e a tal proposito, i tifosi della rossa e gli addetti alla stampa cominciano a domandarsi di un quesito che ogni appassionato è solito chiedersi ad inizio stagione: ma che parvenza avrà la neonata di Maranello? In questo articolo, cercheremo di sviscerare le principali tematiche riguardanti il disvelamento del Progetto 676, tra gli obiettivi di stagione e il processo di ristrutturazione dell’organigramma inaugurato qualche mese fa. 

La lotta iridata? Ancora presto. Ferrari punti alle vittorie di tappa

 

Per cominciare, è forse il caso di sgombrare il campo da ogni sorta di dubbio, aspettativa o proclama scellerato, potenzialmente deleteri per il prosieguo di una stagione, soprattutto per la squadra più titolata al mondo. L’ipotesi, certamente sensazionale, avveniristica, di un ritorno al successo iridato da parte del Cavallino Rampante, nella massima categoria automobilistica da corsa, risulta, al giorno d’oggi, una chimera invincibile, una vetta insormontabile. E questo, non soltanto agl’occhi del sottoscritto. Tra gli addetti ai lavori e gli uomini della fabbrica, invero, serpeggia una convinzione alquanto disfattista: che il team di Milton Keynes, fermando lo sviluppo della monoposto RB19 nello scorso mese di luglio, abbia in serbo per la stagione ventura un’arma perfettissima, una sorta di Nautilus terreste che, emergendo dalle acque, sia capace di sommergere le mira della concorrenza in un battibaleno. Allora, proprio della concorrenza Ferrari dovrebbe cominciare a curarsi, perché team dal blasone di Mercedes o McLaren non resteranno di certo a guardare. La vittoria colta lo scorso settembre in terra singaporiana da Carlos Sainz - l’unica vittoria in stagione per la casa modenese, la sola vittoria non Red Bull nell’arco dell’intero campionato -, potrebbe fungere da modello emulativo per la competizione entrante: quando la squadra di Max Verstappen ha dimostrato di non essere della partita in quel weekend, ecco che la Ferrari è salita in cattedra sbaragliando gli avversari, e conquistando una vittoria per certi versi storica, specie per il finale al cardiopalma, con il clamoroso escamotage sul DRS ordito dal pilota madrileno. 

I festeggiamenti dopo la vittoria del GP di Singapore. ©Clive Rose/Getty Images
I festeggiamenti dopo la vittoria del GP di Singapore. ©Clive Rose/Getty Images

Una vittoria, insomma, che, a detta dello scrivente, dovrebbe far ragionare i vertici della dirigenza circa i reali obiettivi da stabilire (e raggiungere, sia chiaro) per questa stagione. La Ferrari non soltanto ha il compito, anzi il dovere, di tenere sempre alte le ambizioni all’interno della fabbrica, ma deve anche guardarsi intorno, deve anche prestare attenzione alla realtà fattuale, che dice di un distacco difficilmente colmabile da Red Bull nel breve periodo; ma dice anche di un distacco che potrebbe, invece, assottigliarsi, se non incrementarsi, ai danni della concorrenza. La Ferrari, allora, metta da parte per un attimo, almeno per una stagione, la ricerca di una gloria derivante dal ritrovato successo iridato dopo la bellezza di circa un ventennio, e punti alle vittorie di tappa, a quei successi estemporanei che, se non coloreranno di rosso i cieli di Abu Dhabi a fine stagione, magari coloreranno di rosso i cieli italiani nelle domeniche sportive. 

Le porte girevoli. Chi lascia, chi esce, chi entra…

 

Sul fronte delle risorse umane, invece, la squadra modenese ha esposto da qualche mese un cartello ben chiaro: «Lavori in corso». Si respira, infatti, un’aria non dico nuova in quel di Maranello, ché ogni anno pare sempre di esser vicini al trionfo per poi scoprirsi a raccattare cocci d’auto nel fiasco di una stagione, ma un’aria genuina, sinceramente propositiva, che io dico da «rifacimento interni». Un lavoro di ristrutturazione, dunque, dalle fondamenta ai pinnacoli, cominciato nel novembre 2022 con lo smantellamento della gestione targata Mattia Binotto, durata ben quattro anni e certamente pregna di insuccessi. Un lavoro continuativo, poi, non soltanto nel proclama di una nuovissima gestione, adesso targata Frédéric Vasseur, ma anche nella dissociazione da figure non propriamente adeguate come avvenuto per Laurent Mekies (Sporting and Racing Director in Ferrari), ora in forza presso la scuderia AlphaTauri, e per David Sanchez (Head of Vehicle Concept in Ferrari), ora in forza presso la scuderia McLaren. Un lavoro, insomma, ambizioso, senz’altro complicato, specie se il tentativo è quello di rimpolpare le mura della GeS di valenti ingegneri e personale qualificato, portatori di un «Know-How» sin d’ora sconosciuto per Ferrari e i suoi uomini, ben rappresentato da un profilo come quello di Loïc Serra, direttore della Performance per il team Mercedes e specialista nell’interazione fra telaio e pneumatici, deputato a vestire il rosso del Cavallino soltanto a partire dalla stagione 2025. Un parco ingegneri che va gestito con lungimiranza e umiltà, di cui va tenuto conto non soltanto delle entrate – a riguardo, Vasseur ha sempre fatto intendere di aver intavolato una logorante opera di reclutamento, con l’approdo di figure non sempre altisonanti seppur utili alla causa -, ma anche e soprattutto delle uscite: è il caso del motorista Eric Meignan (Head of Department in Ferrari), adesso in forza presso la scuderia Alpine, e di altri due tecnici motoristi che, nello scorso mese di giugno, avrebbero accettato le avance del team Mercedes. Un lavoro, inoltre, di riassetto organizzativo, come dimostrano le recenti promozioni di Diego Ioverno (adesso Sporting Director) e di Enrico Cardile (adesso Technical Director Chassis and Aerodynamics), e come dimostra l’allontanamento dal progetto Formula Uno della ben nota figura di Inaki Rueda (ex Head of Strategy and Sporting), che continuerà a frequentare l’orbita Ferrari sotto un’altra veste. Si registra, infine, un cambio al vertice della guida FDA (Ferrari Driver Academy), con la nomina di direttore per il sessantenne Jock Clear (attualmente Senior Performance Engineer) e l’abbandono del proprio ruolo di Marco Matassa, che gestiva la scuola di giovani piloti dal lontano 2018. Quanto a Simone Resta, di ritorno dall’esperienza in Haas, la reintegrazione in GeS non è poi così scontata: dovrà cercarsi altri lidi, magari italiani, come quello di Faenza. 

Il progetto 676, la presentazione. E sui rinnovi dei piloti…

 

A conclusione, alcune informazioni riguardanti la neonata modenese e le negoziazioni relative ai rinnovi contrattuali della coppia di piloti. Il disvelamento del Progetto 676 (codice interno), che presumibilmente avrà nome di battesimo nella sigla SF-24, andrà in scena in quel di Maranello il giorno 13 febbraio. A riguardo, Vasseur non si è detto scaramantico, bensì riservato: la presentazione, infatti, stando alle ultime indiscrezioni, sarà più «sobria e asciutta», in rottura con le tradizioni del passato, al cospetto di pochissimi ospiti e in modalità telematica. Una presentazione, dunque, senza effusioni particolari, più british, volta, forse, a camuffare il reale potenziale della monoposto, o semplicemente ad evitare le brutte figure dell’anno passato – il ricordo va al proclama disgraziato del CEO Ferrari, Benedetto Vigna, che sentenziò di una «monoposto senza precedenti in termini di velocità». E successivo al disvelamento, poi, sarà lo shakedown, con la monoposto che muoverà i suoi primi passi (circa 15 Km) sul tracciato di Fiorano. Il filming day (quest’anno di 200 Km) a distanza di qualche giorno. Quanto ai rinnovi contrattuali, invece, la situazione pare non sgarbugliarsi. Dalle ultime notizie, sul rinnovo di Charles Leclerc non ci sarebbero problemi: per il monegasco è previsto ancora un lungo rinnovo, di almeno tre anni, con opzione aggiuntiva di uno o due anni. Al contrario, sul rinnovo di Carlos Sainz sarebbero sorti dei problemi, con uno stallo che andrà senz’altro risolto prima dell’inizio di stagione.

La locandina di promemoria. ©Scuderia Ferrari
La locandina di promemoria. ©Scuderia Ferrari

Fu proprio il Team Principal della Ferrari, Frédéric Vasseur, a fomentare i sogni e le speranze dei tifosi dopo il Gran Premio del Canada dello scorso anno, forse uno dei pochi weekend positivi della tanto odiata SF-23. Ai microfoni dei media, infatti, il transalpino dichiarò: «Abbiamo scelto di non fare rumore, ma faremo rumore. Presto saprete chi arriverà». L’augurio indefesso, dunque, è che la Ferrari possa tornare ai fasti di un tempo, a fare davvero tanto rumore. Sperando non si tratti, ancora una volta, del solito rumore sordo. 

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