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GP GIAPPONE 2023: LE PAGELLE

DI LUIGI MARCHESE

Nella terra degli origami, dei dorayaki e della cultura zen, la Red Bull torna dominante e si laurea Campione del Mondo nella classifica Costruttori per la sesta volta nella sua storia. Il due volte Campione del Mondo, Max Verstappen, conquista la sua tredicesima vittoria in stagione con una prova di forza degna di nota, abbandonando la concorrenza a circa venti secondi di distacco. Il team McLaren ottiene, invece, un doppio podio che permette loro di racimolare punti importanti e avvicinarsi ad Aston Martin, ormai dispersa nelle retrovie. Le Ferrari di Leclerc e Sainz concludono al 4° e al 6° posto, vincendo la sfida con Mercedes. Di seguito, le pagelle:

 

Max Verstappen, voto 9

L’insofferenza accumulata dopo l’insuccesso maturato al Gran Premio di Singapore di settimana scorsa trova una valvola di sfogo qui in Giappone. Armatosi di determinazione e agonismo, il Campione del Mondo olandese decide di vestire i panni di un perfetto «shōgun» (dal giapponese, titolo equivalente al grado di generale e conferito ai dittatori politici e militari che governarono il Giappone tra il 1192 e il 1868) e dominare il tracciato di Suzuka come solo pochi sanno fare: nella sessione di qualifica, infatti, rifila un distacco di oltre mezzo secondo ad Oscar Piastri, mentre in gara taglia il traguardo con un vantaggio sul duo McLaren di diciannove e trentasei secondi. E grazie alla prestazione odierna, la Red Bull si laurea Campione del Mondo nella classifica Costruttori per la sesta volta nella sua storia, con tanti «sayōnara» per  tutti quei millantatori che decantavano la fine del dominio taurino.

 

Lando Norris, voto 8

La crescita di McLaren va di pari passo con la crescita di Lando Norris. Si tratta del suo quarto podio in stagione (nelle quattro occasioni in cui è andato a podio ha sempre occupato la seconda posizione) e ci si chiede, allora, quando arriverà mai questa prima vittoria in carriera tanto agognata. Forse, con una Red Bull così dominante, bisognerà ancora aspettare un po’, ma, nel frattempo, Lando ci spera, e si fa sempre più minaccioso negli specchietti del rivale-amico, Max Verstappen.

 

Oscar Piastri, voto 7

Si tratta del primo podio in carriera per il talentuosissimo pilota australiano che, nonostante abbia palesato qualche difficoltà in termini di passo gara rispetto al compagno di squadra Norris, dimostra ancora una volta di avere tutte le carte in regola per aspirare al titolo iridato. A mancargli non è il guizzo vincente, dal momento che è riuscito, in più di una occasione, a mettersi alle spalle il compagno di squadra, bensì l’esperienza, che potrà certamente accumulare in questi mesi approfittando di una McLaren competitiva.

 

Charles Leclerc, voto 6.5

Scattato dalla quarta posizione in griglia di partenza, taglia il traguardo nella medesima posizione. Ordinaria amministrazione, dunque, su una pista non certamente favorevole per le caratteristiche della vettura modenese. Nel complesso, un buon weekend per il talento monegasco, sia in termini di velocità sul giro secco, dove torna a battere il compagno di squadra dopo tre appuntamenti non particolarmente felici, sia in termini di gestione della gara: il mezzo voto in più, infatti, è dovuto allo splendido sorpasso che, nonostante la freschezza delle sue coperture, si è dovuto inventare ai danni di Russell.

 

Lewis Hamilton e George Russell, voto 6

Di difficile interpretazione la condotta di gara da parte di Mercedes, dal momento che il team di Brackley ha optato per la lotta libera fra i suoi due alfieri, perdendo del tempo prezioso nella lotta con Ferrari. Protagonisti di ottimi sorpassi in pista, il nativo di Stevenage mantiene la posizione su Carlos Sainz grazie all’undercut studiato nel secondo stint di gara, mentre l’altro britannico tenta il tutto per tutto con una gara ad una sola sosta, senza ottenere grandi risultati. Ciò detto, il rapporto fra i due appare un po’ logoro.

 

Carlos Sainz, voto 6

Scattato dalla sesta posizione in griglia di partenza, taglia il traguardo nella medesima posizione. Anche per lui, come detto per Leclerc, si è trattato di ordinaria amministrazione. Certo, la strategia adottata nel secondo stint di gara non si è rivelata vincente (pare sia stato proprio Carlos a ritardare la sosta di qualche giro, chiedendo di non essere fermato all’undercut di Hamilton), ma tutto sommato una buona condotta di gara.

 

Fernando Alonso, voto 5.5

Si vocifera che uno dei team più colpiti dalla tanto chiacchierata TD018 sia proprio l’Aston Martin, ma, con o senza direttiva tecnica, la verdona britannica non è più la stessa già da parecchi appuntamenti. A frenare la corsa (e l’entusiasmo) dell’asturiano è soprattutto la carente velocità di punta della AMR23, che pare esser diventata una delle vetture più involute del lotto. A questo si aggiunge, poi, l’incapacità di incidere in ambito strategico da parte del muretto box, con un pit stop assai anticipato che ha messo nei guai Don Fernando. Insomma, se l’intenzione è quella di lottare per il titolo iridato, bisogna lavorare ancora parecchio.

 

Scuderia Alpine-Renault, voto 6

Concludono a punti, in nona e decima posizione, e nell’anonimato più totale, i due alfieri di casa Alpine. Tuttavia, gli animi all’interno del box francese sono piuttosto animati, come dimostrato dalle scaramucce di Pierre Gasly a fine gara. E nel frattempo, la quinta posizione nel mondiale Costruttori diventa sempre più un miraggio

 

Liam Lawson, voto 6.5

Non ci si capacita di come questo ragazzo non abbia un sedile per il prossimo anno. E infatti, proprio mentre la scuderia AlphaTauri conferma per il 2024 il tandem Ricciardo-Tsunoda, relegando Liam Lawson a pilota di riserva per entrambi i team della famiglia Red Bull, il pilota neozelandese inanella un’altra buona prestazione e si mette alle spalle il compagno di squadra davanti al pubblico giapponese. Mica male per un ragazzo di 21 anni che, soltanto un mese fa, disputava il maggior numero delle sue gare dall’altra parte del mondo.

 

Yuki Tsunoda, voto 5.5

Nel Gran Premio di casa, il buon Yuki ha cercato di incarnare lo spirito del perfetto «samurai» (dal giapponese «samurau» o «saburau», col significato di “servire”) al servizio della sua unica causa, che è la scuderia AlphaTauri. Da inizio stagione il talento di Sagamihara ha sempre fronteggiato a viso aperto i problemi tecnici di una vettura, la AT04, che stenta a decollare e non poco. Un sussulto di orgoglio pare averlo palesato qui, davanti al suo pubblico, nella sessione di qualifica, ottenendo la nona piazza in griglia di partenza (si tratta del terzo accesso in Q3 per Tsunoda su 16 totali), ma l’inspiegabile strategia di gara e una track position non ottimale lo inducono al passo del gambero. E il neo-arrivato Lawson gli finisce pure davanti.

 

Scuderia Haas-Ferrari, voto 4.5

Il voto, ancora una volta, è condiviso e mediocre. Neanche con il ritiro di due Williams, una Aston Martin, una Alfa Romeo e una Red Bull si riesce a concretizzare qualcosa di importante per la zona punti. Certo, il tamponamento di Pérez ha sicuramente invalidato la prestazione di Magnussen ma,  mettendo al paragone la stagione corrente con quella passata, si scopre che la vettura statunitense ha racimolato soltanto 12 punti dopo sedici gare, a dispetto dei 34 punti racimolati lo scorso anno dopo lo stesso intervallo di tempo. Dunque, il problema di Haas-Ferrari era davvero Mick Schumacher?

 

Scuderia Alfa Romeo-Ferrari, voto 4.5

Un disastro preannunciato dal sabato di qualifica orrendo, culminato da una doppia eliminazione in Q1. Poi, in gara, le collisioni procurate dal boscaiolo finlandese non hanno fatto altro che sancire anticipatamente la fine del weekend alfista: prima cannona l’indifeso Albon con una violenta ruotata (forse indotta dalla vettura che aveva di fianco), poi viene cannonato da Sargeant qualche giro più tardi. Zhou, invece, mai pervenuto nell’arco dell’intero fine settimana. Se l’obiettivo è crescere, ci sarà ancora tanto lavoro da fare per il Team Representative Alunni Bravi, ma, nel frattempo, ci sia concessa una battuta esemplificativa (e infelice): in questo momento, in casa Alfa Romeo, gli alunni non sono per niente bravi.

 

Scuderia Williams-Mercedes, voto 4

Anche il team di Grove si becca un’insufficienza, colpevole di una prova incolore e a tratti disastrosa. Il povero Albon, incolpevole, è vittima di un contatto al via con la monoposto di Bottas che lo induce al ritiro dopo una trentina di giri. Quanto a Sargeant, invece, la situazione si complica e non poco dal momento che si è reso protagonista dell’ennesima collisione, sia in qualifica che in gara: prima il forte impatto con le barriere in Q1, poi il contatto con la vettura di Bottas nel corso della gara. La sua permanenza in Formula Uno non è affatto scontata.

 

Lance Stroll, voto 4

Al netto del cedimento dell’ala posteriore che ha obbligato il canadese al ritiro (ecco i frutti della TD018?), è bene che Aston Martin concluda alla svelta la sua politica nepotista (se si hanno ambizioni iridate). Il gap, in termini di velocità e gestione, appare ormai incolmabile.

 

Sérgio Perez, voto 2

 

Un weekend da dilettante. Una sequela di errori madornali che descrivono perfettamente la condizione psico-fisica del messicano: la primigenia collisione con Hamilton allo stacco frizione, la conseguente sostituzione dell’ala anteriore danneggiata e l’infrazione sotto regime di SC, la prima penalità comminatagli e il tamponamento ai danni di Magnussen, la seconda sostituzione dell’ala anteriore e la seconda penalità comminatagli; poi, l’inevitabile ritiro e il clamoroso ritorno in pista. Chissà se torneremo mai ad ascoltare team radio del tipo «Oh, Checo is a legend!». 

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