LA GRAVE ESALTAZIONE EROICA DELLE DIFFICOLTA'

DI LAURA PIRAS

Siamo stati testimoni oculari di un gran premio che ha avuto connotati molto scioccanti, siamo stati testimoni di una realtà che avevamo dimenticato, dove i piloti andando oltre i propri limiti, mettono a repentaglio la loro vita, più del dovuto.

Domenica siamo stati testimoni di una gara che ha messo a dura prova il fisico e anche la mente dei nostri 19 beniamini e oggi, 4 giorni dopo, ancora ne parliamo e ne discutiamo.

 

Temperature elevate, umidità infernali, malori improvvisi, parziali svenimenti e condizioni fisiche al limite...ecco quali sono stati gli ingredienti principali dello spettacolo che il circuito di Losail ci ha gentilmente donato.

 

Molti piloti sono stati affetti da parecchi disturbi e sono stati al centro di episodi veramente poco gradevoli: Esteban Ocon al giro 15 ha rimesso dentro il casco e ha convissuto con il suo stesso vomito per tutto il gran premio. Alexander Albon e Lance Stroll hanno avuto complicanze sia durante la gara che nel post gp, mostrando tutta la loro debolezza fisica. 

Albon ha avuto serie difficoltà ad alzarsi dalla vettura e, grazie al grandissimo aiuto degli ingegneri Alfa Romeo, è riuscito a trovare una via d'uscita dall'abitacolo.

Stroll, fuori dalla sua AMR23, si è trascinando, quasi svenendo, verso l'ambulanza posta, fortunatamente, vicino la sua vettura. 

 

Non tralasciamo ovviamente ciò che è avvenuto durante la gara con lo stesso Lance, protagonista di alcuni episodi davvero preoccupanti di svenimento, e piloti che cercavano refrigerio, compiendo atti non al massimo della sicurezza. 

 

Lo spettacolo, se così si può definire, è stato di poco gusto, pericoloso e decisamente raccapricciante con i nostri piloti che hanno rischiato come non mai per adempire al loro compito. 

 

C'è chi ha definito i piloti attuali poco allenati fisicamente ma a cancellare questa convinzione è stato proprio Leclerc che dopo il gran premio ha affermato che: "Abbiamo fatto molta più fatica del previsto, soprattutto in gara. A livello muscolare non abbiamo concluso stanchi, ma è stata la disidratazione ad essere il vero problema. In gara si suda davvero tanto, quindi la vista diventa annebbiata, specialmente verso fine gara. Poi, aggiungendo le alte velocità e la forza G, anche i riflessi ne risentono. Questo rende tutto molto più difficile e stancante".

 

I piloti affrontano, egregiamente, già situazioni molto simili, basti pensare alle condizioni climatiche, sempre molto ostiche del Gran Premio di Singapore, dove il fisico viene messo a dura prova, anche a causa di un layout molto impegnativo.

Ma sul circuito di Marina Bay non sono mai nate tale problematiche, mentre a Losail il film che abbiamo visto è stato parecchio terrificante, anche perchè logisticamente parlando, il circuito, non doveva essere inserito proprio nel mese di ottobre, quando temperature ed umidità sono ancora decisamente matrigne. 

 

A confermare tale punto è stato, il giovane talento di casa Mclaren, Oscar Piastri che ha ribadito che il caldo e l'umidità hanno messo a dura prova il fisico dei nostri beniamini.

 

Ecco cosa ha detto il numero 81 ai microfoni di Sky F1 Italia: "È stata la gara più difficile di tutte dal punto di vista fisico, anche più di Singapore. Ho iniziato ad essere in difficoltà già intorno al giro venti o venticinque: ho iniziato a non vedere più le altre macchine. Era complicato trovare il ritmo e in quelle condizioni i giri sembravano durare il doppio"

 

Da questo fine settimana siamo usciti particolarmente scontenti e polemici e abbiamo riflettuto tantissimo su possibili soluzioni, perchè certe dinamiche non dovranno ripresentarsi mai più.

 

Ma a differenza della maggior parte di noi, perchè c'è chi non ha avuto reazioni negative allo svolgimento del week-end, c'è chi è rimasto decisamente soddisfatto dello spettacolo offerto. 

 

Stiamo parlando di Stefano Domenicali CEO e Presidente della Formula 1 che ai microfoni di Sky Sport F1 Italia, non solo ha lodato i piloti riconoscendone il proprio coraggio, ma ha osannato il Qatar, dando solamente feedback positivi a questa tappa. 

"I piloti sono sempre degli eroi. Ce ne sono solamente venti in tutto il mondo, ed è chiaro che le condizioni in Qatar siano state estreme, era tanto tempo che non succedevano queste cose. Il concetto di avere una Formula 1 che combatte fino alla fine è però esaltante, e resta epico sempre. Losail ha messo ancor più in evidenza che sono tutti dei ragazzi straordinari, capaci di dare il massimo anche in condizioni proibitive. Dal punto di vista commerciale avere un partner come il Qatar, che utilizzerà la Formula 1 per sviluppare, è molto importante, e ci permetterà di promuovere ancora meglio il nostro prodotto a nuovi clienti e nuovi tifosi".

Mentre Domenicali propone una grave esaltazione eroica delle difficoltà la Federazione Internazionale sembra aver preso una strada opposta, molto più vicina agli interessi primari dei nostri piloti, e, poche ore dopo la fine delle ostilità sportive, la stessa ha rilasciato il seguente comunicato, dove si evince una posizione netta e decisa. 

 

"La FIA ha riconosciuto con preoccupazione che le alte temperature e l'umidità estrema riscontrate durante il Gran Premio del Qatar hanno avuto un impatto sulla salute dei piloti. Pur essendo atleti di primissimo ordine, non ci si dovrebbe aspettare che competano in condizioni che potrebbero mettere a repentaglio la loro salute o la sicurezza. Il funzionamento sicuro delle monoposto è in ogni momento responsabilità dei concorrenti, tuttavia, come per altre questioni relative alla voce «sicurezza», la FIA adotterà tutte le misure necessarie per stabilire e comunicare parametri accettabili nei quali è possibile correre".

"Di conseguenza - prosegue il comunicato - la FIA conferma che si sta lavorando per definire delle linee guida relative al possibile svolgimento delle corse in scenari meteorologici estremi in futuro".

 

Mentre dalla Federazione abbiamo avuto una reazione ragionevole e decisa riguardo egli eventi accaduti in occasione del gran premio del Qatar, Domenicali ci ha trasmesso solo esclusivamente un commento che viene direttamente dalla pancia, un feedback di una persona che attualmente, secondo il mio punto di vista, non rappresenta al meglio lo spirito sportivo dello sport che tanto amiamo. 

 

Con questo non voglio dire che i nostri piloti debbano fermarsi al compitino e basta. Credo che a noi appassionati piacciano piloti caparbi e determinati e non maggiordomi ma ritengo, fortemente, che tutti dovremmo essere uniti nel volere uno spettacolo che tuteli la salute, la sicurezza e la vita di chi si cala nelle monoposto. 

E invece nei piani alti della massima serie motoristica si evince una spaccatura che fa presagire un contrasto FIA e LM.

 

Domenicali ha espresso un parere che reputo totalmente fuori luogo, segno di poca empatia verso chi corre e di una pessima propensione a calarsi nei panni degli altri. Credo che il CEO della F1 dovrebbe capire, una volta per tutte, quale sia la linea, a mio avviso abbastanza decisa e spessa, di demarcazione fra stanchezza e disagio fisico perchè quest'ultimo può essere genesi di situazioni pericolose che uno sport come la formula 1 non può permettersi. 

 

La sicurezza deve essere messa sempre al primo posto, prima di ogni eroismo, prima di ogni logica di mercato e prima di ogni ricerca dello spettacolo. Lo dobbiamo anche a quei piloti che ci hanno lasciato e a tutti coloro che ora dedicano la loro vita al motosport.

 

La formula 1 ha fatto grandi passi avanti negli ultimi decenni per ridurre i rischi di questo sport: sono state modificate procedure, sono state apportate migliorie a molti protocolli ma, in questi ultimi tempi, almeno per quanto mi riguarda, si ha la netta sensazione che si stia mollando la presa e che non si stia investendo adeguatamente per non abbassare la guardia. 

 

Vuoi per scelte scellerate, vuoi per dichiarazioni spiazzanti, la F1 si sta allontanando di gran carriera dal concetto di Sport che crea il divertimento in sicurezza, andando verso un mondo che ti da una visibilità effimera, a cui mancano fondamenta solide e durature. 

 

La formula 1 non dovrebbe mai dimenticare chi è, non dovrebbe mai perdere la propria identità e non dovrebbe mai perdere il focus su ciò che è davvero importante. 

 

Motosport is dangerous, e su questo siamo tutti d'accordo, ma non dovremmo mai superare certi limiti, perchè non si può tornare indietro, non si può cliccare su ipotetico tasto Rewind totalmente inesistente, ricordando che spesso e volentieri ciò che perdiamo rimarrà nel passato, senza poterlo più recuperare. 

 

 

 

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