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QUANDO L'ASFALTO SI SGRETOLA. BELGIO 1985, IL GP MAI CORSO

DI MARCO TERRAGNI

Il gran premio del Belgio è una delle tappe più famose ed iconiche presenti nel calendario mondiale. Presente nella prima edizione del mondiale nel 1950, nel corso della sua storia ha visto molte piste alternarsi per ospitare una gara nel regno belga: oltre a Spa-Francorchamps anche per due edizioni Nivelles e per dieci Zolder. Il circuito sito nella foresta delle Ardenne è sempre stato un riferimento per il mondo della F1, tanto da essere soprannominato l’università della F1. Un circuito pericoloso, soprattutto in condizioni di forti piogge. Proprio per questo motivo nel 2021 si è disputata la corsa secondo le statistiche più breve della storia, durata soltanto due giri in regime di SC a causa della pista impraticabile ed in seguito dichiarata valida, con l’assegnazione di metà punteggio nonostante nei fatti mai disputata (la classifica venne stabilita in base alla griglia di partenza). Le polemiche furono feroci, anche all’interno della lotta mondiale tra Verstappen ed Hamilton sulla necessità di considerare valido il punteggio. Ma la tappa del 2021 non fu la prima gara svoltasi nel paese del nord Europa ad essere stata nei fatti annullata e che scatenò feroci polemiche. Infatti nel 1985 Formula 1 e gli organizzatori furono coinvolti in una faccenda che potrebbe anche essere considerata peggiore e che porterà al primo gran premio annullato nella fin allora trentennale storia del circus iridato.

L’asfalto rovinato a Spa nel giugno 1985
L’asfalto rovinato a Spa nel giugno 1985

Ma cosa accadde di preciso?

Il 2 giugno 1985 era previsto il gran premio del Belgio, quinta tappa del campionato, che tornava a Spa Francorchamps dopo che l’anno precedente era stata Zolder (per l’ultima volta) ad ospitare la gara belga. Per Spa era la seconda gara, dopo il 1983, che si svolgeva sul layout modificato di quasi sette km, il quale ricalca la traccia odierna in molti aspetti con alcune differenze solo nei riguardi di alcune curve rispetto ad oggi (come la Bus Stop) e per la condizione negli anni ottanta di impianto semi-permanente, con molte zone della pista che durante il corso dell’anno erano aperte al traffico ordinario.

 

Come riportò La Stampa in un suo articolo in vista della corsa quando il delegato della FISA giunse a Spa, durante il mese di marzo, gli organizzatori gli comunicarono l’intenzione di attuare una riasfaltatura della pista al fine di migliorare la sicurezza del tracciato in caso di pioggia. Il materiale prescelto per l’operazione era il Rubberasphalt, composto di ghiaia ed una miscela di gomma e bitume. I lavori sarebbero dovuti partire appena le condizioni metereologiche sarebbero migliorate (era ancora pieno inverno in zona, con presenza anche di neve nella zona) ma in realtà iniziarono soltanto due settimane prima della corsa, con i lavori che erano ancora in corso in concomitanta con l’inizio del weekend . Il materiale inoltre doveva essere steso ad una temperatura di 120 gradi per avere un consolidamento sufficientemente rapido, ma in realtà venne posato a temperature più basse, rendendo più difficoltoso l’indurimento del manto stradale.

Alboreto, poleman della gara mai disputata
Alboreto, poleman della gara mai disputata

Questa scelta provocherà molti problemi nei giorni successivi. Il venerdì, primo giorno di prove i piloti furono enormemente sorpresi dal constatare di poter realizzare tempi nettamente più veloci rispetto all’edizione precedente. Il miglior tempo lo realizzò Michele Alboreto su Ferrari, con un tempo quasi otto secondi più rapido rispetto al tempo pole realizzato nel 1983 da Alain Prost su Renault. Ma i problemi del manto stradale non tardarono a farsi vedere il giorno successivo. Infatti nella giornata di sabato l’asfalto iniziò letteralmente a sbriciolarsi sotto la potenza delle macchine di F1.  I piloti faticano a mantenersi in pista, soprattutto in curva dove la situazione era nettamente più deficitaria. I piloti dopo alcuni giri tornarono velocemente ai box, con i tempi in pista che si erano alzati di oltre venti secondi rispetto al giorno precedente. A peggiorare la situazione dell’asfalto contribuirono anche le categorie di contorno come F.3000 ed Alpine Renault, rendendo le curve delle letterali lastre di ghiaccio, pericolosissime per i driver mentre sui rettilinei la situazione appare migliore. Stante così le cose, i piloti iniziarono a chiedere l’annullamento della corsa per l’impossibilità di girare in pista, con Alboreto che denunciò enormi rischi di essere colpiti dai sassi lanciate dalle auto vicine in curva mentre il campione del mondo in carica Niki Lauda dichiarò l’impossibilità di correre in quelle condizioni, accusando direttamente chi si occupava dell’organizzazione dei gran premi. Anche Ayrton Senna intervenne sulla questione, riportando la lentezza dei propri tempi e che “Io non voglio ammazzarmi su un tracciato reso così pericoloso dalla sfaldatura dell’asfalto”. 

Il vincitore della gara di F.3000 disputata a Spa il 2 giugno 1985, Mike Thackwell
Il vincitore della gara di F.3000 disputata a Spa il 2 giugno 1985, Mike Thackwell

Gli organizzatori cercarono fino all’ultimo momento di salvare la gara per il timore di perdita dell’incasso (in quel sabato alcuni dei 5.000 spettatori presenti in pista vista la mancanza di azione in pista provarono a forzare l’entrata nel paddock) derivante dal mancato svolgimento della corsa, provano a mettere una pezza proponendo di gettare nelle curve secchi di cemento a presa rapida, ma senza ottenere grandi risultati. Come affermò con estrema chiarezza Elio De Angelis (Lotus,leader del mondiale il quale in caso di disputa della corsa sarebbe partito in seconda posizione) un eventuale decisione posticipata a domenica avrebbe obbligato i piloti a correre per la presenza degli spettatori sulle tribune. La decisione finale venne presa dai piloti intorno alle 20 di sabato sera con la vittoria del fronte del No alla gara, con 24 voti a favore e 2 contrari di annullare la gara. La mozione venne espressamente supportata da Lauda, Alboreto e Prost. A chi faceva notare le similitudini con il gran premio di Dallas dell’anno precedente, corso in un clima estremamente afoso e con un asfalto che anche in quell’occasione mostrava segnali di crisi Alboreto rispose che “Lo scorso anno a Dallas si andava a 120 orari, qui a 300”. Gli organizzatori riuscirono a garantire soltanto la disputa delle categorie minori, in particolare la F.3000 nonostante gli stessi piloti avessero voluto fare come i colleghi della F1, rinunciando a gareggiare. La gara, che vide 18 partenti, ne vedrà solo sei arrivare al traguardo con la corsa che venne vinta da Mike Thackwell su Ralt. 

Ayrton Senna vinse la gara svolta a settembre a Spa
Ayrton Senna vinse la gara svolta a settembre a Spa

Nei giorni successivi si sprecarono le accuse sul fallimento della corsa, con colpe che si rimbalzarono, in particolare nei confronti dell’organizzazione accusata dai protagonisti di dilettantismo, con l’emersione anche di motivazioni etniche tra fiamminghi e valloni: infatti il direttore di gara, Roland Bruynseraede era fiammingo e legato al circuito di Zolder, ed in molti vi vedevano nelle sue azioni un tentativo di creare uno sgarbo al circuito di Spa, sito in Vallonia. Ma tra gli stessi team vi furono accuse reciproche, con il Ds Ferrari Mario Piccinini che, anche se fu d’accordo sulla decisione presa dai piloti, non mancò di accusare gli altri team (Lotus, Williams, Renault, Alfa Romeo) di non aver fatto nulla per provare a salvare la situazione. L’annullamento andava bene a tutti, soprattutto a McLaren i cui i piloti furono tra i primi a dare voce al fronte del No. Nella giornata di venerdì il team inglese si trovava in enorme difficoltà, con Lauda decimo e Prost, vincitore a Monaco, addirittura ultimo.

La corsa venne rinviata a settembre, dopo la gara di Monza. Stavolta non vi furono problemi e la corsa si svolse regolarmente, vedendo il successo di Senna su Lotus- Renault, davanti alla Williams-Honda di Mansell e la McLaren-TAG Porsche del poleman e leader del mondiale Prost, che partitiva dalla pole. Ritirato Alboreto, che partiva dalla P4 e che vide così allungarsi il distacco in campionato dal francese. Alla fine dal punto di vista tecnico ed iridato ebbe ragione Piccinini, poiché la decisione di non correre a giugno fu una grave perdita per l’alfiere italiano, che avrebbe potuto allungare in campionato approfittando di una McLaren in difficoltà e una Ferrari in ottima forma. Invece a settembre le sue chance iridate si erano nettamente affievolite, a seguito dei problemi tecnici alle turbine che affliggevano le rosse e la risalita decisiva di McLaren, che si confermò iridata a fine anno.

 

La mancata disputa della gara del 2 giugno fu una delle pagine peggiori della storia della F1, una storia di mancanza di organizzazione e di controlli che portò al primo gran premio annullato della storia. Una pagina dimenticata, ma che sarebbe giusto sempre ricordare anche ai giorni nostri.

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