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UN WEEKEND NO

DI LAURA PIRAS

Ci sono voluti 14 gran premi per interrompere il dominio Red Bull, ci sono voluti 14 appuntamenti del mondiale di F1 2023 per vedere una squadra, sempre granitica e solida, un po' più umana e fragile. 

 

Max Verstappen e Sergio Perez hanno dovuto soffrire più del solito per portare a casa dei punti e per completare tutte le operazioni di questo fine settimana a Singapore.

 

Il cammino di Max e Sergio si era fatto già abbastanza tosto il venerdì durante le free practices e queste difficoltà hanno trovato conferme anche nel proseguimento del triduo di gara, soprattutto in qualifica dove entrambe le vetture non hanno superato il Q2.

 

Fantascienza sino a qualche giorno fa, realismo a tutti gli effetti oggi. 

 

Un week-end no capita a tutti, anche ai migliori, tale dinamica si è vista anche in passato, anche con altri team che hanno dominato durante la storia di questo sport. (ad esempio Mercedes nel 2015: dominatrice ma quasi comparsa sul circuito di Singapore).

 

Niente è nuovo, anzi come al solito in F1 tutto è ciclico e ripetitivo. 

 

Non ne facciamo una tragedia ovviamente, cerchiamo solo di fare qualche riflessione di un neo che non scalfisce minimamente una cavalcata trionfale assolutamente meritata.

 

La RB19, macchina dei sogni, dono magnifico di quella mente sopraffina di Adrian Newey a Singapore ha solo mostrato il suo lato peggiore, come una modella davanti all'obiettivo fotografico. 

 

Ma cosa non è andato? Andiamo a vederlo insieme. 

Credo che ci siamo interrogati tutti sui motivi per cui la Red Bull non abbia ben figurato in quel di Singapore, abbiamo cercato di darci delle risposte in merito, anche in virtù delle novità introdotte questo fine settimana in chiave di Direttive Tecniche. 

 

Il week-end scorso è stata introdotta la Direttiva Tecnica 18 anti-flessione e molti hanno fatto alcuni collegamenti con questa novità per spiegare la performance negativa di Red Bull ma, a dipanare questi dubbi, ci è venuto incontro direttamente il TP Christian Horner che ha ben precisato che la RB19 non ha risentito della TD018

 

“So che tutti vorreste dare la colpa a questo, ma sfortunatamente non possiamo – ha dichiarato Horner– Non abbiamo cambiato un singolo componente sulla vettura che ha corso a Monza. Sapevamo prima del fine settimana che a Singapore saremmo stati tutti più vicini, ma quello che è successo in realtà è stata una sorpresa per noi”.

 

Oltre la TD018, i cui influssi verranno capiti nelle prossime date mondiali, è stata inasprita la vecchia TD039, introdotta l'anno scorso per limitare il fenomeno del porpoising.

 

Considerando quanto Red Bull faccia lavorare bene il proprio fondo possiamo imputare parte della debacle più a questa direttiva rispetto a quella poc'anzi accennata. 

 

Alzando la vettura da terra di più, rispetto al solito, ovviamente la Red Bull non ha potuto sfruttare al meglio l'effetto suolo sprigionato dal fondo della vettura, fiore all'occhiello del progetto aerodinamico partorito da Adrian Newey.

 

I problemi al fondo sono emersi non solo per le variazioni della direttiva ma anche per la natura del tracciato di Marina Bay il cui manto stradale, ultimamente riasfaltato, ha parecchie sconnessioni e tombini che possono danneggiare il fondo. In virtù delle due dinamiche appena descritte la Red Bull ha dovuto alzare la vettura perdendo i vantaggi che aveva sino ad ora.

 

 

 

I problemi della vettura derivano anche da criticità riscontrate nelle simulazioni effettuate prima dell'arrivo della vettura a Singapore.

 

Di questo ne ha tenuto conto sempre Horner che ha confermato che i dati in loro possesso abbiano portato la squadra a conclusioni non ottimali, dati che hanno imposto dei settaggi errati della vettura, i quali hanno messo in luci alcuni punti deboli della RB19. 

 

“Penso che forse la nostra simulazione prima del weekend non ci abbia portato alle giuste conclusioni“, ha spiegato. “Devi cercare di uscirne da solo. Credo che siamo finiti semplicemente nella finestra sbagliata e questo ha messo in evidenza alcune delle debolezze della nostra vettura“.

 

Tutto questo però, secondo quanto riferito sempre dal TP Red Bull, sarà di lezione alla squadra per affrontare al meglio queste dinamiche per il prossimo anno. 

 

“In realtà è stata una lezione molto utile per il prossimo anno, perché ci fornisce alcune informazioni molto utili e alcune cose che speriamo di poter affrontare nella nostra RB20”.

 

Ma quali sono questi punti deboli appena accennati? 

 

Si è visto non solo a Singapore, ma anche in altri tracciati, Montecarlo ad esempio, che La RB19 riscontra delle criticità nell'affrontare certi cordoli. Considerando che come descritto prima, Marina Bay ha parecchie asperità, la scuderia ha impostato la vettura un po' troppo in una posizione conservativa.

 

Il team si aspettava un tracciato più ondulato, e invece, il manto stradale era migliorato in tal senso negli ultimi tempi. 

 

La vettura è apparsa davvero instabile e nervosa e i tecnici hanno cercato in tutti i modi di porre rimedio alle difficoltà che i piloti hanno incontrato durante le prove libere del venerdì: sia Perez che Verstappen hanno trovato che le loro monoposto non erano bilanciate, soprattutto al posteriore che risultava parecchio leggero. 

 

Nelle FP3 la vettura complessivamente era migliorata ma ulteriori interventi, improntati per le qualifiche, hanno irrigidito la vettura e portato i piloti ad avere problemi in fase di frenata. Di quì arriva la pessima prestazione sul giro secco con entrambe le vetture fuori dal q3. 

 

La conferma di tutto ciò la possiamo riscontrare direttamente dalle dichiarazioni di Max Verstappen dopo la qualifica: 

 

“Il primo grande problema che ho avuto è stato il fatto che non potevo frenare tardi e forte, perché avrei toccato l’asfalto compromettendo la stabilità dell’anteriore. Su un circuito cittadino questo è un aspetto molto importante: avere fiducia nei freni e poter attaccare le curve, ma non potevo farlo. E, oltre a questo, abbiamo fatto fatica anche nelle curve a bassa velocità, dove credo che abbiamo già avuto problemi per tutto il fine settimana non avevo il supporto del retrotreno."

 

Non avendo il supporto del posteriore la vettura aveva anche seri problemi di tenuta delle gomme che si surriscaldavano particolarmente.

 

 

 

 

Ovviamente i campioni del mondo in carica non si sono dati per vinti e hanno cercato di recuperare le posizioni di partenza con Max Verstappen e Sergio Perez sono giunti alla bandiera di scacchi rispettivamente al quinto e all’ottavo posto. 

 

Ma niente paura, la squadra si è detta già determinata e decisa per tornare in piena forma in Giappone, questo fine settimana, dove il team troverà sicuramente una finestra di utilizzo della RB19 migliore rispetto all'ultimo appuntamento mondiale, parola di Max Verstappen che a conclusione del gran premio ha comunicato che "Penso che saremo di nuovo veloci a Suzuka” 

 

Sul magico circuito di Suzuka Red Bull e Verstappen, e anche Perez, sono chiamati (più da loro stessi che dagli altri) ad una prestazione di tutto rispetto. Ci sono due mondiali da conquistare, due mondiali che potrebbero arrivare già molto presto, e almeno uno, quello costruttori, nel paese del Sol Levante. 

A Red Bull basta un punto per fare suo il titolo costruttori mentre Max dovrà aspettare il Qatar. 

Le due direttive potrebbero essere più incisive, la Red Bull sarà pronta per ribadire la sua egemonia motoristica?

 

 

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