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LA RIVINCITA DI MAX A SUZUKA

DI SIRIA FAMULARI

Cala il sipario sul Gran Premio del Giappone. Qui Max Verstappen taglia il traguardo e regala il sesto Mondiale costruttori alla Red Bull, zittendo tutte quelle voci su ciò che era accaduto a Singapore. Ma quali sono stati i problemi che hanno causato il calo di prestazione della vettura? Andiamo per ordine cronologico.

GP di Singapore

 

 

Sin dalle prove libere del venerdì scorso si era intravisto qualche problema. Quello che è successo è che avevano provato un nuovo floor, ma non ha funzionato perché di fatti è un assetto non adatto ad un circuito particolare come quello di Singapore. La coppia di piloti Red Bull aveva fin da subito lamentato una vettura nervosa e complessa da gestire, facendo registrare tempi poco promettenti. A causa di ciò, i meccanici della Red Bull hanno dovuto rimboccarsi le maniche, cercando di sistemare la vettura per rimontare il vecchio floor ma ci hanno lavorato solamente un’ora.  Quindi questo ha comportato un calo di prestazione. Dai debriefing erano emersi punti poco chiari a cui mancava una risposta. A cominciare da un posteriore troppo ballerino che ha pagato sia in frenata sia in fase di trazione, restituendo ai piloti una costante sensazione di andare a sbattere contro i muri di Singapore.

 

Durante il giorno delle qualifiche si era cercato quindi una soluzione, con una ricerca di carico abbassando la monoposto, ma gli ennesimi ritocchi alla vettura avevano dissestato il suo bilanciamento. Ciò ha dato vita ad  una monoposto piuttosto rigida e abbassata. Durante le qualifiche si notava che spesso la monoposto era in contatto con l’asfalto della pista e, ad ogni frenata, i piloti rischiavano di bloccare l’anteriore, uno scenario verificatosi con Verstappen già a partire dal Q1. A causo di ciò l’olandese doveva limitare la fase del tail braking per mantenere stabile la monoposto lungo i dossi. Sommato all’instabilità del retrotreno e alle sue altre conseguenze, questo ha causato l’esclusione in Q2 di entrambi i piloti.

Chiaramente i problemi risultati in qualifica si sono verificati anche durante il giorno della gara. Alle prese con le sue hard a fine vita al termine del suo primo stint, Verstappen si è lamentato via radio, spiegando che gli sembrava di guidare sul ghiaccio. Ma ha pure piovuto sul bagnato, visto che la Safety Car causata da Logan Sargeant al ventesimo giro aveva vanificato la strategia per cui aveva optato la Red Bull. A fine gara, Verstappen è riuscito a recuperare molto terreno nei confronti di un Leclerc ormai in ritirata. O così sembrava. Se Sainz non avesse tenuto un ritmo blando di proposito all’inizio della gara, mantenendo il gruppo compatto, Verstappen non sarebbe stato così vicino al termine della corsa.

 

La rivincita a Suzuka

Max Verstappen ci tiene a immediatamente a mostrare al mondo che Singapore è stata soltanto un’eccezione. Un piccolo momento di debolezza. E proprio in questo circuito torna il dominio assoluto, comandando la gara fin dal primo giro. Con la pole di Sabato e la vittoria di Domenica, Red Bull può festeggiare per il secondo anno consecutivo il titolo costruttori.

Nella giornata delle qualifiche, la Red Bull ha mostrato i denti. Max Verstappen con una sete di vendetta, dopo la parentesi di Singapore, si prende con tutte le forze la Pole Position. 

 

Un titolo vinto senza sforzi e senza rivali. ‘Questa macchina è un missile’ qualcuno dice, ed in effetti è così. Poche sbavature con una scuderia perfetta ed un super Max, che ha tenuto infatti la posizione dalla pole position fino alla bandiera a scacchi, dimostrando una superiorità impressionante. La vittoria di Verstappen a Suzuka rappresenta la sua tredicesima vittoria stagionale su sedici Gran Premi e lo avvicina ulteriormente al suo terzo titolo mondiale. 

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