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ALAIN PROST: L’INSOSTENIBILE PESANTEZZA DEL CAVALLINO – PARTE II

DI SIMONE PACIFICI

Nonostante la prima parte del campionato 1990 si sia rivelata estremamente positiva per la Ferrari, Cesare Fiorio vuole a tutti i costi Ayrton Senna in squadra, tanto da riuscire a strappare un precontratto al brasiliano per il 1991. Una vera e propria pugnalata alla schiena per Alain Prost, venuto nella Scuderia proprio per liberarsi dell’ingombrante presenza del suo ex compagno in McLaren.

Cesare Fiorio avrebbe poi rivelato nel 2012 come andarono le cose in un’intervista concessa ad Antonio Azzano su F1Passion.it (oggi FormulaPassion), accusando il presidente della Ferrari di allora, Piero Fusaro, di essergli andato contro alleandosi col francese:

All’epoca io stavo portando avanti una trattativa segreta per avere Ayrton Senna a Maranello. Di questa trattativa Prost fu messo al corrente dall’allora presidente della Ferrari, Piero Fusaro che era probabilmente infastidito dalla mia presenza, dal mio ruolo, non lo so, forse aveva dei complessi di inferiorità, non lo so proprio cosa avesse con me… Non sapendo come fare per eliminarmi, pensò bene di allearsi con Prost”.

- Cesare Fiorio

Prost non ci mette molto, con la sua abilità politica, a prendere in mano le redini della situazione e non solo a costringere Fiorio a stracciare il precontratto, ma anche ad assicurarsi il rinnovo per il 1991.

Nonostante ciò, all’apertura della serie di gare autunnali del 1990 si forma la prima crepa visibile del rapporto tra Alain e la Ferrari: Nigel Mansell parte in pole position al Gran Premio del Portogallo davanti al suo compagno di squadra. Ci si aspetta che, per le logiche del campionato, l’inglese lo faccia passare e gli copra le spalle per fargli recuperare punti importanti su Ayrton, non brillante come suo solito in qualifica e relegato alla terza casella in griglia. E invece in gara si consuma il disastro: Mansell fa un mediocre scatto al via e chiude la porta a Prost come se pure lui fosse in lotta per il titolo, permettendo alle McLaren di Senna e Gerhard Berger di bruciare entrambe le Rosse. Il francese è senza parole, si sente tradito ancora una volta da un suo compagno di scuderia. Ma la cosa peggiore sarà che per tutta la gara il box della Ferrari non darà mai ordini a Nigel di aiutarlo, permettendo all’asso britannico di fare corsa totalmente per sé e di rimontare sul brasiliano, finendo per sorpassarlo. Dei problemi al cambio condizioneranno la gara di Prost, che tuttavia riuscirà a recuperare e a mettersi all’inseguimento del suo rivale all’iride. Ma proprio quando sta per preparare l’attacco decisivo una violenta collisione tra Aguri Suzuki e Alex Caffi costringe i commissari ad esporre la bandiera rossa a dieci giri dal termine, decretando la fine anticipata del Gran Premio dell’Estoril.

Alain è furioso: si scaglia contro Mansell e soprattutto Fiorio, in quanto quest’ultimo non avrebbe dato ordini di scuderia per aiutarlo nella lotta al titolo. Una scelta da parte del TP che fa perdere le staffe anche alla dirigenza rossa, e che probabilmente contribuirà un anno più tardi al suo licenziamento.

Alla vigilia del Gran Premio di Spagna sul circuito di Jerez de la Frontera Prost arriva con un ritardo di 18 punti da Senna. Adesso non può più fare un singolo errore se vuole vincere il campionato, deve assolutamente vincere tutte e tre le gare rimanenti e sperare che Ayrton non faccia meglio di due secondi posti e un terzo. In quel caso secondo la regola degli scarti, in cui ai fini del mondiale vengono conteggiati solo gli undici migliori risultati, avrebbero concluso il mondiale entrambi a 82 punti, con Alain dichiarato campione per il maggior numero di vittorie conquistate. Una rimonta molto difficile, improbabile secondo tanti. Ma in F1 niente è impossibile finché i numeri dicono che un pilota ha ancora chance di farcela, per quanto esigue.

E infatti il miracolo sembra prendere forma in Spagna: Prost e Mansell portano a casa una doppietta in rosso strepitosa davanti alla Benetton di Alessandro Nannini, mentre Senna di deve ritirare al 53esimo giro per la rottura di un radiatore. Il Professore adesso è a sole 9 lunghezze dal suo acerrimo rivale: il titolo non è un obiettivo irraggiungibile.

Si arriva così al Gran Premio del Giappone su circuito di Suzuka, dove l’anno prima è avvenuto il controverso incidente tra Ayrton e Alain che ha consegnato il titolo al francese. Se dopo Monza tra i due si era consumata una “pace”, le vicende precedenti alla gara giapponese dimostrano quanto essa sia in realtà falsa: fin da subito Senna accusa la FIA di aver disposto la casella della pole position sul lato sporco della pista nella consapevolezza che lui avrebbe ottenuto la posizione al palo nelle qualifiche, e quindi per favorire Prost alla partenza. Accuse prive di fondamento, in quanto negli anni precedenti il poleman era sempre partito da quel lato del tracciato e questo cambiamento iniziale nel 1990 era stato frutto di un errore poi rettificato, ma che contribuisce a rendere il clima già teso alla vigilia.

Come da pronostico la pole va ad Ayrton con Alain al suo fianco, e la domenica quest’ultimo lo brucia alla partenza. alla prima curva avviene il fattaccio: a 220 km/h i due rivali al titolo si toccano, finendo entrambi fuori pista. Entrambe le vetture sono irreparabili, e la scelta da parte della direzione di gara di non sventolare la bandiera rossa consegna il titolo 1990 nelle mani del brasiliano.

Un episodio che ancora oggi suscita scandalo, anche perché un anno più tardi, sempre in Giappone, Senna ammetterà di aver intenzionalmente buttato fuori Prost per vendicarsi di quanto successo nel 1989. Nonostante la rabbia, né il Professore né la Ferrari decidono di fare ricorso. Consapevolezza nel francese di essersela “andata a cercare” dopo i fatti della stagione precedente? Voglia di chiudere in fretta una polemica che gli stava facendo venire il sangue amaro?

Quale che sia la verità, il bilancio di fine stagione dopo l’ultima gara ad Adelaide è comunque positivo: cinque vittorie, altri quattro podi e il secondo posto in classifica mondiale con 71 punti validi su 73 totali sono il miglior risultato per un pilota del Cavallino dal 1985 (quando a divenire vicecampione del mondo fu Michele Alboreto, battuto proprio da Alain). Premesse, dunque, per un 1991 di riscatto per Prost e la Ferrari.

E invece sarà solo l’inizio della fine…

 

CONTINUA…

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