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OLTRE OGNI LIMITE

DI LAURA PIRAS E SIRIA FAMULARI

Il fine settimana, che si è appena concluso, ci ha lasciato talmente tanti spunti di riflessione che abbiamo veramente l'imbarazzo della scelta.

Fra track limits (un'altra volta?...ma non ci dovevamo vedere più?), cordoli mangia-gomme, condizioni climatiche particolarmente impegnative a livello fisico, regole del gioco cambiate, un'altra volta, in corso e un post gara particolarmente difficile per i nostri piloti, il deserto del Qatar, oltre alla tanta sabbia, ci ha portato nel mondo del caos, dove a farla da padrone è solamente il malcontento, dove si è andati veramente OLTRE OGNI LIMITE

 

La gara del Qatar, non sarà ricordata solo per il terzo titolo mondiale di Max Verstappen, ma per esser stata l'ennesima prova mondiale caratterizzata da situazioni assurde e da avvenimenti che hanno portato un po' di scompiglio.

 

Ma la formula 1 non è nuova a fare figuracce in giro per il mondo: come dimenticare Spa due anni fa, Suzuka l'anno scorso ed Austria di quest'anno con la vicenda track limits.

 

E anche in Qatar il motosport non è stato da meno. Perchè dovrebbe perdere lo status di CIRCO? 

 

Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di analizzare ciò che è successo, perchè, per capire il grado di disordine di questo fine settimana bisogna in realtà fare ordine. Partiremo da lontano e da come si sono gestite certe dinamiche prima dell'arrivo della F1 in Qatar, settimana scorsa. 

 

 

Per mantenere la permanenza nel calendario del mondiale di F1, gli organizzatori del gran premio del Qatar hanno dovuto apportare delle modifiche al tracciato durante gli ultimi anni: il manto stradale è stato riasfaltato e sono state effettuate variazioni sui cordoli.

 

Ma, e cominciamo subito con le note dolenti, a differenza del 2021 (Vittoria di Hamilton per la cronaca), prima e unica volta in cui si è disputato il gran premio in questa terra, si è deciso di inserire, proprio in Qatar, il format della Sprint, scelta molto discutibile visto che, con una sola prova libera a disposizione, le squadre e la commissione di gara non hanno avuto tanto tempo per sincerarsi effettivamente che tutto fosse perfettamente in ordine con i diktat (non sempre rispettati) della sicurezza, che dovrebbero essere focus centrale della massima serie motoristica. 

 

Ricordiamo che, in occasione del format sprint, i team devono fidarsi solo esclusivamente dei dati in loro possesso e molto spesso quei feedback informatici non si rivelano essere veritieri.

Aggiungiamo che con una sola free practice è sempre difficile trovare il bando della matassa e ricorrere ai ripari nel caso di simulazioni sbagliate.

 

Inoltre un altro focus interessante da appuntarci in questa analisi è che durante questo fine settimana non abbiamo avuto categorie a supporto quindi non si è avuta un'evoluzione del tracciato tale da permettere agli stessi piloti di avere traiettorie più gommate e quindi più grip nel complesso. (E cosa non di secondo piano la pista era sporca, con molta sabbia a dipingerne il layout, talmente tanto che sembravamo essere nel film Prince of Persia...)

 

I team, durante questo fine settimana, hanno incontrato di nuovo, sin dalla qualifica del venerdì, una dinamica molto fastidiosa che in passato già ha creato qualche grattacapo: i track limits.

 

Nella qualifica del 6 ottobre, valida per la domenica dell'8 ottobre, si sono calcolate 22 violazioni dei track limits con i due piloti Mclaren, Norris e Piastri, penalizzati a fine del Q3, nel corso della Sprint Shootout furono cancellati 31 crono, nella Sprint si sono segnalati 23 giri eliminati e invece in occasione della gara di domenica si sono toccate le 51 infrazioni. 

 

Ovviamente sono regole e vanno decisamente rispettate ma, secondo il nostro punto di vista, potremmo anche cancellare questa legge apportando soluzioni decisamente più consone allo spirito dello sport. (Tipo mettere la ghiaia o la sabbia, tanto in Qatar non manca)

 

Se da una parte i track limits diventavano il fulcro narrativo del week-end, dall'altra si faceva sempre più piede un'altra problematica, decisamente più seria.

 

Dopo la qualifica del venerdì sera la Pirelli, controllando minuziosamente i pneumatici usati dalle squadre, ha trovato sugli stessi molte lesioni causate dai cordoli. (riscontrate al microscopio)

 

Come detto nella prima parte dell'articolo, i cordoli sono stati modificati, per rispettare gli standard voluti dalla Fia.

Il problema che si è evinto non è tanto riconducibile alla forma di tali strutture quanto al tempo di percorrenza delle vetture sulle stesse ad alte velocità.

 

Osservati tali danni ovviamente si è dovuto trovare una soluzione nell'immediato: inizialmente sono state modificate curva 12 e curva 13, accorciando la traiettoria stessa.

 

Ma il monito è stato sin subito chiaro: se questa soluzione non avrebbe prodotto effetti positivi bisognerà introdurre nuove tattiche per porre rimedio a tale criticità. A questo punto la Fia ha dato alle squadre la possibilità di avere 10 minuti di prove libere per familiarizzare al meglio con le nuova traiettoria prima della Sprint Shootout. 

 

Dopo la Sprint del sabato sera, la Pirelli ha effettuato nuove analisi e, dati alla mano, la FIA ha deciso di imporre un massimo di 18 giri per ciascun set di gomme durante la gara di domenica, con 3 pit stop obbligatori per tutti. 

Chi non avrebbe aderito a queste regole, superando i 18 giri in un solo stint o non rispettando il minimo di 3 pit stop, avrebbe ricevuto la bandiera nera e la conseguente squalifica.

 

Così facendo non abbiamo avuto strategie libere, ma decisamente pre-impostate dall'alto. (Per la sicurezza questo e altro ma per il futuro non vorremmo che davvero l'introduzione di quella regola diventasse abitudine). 

 

 

 

Arriviamo alla gara di domenica, ultima sessione del fine settimana.

 

Pensavamo che tutto potesse filare liscio come l'olio e che il peggio oramai fosse passato, come un brutto ricordo da scrollarsi di dosso, ma ahimè non è stato così. 

 

Nella calda e umida notte qatariota è andato in scena l'ultimo atto di questa tragedia shakesperiana, forse il più ansiogeno degli atti finora incontrati. 

 

La gara in sè per sè non è stata ricca di spunti (a parte l'incidente iniziale fra Lewis e George e la corsa arrembante delle due Mclaren, sempre più in forma), ma si sono aperti scenari veramente preoccupanti con momenti davvero ricchi di preoccupazioni e tensioni davvero molto intense.

 

Protagonisti di questo teatro degli orrori non sono particolari tecnici ma malori e scene davvero terribili in cui abbiamo avuto francamente il timore che potesse succedere qualcosa di veramente grave da un momento all'altro. 

 

Sin dai primi giri alcuni piloti hanno cominciato a non sentirsi bene e hanno mostrato il loro malessere in modi diversi fra loro: Sargeant, reduce da una brutta influenza, si è dovuto ritirare, sventolando bandiera bianca. Tornato ai box l'americano ha avuto molteplici difficoltà ad uscire dalla sua monoposto e grazie ai suoi meccanici, è balzato fuori dall'abitacolo, andando a cercare riposo: scena che sinceramente non avremmo voluto vedere. A Logan, dopo attenti controlli medici, è stato diagnosticata una grave disidratazione.

(Chapeau al numero 2 di casa Williams che ha deciso di sua spontanea volontà di porre fine alla sua gara. Ci vuole coraggio per fare queste scelte ma è stato bello vedere un pilota preferire tutelare sia la sua vita che quella degli altri corridori)

 

Se l'americano ha deciso di mettere un freno alla sua agonia, ad Ocon è andata in maniera diversa: al giro 15 il pilota francese dell'Alpine ha vomitato dentro il casco e nonostante tutto ha deciso di continuare a correre, celando tutto al suo entourage. 

 

 

Alcuni piloti, come Stroll, sono quasi svenuti durante la gara, altri hanno resistito ma al termine della stessa sono collassati. Terrificante, in tal senso, il video ritraente Lance che stacca le mani dal volante con la testa molto ferma. Tale immagine suggerisce un principio di malore del pilota canadese dell'Aston Martin. E tutto questo durante la gara mentre il pilota dovrebbe essere interessato a correre piuttosto che resistere per terminare la gara in condizioni fisiche al limite della decenza.

 

A darci conferme del suo stato di salute precario è stato sempre un video che racconta il dopo la gara di Lance: si è visto chiaramente il pilota numero 18 di casa Aston uscire a fatica dalla sua AMR23, nel parc fermè, e successivamente con andatura molto claudicante, appoggiarsi ad un'ambulanza, miracolosamente vicina a lui.

 

Molti piloti, fra cui Russell e Norris, hanno provato in tutti i modi ad avere un minimo di sollievo aprendo la visiera del casco e alzando le mani dal volante, cercando, forse inutilmente, del refrigerio. 

 

Altri piloti, invece, hanno avuto palese difficoltà nel dopo gara: Albon ha avuto un colpo di calore, Verstappen, Norris e Piastri, nel retro-podio, non hanno celato la loro profonda stanchezza, tanto che non riuscivano a rimanere perfettamente eretti. (Anzi l'abbiamo visti sdraiati senza forza e con poca energia).

 

 

Per tutti è stata un'autentica tortura, talmente tanto pesante che anche i più allenati hanno avuto profondi disagi. 

Ad esempio Leclerc ha comunicato che è stata una delle sue gare più dure e complicate e che l'umidità è stata una pesante aggravante. 

 

 

 

La Federazione, a tal punto, nella giornata di ieri ha emanato un comunicato in cui ha riferito che provvederà ad effettuare le dovute analisi per far sì che non succeda più nulla di quanto abbia visto:

 

“La FIA rileva con preoccupazione che la temperatura e l’umidità estreme durante il Gran Premio del Qatar 2023 di Formula 1 hanno avuto un impatto sul benessere dei piloti. Essendo atleti d’élite, non ci si può aspettare che gareggino in condizioni che potrebbero mettere a repentaglio la loro salute o sicurezza. Il funzionamento sicuro delle vetture è, in ogni momento, responsabilità dei concorrenti, tuttavia, come per altre questioni relative alla sicurezza, quali le infrastrutture del circuito e i requisiti di sicurezza delle vetture, la FIA adotterà tutte le misure ragionevoli per stabilire e comunicare i parametri accettabili in cui si svolgono le gare“.

 

“Per questo motivo, la FIA ha avviato un’analisi della situazione in Qatar per fornire raccomandazioni per le future situazioni di condizioni meteorologiche estreme. Va notato che, sebbene l’edizione del Gran Premio del Qatar del prossimo anno sia programmata più avanti nel tempo (1 dicembre, nda), quando si prevede che le temperature saranno più basse, la FIA preferisce prendere provvedimenti concreti ora per evitare il ripetersi di questo scenario“.

 

“Una serie di misure sarà discussa nella prossima riunione della commissione medica a Parigi. Le misure potrebbero includere, tra l’altro, indicazioni per i concorrenti, ricerche su modifiche per un flusso d’aria più efficiente nell’abitacolo e raccomandazioni per modificare il calendario in modo da allinearlo a condizioni climatiche accettabili. Le ricerche condotte in altre serie, come gli eventi di cross country in climi estremi, saranno esaminate per le potenziali applicazioni agli eventi in circuito. L’impegno della FIA per una più stretta collaborazione tra i dipartimenti tecnici, di sicurezza e medici sotto la guida del Presidente della FIA faciliterà questo processo“.

LE NOSTRE VALUTAZIONI:

 

 

Quello che è successo in Qatar con la F1 non è un bel vedere. Tutto è sembrato tratto da un film

apocalittico e tutto questo nel 2023 potrebbe essere evitato.

 

Qualcuno dice: ‘succedeva anche nella formula uno del passato’, come ha recitato Martin Brundle via Twitter.

Non si possono mettere a paragone la formula uno del passato e del presente, soprattutto adesso che il progresso scientifico e tecnologico ha fatto passi da gigante! Perché mettere l’incolumità dei piloti dopo il divertimento ed i soldi?

Uno sport deve essere divertente tanto per chi lo guarda che per chi lo fa. E’ passione, non gioco al massacro! Ma oggi si può scegliere in quale pista andare e in che momento della stagione soprattutto. E senza spingere i piloti a

quei limiti, perché alla fine diventa pericoloso.

 

Ciò che ci fa rimanere un po’ perplesse è che la federazione parla sempre di sicurezza, un po’ però a

piacere loro e senza un coerenza.

 

Perché danno una multa di 50.000 euro a Lewis Hamilton per aver attraversato la pista a gara in corso, e qui ovviamente se c’è nel regolamento, la multa va data. Però corriamo in Qatar e mettono obbligatori 3 pit stop anche per una questione di sicurezza per i cordoli e gli pneumatici: fanno correre poi i piloti in quelle condizioni così estreme, da portarli anche nel rettilineo a togliere le mani dal volante, come Norris e Russell, per cercare aria fresca, con il rischio di svenire, da un momento all’altro a 300km/h, come Stroll o Sargeant, e diventando così un pericolo non solo per loro stessi ma anche per gli altri piloti in pista. E quindi di quale sicurezza parliamo esattamente?

Delle soluzioni in realtà ci sono, se si pensa alla sicurezza. Speriamo che la FIA possa prendere dei veri

provvedimenti e agire in maniera diversa per le prossime volte, perchè si è andati, un'altra volta, OLTRE OGNI LIMITE. 

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