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IL GIORNO CHE CAMBIO' TUTTO

DI LAURA PIRAS

Sono le 8:40 di una domenica di ottobre, l'autunno ha fatto la sua entrata in scena, portando con sè tutto il suo arsenale di atmosfere più intime e quiete.

Sono le 8:40 di una domenica che per molti è come tante altre: ci si sveglia, si fa il caffè, si sta in famiglia e ci si riposa, attendendo l'inizio della settimana. 

Ma non per tutti fu così. 

Per molti quella domenica di ottobre fu un giorno pieno di speranze, di tensioni, di sguardi ricchi di intese, di gioia e di un'estasi che trascina tutti verso un mondo ai più conosciuto. 

Per alcuni l'8 ottobre è un giorno come un altro, per altri diventerà un giorno da ricordare per sempre. 

 

Siamo a Suzuka, in uno dei circuiti più belli del mondo, dove il pilota si esalta e dove le vetture danzano come abili pattinatori.

 

Siamo nel circuito che ha la forma dell'8 o dell'infinito (dipende da quale prospettiva si sceglie di avere), siamo nel penultimo gran premio della stagione del 2000, che ancora non ha decretato il suo vincitore. 

Da una parte c'è la Mclaren di Ron Dennis e del finlandese Hakkinen, dall'altra la Ferrari di Jean Todt e del tedesco Schumacher

Da una parte un pilota che viene da due titoli mondiali piloti consecutivi, dall'altra un talento immenso reduce da anni difficili. 

 

L'atmosfera è tesa come non mai, soprattutto in casa Ferrari, dove il titolo mondiale piloti sfugge da ben 21 anni.

Un digiuno veramente troppo ampio, fatto di alti e bassi, luci e ombre, rivoluzioni e sconfitte laceranti. 

Arriviamo a Suzuka dopo un lungo e difficile mondiale, combattuto con colpi reciproci decisi e letali.

Arriviamo a Suzuka con un mondiale piloti che sta prendendo sempre di più la strada per Maranello

Nessuno vuole dirlo però, troppa scaramanzia, troppa paura che tutto possa prendere un'altra via.

 

C'è silenzio in Giappone, c'è determinazione e convinzione di un team che sa che sta per varcare le porte della consacrazione con il suo centro di gravità permanente, che diventerà a tutti gli effetti LEGGENDA. 

 

 

Schumacher comanda la classifica con 8 punti di distacco da Hakkinen, al tedesco bastano due secondi posti per vincere il mondiale. Ma Michael non vuole accontentarsi, vuole mettere un punto ad una sfida che si è rivelata da subito tanto dura quanto leale.

Già dal sabato con decisione, a suon di giri veloci, fa capire al suo rivale che è determinato.

E' sua la pole per soli 9 millesimi.

 

In gara le cose non iniziano nei migliori dei modi, in partenza Hakkinen brucia Schumacher e prova a scappare ma Michael non molla, non gli concede troppo spazio e, grazie alla sua amica fedele pioggia, accorcia un pochino le distanze dal pilota McLaren Mercedes.

 

Arriviamo al secondo pit stop, Hakkinen si ferma per primo mentre Schumacher comincia ad inanellare tempi da qualifica, anche grazie ad una vettura sempre più scarica di benzina.

 

Rientrato al box, grazie anche allo splendido lavoro dei tecnici al pit, Schumy esce dalla pit-lane avanti al finlandese.

E' un autentico tripudio, il sorpasso era compiuto!

 

A quel punto c'è solo bisogno di amministrare il vantaggio e portare a casa questa bandiera a Maranello.

E' così fu: Michael Schumacher vince gara e titolo mondiale, dopo 21 anni la Ferrari è sul tetto più alto del mondo, dopo il 1979, quando a vincere fu Jody Scheckter, un pilota vestito di rosso può indossare l'alloro più bello

 

Per Michael la gioia e la commozione sono incontenibili, Michael piange, urla, ringrazia tutti e, durante il giro di rientro, ha la voce tremolante e strozzata perchè sa che niente sarà più come prima, come oltretutto ammetterà in un secondo momento.

 

Ad attenderlo nel paddock c'è per primo il suo acerrimo rivale, Mika Hakkinen: sarà lui a complimentarsi con Michael per primo, lui che ha sfidato Schumy per tanto tempo, lui sempre così leale e corretto. 

 

Oltre Mika ad aspettare il protagonista della giornata e dell'anno, c'è Corinna, moglie sempre presente, grande supporto e spalla su cui piangere in privato lacrime amare, ricche di frustrazione.

 

Oltre Corinna c'è la squadra che lo ha sempre sostenuto, soprattutto nei momenti più critici dove tutto sembrava perso e irraggiungibile.

E in ultimo c'è Todt, fedele amico, da 4 anni, che lo ha sempre difeso da tutto e da tutti.

 

Da quel momento tutto cambiò, tutto divenne più semplice con Schumacher e la Ferrari divenuti estremamente imbattibili. Il duo batterà record su record sino al 2004 quando Michael vincerà il suo settimo titolo mondiale

 

Per molti fu una domenica come tante altre, ma non per Michael, per la Ferrari e per tutti i tifosi che hanno sostenuto la squadra e il pilota tedesco sino a quel giorno. 

Per molti quella domenica di ottobre non cambiò assolutamente niente, per altri invece cambiò tutto

 

L'8 ottobre sarà per sempre quel giorno in cui una squadra e sul fedele scudiero divennero magicamente liberi da ogni fardello, pronti per spiccare il volo verso mete più ambite, grandi e importanti

 

L'8 ottobre sarà per sempre quel giorno in cui tutto sembrò possibile, l'8 ottobre sarà per sempre ricordato come quel giorno in cui imparammo tutti una lezione importante, magicamente descritta da una frase di Michael Schumacher

 

“Ho sempre creduto che non si debba mai, mai rinunciare e si debba sempre continuare a lottare anche se c'è soltanto una piccola possibilità.”

 

Mai arrendersi, mai mollare la presa, mai impedire alle difficoltà di allontanare tutti i sogni perchè tutto è possibile, perchè tutto è raggiungibile, perchè si può vincere. 

 

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Commenti: 1
  • #1

    Michele (sabato, 23 settembre 2023 20:59)

    Te non scrivi articoli, dipingi quadri con le parole.
    Quanto sei poliedrica Laura. Quanta passione emani.
    Non ho mai visto una persona con una dedizione come la tua.
    Sei magica!