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VELOCI COME ERMES

DI ANGELIKA PELUSO

Si è conclusa appena qualche giorno fa la 74esima stagione della massima categoria automobilistica a ruote scoperte, la Formula 1, che ci ha regalato degli spettacoli di diverse nature: mentre a centro gruppo avevamo delle battaglie super serrate fra i vari team, abbiamo potuto vedere un altro tipo di spettacolo, ovvero quello attuato dalla RedBull Racing.

La squadra austriaca nata nel 2005 dalle ceneri della Jaguar Racing, arriva ad inizio stagione con una grandissima tranquillità poiché l'anno precedente era stato totalmente dominato da loro stessi (riuscendo a portare a casa il titolo costruttori già dalla tappa texana nel circuito del COTA e il titolo piloti nel circuito giapponese di suzuka), quindi le preoccupazioni di una possibile rimonta di un altro team era pressoché difficile, e così in effetti è stato: con la McLaren e la Mercedes con macchine evidentemente in difficoltà e con la Ferrari con molti problemi di affidabilità la strada per il successo del team austriaco era spianata, consentendo così un avvio di stagione perfetto con la super vittoria di Max Verstappen e con Sergio Perez secondo, doppietta che si ripeterà poi, ma in maniera inversa nel GP successivo, quello dell'Arabia Saudita.

Max Verstappen torna al successo nel GP di Melbourne, gara piena di incredibili colpi di scena e ritiri, fra cui la grandissima bagarre della seconda ripartenza, dove vediamo l'incidente fra le due alpine e con la vettura di Sargeant che va a colpire l'Alpha Tauri di Nyck De Vries. Tutti questi contatti fanno finire la gara sotto il regime di Safety Car.

Arriviamo a Baku dove vediamo un piccolo spiraglio di luce per la Ferrari con la bella pole di Charles Leclerc, resa poi purtroppo vana dalla potenza delle due RedBull che finiscono entrambe davanti al pilota monegasco, con la seconda ed ultima vittoria in stagione per Sergio Perez. Dal Gran Premio di Miami inizia la lunghissima striscia di vittorie per Max Verstapen dettate dalla perfezione e dalla calma glaciale del pilota Olandese, che porta a casa tutte le tappe Europee arrivando a ben 10 vittorie consecutive, superando il record segnato sempre con il team austriaco ma nella spettacolare stagione 2013 da Sebastian Vettel, striscia di vittorie che però si interrompe a Singapore.

SINGAPORE: LA MACCHIA NERA

 

Il Gran Premio dello stato di Singapore a Marina Bay è stata una vera è propria macchia nera su un telo bianco nella stagione della RedBull.

Il circuito cittadino di Marina Bay è sempre stato come un luogo maledetto per Max Verstappen che riuscì a guadagnare come posizione più alta un secondo posto nella stagione 2018, ma si pensava che con una macchina ed una forma così perfetta avrebbe potuto sbaragliare la classifica con una vittoria alla quale tutti eravamo ormai abituati, ma così non fù.

Il weekend parte con delle prove libere deludenti da parte di entrambi i piloti della RedBull, che non riescono a posizionarsi con buoni risultati (risultato migliore il terzo posto di Max Verstappen nelle seconde prove libere), arrivando così alle qualifiche con aspettative basse che poi furono infatti rispettate con la doppia eliminazione in Q2 durante le Qualifiche, con un 13esimo tempo per Sergio Perez e con l'11esimo tempo di Max Verstappen, che manca la Q3 per 7 millesimi sul pilota neozelandese Liam Lawson.

La gara, come da pronosticato, è resa difficile dalle strade strette del circuito che non aiutano i sorpassi in pista, ma comunque di forza le due vetture del team austriaco riescono a salire di qualche posizione piazzandosi la numero uno quinta e la numero undici ottava, segnando così l'unica gara della stagione non vinta dalla RedBull ma dalla Ferrari di Carlos Sainz.

La stagione va avanti con altre grandissime vittorie di Max Verstappen e nella gara successiva arriva il coronamento del titolo costruttori, secondo consecutivo, e passano alla storia per esser stati il primo team a vincere con sei gare d'anticipo. Nella gara successiva, quella del Qatar, Max Verstappen riesce a guadagnare il suo terzo titolo mondiale durante la gara Sprint del sabato, e con quel titolo vinto, inaugura un casco speciale che poi userà fino alla fine della stagione, casco che lo porterà fino all'ultima gara sul gradino più alto del podio.

PARENTESI ALPHA TAURI

 

L'Alpha Tauri, team con sede a Faenza, viene usato come team secondario della RedBull. Il team di origini italiane nato dalle ceneri del famosissimo team Minardi, ha subito numerosi cambiamenti di nome, partendo dal 2006 con il nome “Toro Rosso”, arrivando fino a quest'anno con il nome attuale, che nella prossima stagione subirà nuovamente un cambiamento, ma ancora non è ben chiaro il nome che verrà utilizzato.

Il team italiano quest'anno non ha navigato sicuramente in buone acque, anzi, ha avuto parecchie difficoltà, a partire dalla gestione dei piloti fino ad arrivare a problematiche legate alla macchina. Già da qualche anno erano iniziati piccoli problemi e prestazioni scarse a causa di affidabilità scadente poiché il team maggiore ha iniziato sempre di più a concentrarsi sul proprio progetto, un po' accantonando quello del team minore, uno dei tanti segnali di questo cambiamento è sicuramente il fattore dei punti finali in classifica, che seppur il team navigasse sempre nelle posizioni di bassa classifica, non prendeva così pochi punti dal 2010, stagione in cui il team disponeva ancora di motore Ferrari e utilizzava le gomme Bridgestone. Questa stagione  ha visto uno dei colpi di scena più grandi avvenire proprio all'interno di questa squadra: la dipartita dell'olandese Nyck De Vries, che a seguito del GP di Silverstone, a solo 10 gare dall'inizio della stagione, viene rimpiazzato da Daniel Ricciardo, pilota australiano non estraneo nel panorama della squadra, infatti ha corso per quel team nel 2012 e nel 2013. Il team di Faenza, che non ha fatto neanche un post o comunicato di saluti e ringraziamenti sui social verso il pilota olandese, si ritrova con un grosso problema fra le mani nella tappa di casa del pilota che avevano buttato fuori fino a poche gare prima: durante le FP2 di Zandvoort, Daniel Ricciardo pur di non prendere la vettura del compatriota, Oscar Piastri, che si era girato poco prima davanti a lui in curva, decide in una frazione di secondo di puntare verso le barriere, però non togliendo le mani dal volante, fratturandosi così il polso, dovendo saltare diverse gare. Il problema adesso era uno: è venerdì sera, abbiamo un solo pilota e dobbiamo ancora fare l'ultima prova libera, qualifiche e gara, chi possiamo prendere? Per grandissima fortuna del team italiano, Liam Lawson, dell'academy RedBull, era già lì a Zandvoort per guardare la gara dal box della propria squadra, quindi era il pilota perfetto per questo caso, infatti sostituì perfettamente il pilota australiano fino al GP del COTA, dove Daniel Ricciardo tornò al volante.

La RedBull con 113 vittorie, 6 titoli costruttori e 7 campionati piloti è entrata ufficialmente in uno dei team vincenti più forti di sempre, club a cui appartengono la Ferrari, la Williams, la Mercedes e la McLaren, e chissà per quanto tempo ancora vedremo il team austriaco vincere e dominare in questa categoria, squadra talmente forte sotto ogni aspetto: fisico, mentale ingegneristico che potrebbe essere definita anche dalla mitologia greca, veloci come il dio Ermes, che porta le ali ai piedi per andare più veloce della luce.

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