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UN MONDIALE DI SABATO, UNA PRIMA VOLTA?

DI MARCO TERRAGNI

All’alba del gp del Qatar la Formula 1 sta per incoronare Max Verstappen come campione del mondo, con la quasi certezza per l’olandese di conquistare qui il suo terzo titolo consecutivo, raggiungendo a quota tre campionati conquistati piloti del calibro di Ayrton Senna, Niki Lauda, Jack Brabham, Jackie Stewart e Nelson Piquet.

La particolarità dell’avvenimento è che non solo il titolo verrà assegnato in Qatar, il quale è solamente al secondo appuntamento nel circus della F1 dopo l’edizione del 2021(avendo deciso di non disputare la corsa del 2022 per la concomitanza con i mondiali di calcio, ospitati nello stesso emirato) e che per la collocazione in calendario sembrava difficile potesse essere protagonista dell’assegnazione del mondiale. Ma la stagione 2023, una delle più dominate della storia, ha cambiato le carte in tavola permettendo di vedere già in Qatar la fine del discorso iridato.

 

Il vero passo storico è che con tutta probabilità non sarà la gara vera e propria a suggellare l’ennesimo titolo piloti made in Red Bull. Infatti è prevista in questo weekend il format sprint, e poiché a Verstappen bastano solo 3 pt per la matematica con ogni probabilità sarà proprio la gara del sabato a trasformarsi così nell’appartamento clou del weekend. 

Un avvenimento che sarà storico e che farà sicuramente contenta liberty media, la quale nel 2021 era stata grande promoter del nuovo format della gara breve. Presentate come una variante per accendere ancora di più l’interesse verso i weekend di gara, che con un calendario sempre più lungo rischiava nella visione del promoter di vedere svalutato il classico weekend. In realtà l’introduzione delle sprint è stata fatta in ottica di rimescolare le carte dei weekend e cercare in modo artificiale di creare situazioni diverse nei valori in pista, oltre che dal punto di vista commerciale vendere maggiori biglietti al sabato ed a un prezzo più alto i diritti tv, aggiungendo gare senza avere nuove località in calendario.

 

 

Un titolo assegnato al sabato non è neanche una novità, essendo accaduto già cinque volte nel corso della storia. La differenza con la situazione attuale è che però nei cinque casi precedenti cioè nel 1959 per Jack Brabham a Sebring, nel 1962 per Graham Hill in Sudafrica ad Est London, nel 1981 e 1982 a Las Vegas con protagonisti rispettivamente Nelson Piquet e Keke Rosberg e l’anno successivo sempre Piquet in Sudafrica è che, nonostante non fosse domenica, tutti questi campionati vennero comunque assegnati nel corso della gara. Infatti nei decenni precedenti non era inusuale vedere tappe del mondiale disputarsi il sabato: era così per Silverstone, che fino al 1983 ospitò le gare del mondiale di F1 sempre di sabato, così come in Sudafrica che fino al 1985 adottò la stessa politica. Particolare è il caso di Las Vegas, che ha ospitato due gare del mondiale sempre di sabato e anche quest’anno, tornando in calendario, vedrà il suo via il sabato sera, con un gp in notturna che a causa del fuso orario sarà visibile nella mattina di domenica in Europa. 

Rosberg nel gp di Las Vegas 1982, che lo consacrò campione del mondo
Rosberg nel gp di Las Vegas 1982, che lo consacrò campione del mondo

La vera novità rispetto alla giornata è che per la prima volta il titolo non è assegnato in una gara “vera”, non essendo la sprint considerata nelle statistiche come un vero gran premio.

 

Con il titolo che conquisterà in Qatar Verstappen e la sua Red Bull riuscirebbero ad ottenere anche una delle strisce record per il mondiale vinto con maggiore anticipo. Infatti vincerebbe il mondiale con cinque appuntamenti di anticipo sulla conclusione del campionato (volendo essere pignoli, con sei gare e una sprint di anticipo), un record addirittura superiore allo scorso campionato dove, anche con la sfida con Leclerc e la Ferrari riuscì a conquistare il titolo in Giappone con ancora quattro appuntamenti da gareggiare. In passato, anche per i calendari diversi (che vedevano nel mese di ottobre le ultime corse e non oltre) spesso si vedevano mondiali chiusi ad agosto, come nel 2001 quando Schumacher e Ferrari riuscirono a conquistare sia il titolo piloti che quello costruttori con quattro gare di anticipo. Mansell stesso riuscì in un impresa analoga nel 1992, sempre sul tracciato magiaro ad agosto ma conquistando il suo unico mondiale con ben 5 appuntamenti di anticipo. Il record assoluto appartiene però a Schumacher, che vinse il quinto titolo iridato addirittura a luglio, con ancora sei corse da correre nel 2002. 

Schumacher che vince il gp di Francia, e con sei gare di anticipo è iridato
Schumacher che vince il gp di Francia, e con sei gare di anticipo è iridato

La crescita del calendario ha reso possibile questo tipo di record, i quali nelle stagioni precedenti sembravano difficilmente eguagliabili a volte per la presenza di rivalità interna anche se con una macchina nettamente superiore alla concorrenza o per la presenza di più squadre in grado di vincere gare e quindi ritardare, in caso di presenza di un’auto più forte la matematica conquista dell’iride con molto anticipo ma anche di vedere duo o più team giocarsi il titolo fino alle ultime gare. Nel XXI° secolo abbiamo visto molti domini, oltre a quello Ferrari anche quello di Vettel su Red Bull capace di vincere quattro titoli consecutivi ma che solo nel 2011 vinse il titolo con molte gare d’anticipo (quattro, mentre furono tre nel 2013) ma anche Hamilton con Mercedes il quale sono nel 2019 e nel 2020 poté dire di aver dominato il campionato, vincendo il settimo titolo con tre gare d’anticipo come nel 2015.

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