· 

FORMULA 1: ROAD TO 2026

DI LAURA PIRAS

Fra 3 anni la Formula 1 entrerà in una nuova fase tecnica. Tutto sembra ancora così lontano ma le trame per il 2026 si infittiscono sempre di più e prendono forma. Già a partire dell'anno scorso il Consiglio Mondiale della FIA ha stabilito tutti i punti cardine del regolamento tecnico che entrerà in vigore proprio a partire da quell'anno.

Tutto per portare nuovi costruttori nella massima serie motoristica, tutto per aprire le porte della F1 a nuovi marchi al fine di costruire nuovi scenari sempre più interessanti. 

Nota più particolare del nuovo regolamento tecnico è l'imposizione del budget cap anche per i motoristi. A questo si unisce anche la volontà di costruire power unit più simili tra loro, più omologate e meno innovative rispetto al passato anche in virtù di una crescente elettrificazione della stesse. 

 

Inoltre il consiglio della FIA, con una leggera ipocrisia (passatemi la considerazione), vuole mettere al centro delle dinamiche tecniche una sensibilità nuova alle tematiche ambientali. A tal proposito le unità a combustione interna o ICE adopereranno carburante di origine chimica e non più fossili

 

Ci si aspetta quindi una discreta riduzione dei consumi: siamo passati dai 160 kg di carburante usati nel 2013 per completare una gara ai 100 kg raggiunti 3 anni fa, nel 2020. Nel 2026 la quantità di carburante che servirà ad un pilota per portare la vettura alla bandiera a scacchi si aggirerà sui 70 Kg.

Inoltre si avrà l'obbligo di riciclare le batterie e gli elementi delle MGU-K a fine vita. 

A livello di struttura i propulsori saranno sempre turbo a combustione interna (ICE) da 1,6 litri con sei cilindri a V con bancate di 90°. La differenza rispetto adesso è che cambierà la ripartizione della potenza tra quella generata dalla combustione e quella invece proveniente dall'unità elettrica, con la parte della MGU-K che verrà potenziata mentre la MGU-H ci dirà addio

 

DEFINIZIONI:

MGU-K:

 

La MGU-K ( Motor Generator Unit Kinetic) è uno dei due generatori elettrici che permettono alle vetture di produrre energia per ricaricare le batterie e sprigionare i 160 cavalli di potenza extra a supporto del propulsore termico tradizionale (il cosiddetto ICE). La MGU-K prende l'energia cinetica dalle ruote in fase di frenata, per poi restituirla in accelerazione. 

MGU-H:

 

La MGU-H (Motor Generator Unit Heat) è uno dei due generatori elettrici che fanno parte del sistema ibrido ERS e che permettono alle monoposto di F1 di produrre energia per ricaricare le batterie e, infine, sprigionare quei 160 cavalli di potenza extra a supporto del motore termico tradizionale (il cosiddetto ICE). Nello specifico, la MGU-H cattura energia proveniente dal calore dello scarico e dalla rotazione della turbina e produce un extra boost che viene utilizzata per ridurre il turbo-lag, e cioè il ritardo di attivazione del turbo. 

Stefano Domenicali
Stefano Domenicali

Sappiamo tutti che le power unit attualmente adoperate sono state introdotte nel 2014 e a partire da quell'anno i motori persero gran parte di quel rumore così caratteristico e unico nei cuori di noi appassionati. 

 

A tal proposito si è espresso Stefano Domenicali (AD di Formula1) a 3AW, una stazione radio australiana: 

 

 "L'intenzione è quella di assicurarci che nel nuovo regolamento il rumore del motore sia maggiore, perché è un qualcosa che fa parte dell'emozione legata alle corse. E' un aspetto al quale i nostri tifosi tengono davvero ed è nostro dovere impegnarci su questo tema. Non passeremo assolutamente a motorizzazioni ancora più silenziose come nella Formula E. Dobbiamo avere un rombo diverso, che sia musica per le orecchie. Avevamo il 12 cilindri, con una frequenza diversa ed un rumore molto forte, poi siamo passati ai 10, agli 8 e infine ai 6, ma non caleranno di nuovo. Siamo in una situazione diversa, abbiamo i motori ibridi e resteranno ibridi per il futuro".

 

Grazie a questi mutamenti, alcuni prestigiosi marchi hanno deciso di entrare a far parte della Formula 1 (o tornare), stiamo parlando di Audi e Ford. 

Markus Duesmann, CEO di Audi al momento dell'annuncio dell'ingresso della propria azienda in F1 ha definito la massima serie motoristica sportiva "un palcoscenico globale per il Marchio", nonché "un laboratorio di sviluppo altamente sfidante" per "il travaso di tecnologie dalla pista alla strada".

La Power Unit Audi è in fase di realizzazione presso il Competence Center Audi Motorsport di Neuburg, vicino ad Ingolstadt e a capo dello sviluppo dei propulsori in tutte le sue parti c'è Adam Baker, con lunga esperienza nel mondo delle corse e tre anni di attività presso la FIA.

 

La casa tedesca offrirà le PU alla Sauber Motosport che ritiene che “questa partnership consentirà alla squadra di puntare a nuovi traguardi, garantendo allo stesso tempo un solido futuro a lungo termine dell'azienda”.

A guidare la Sauber in questa nuova direzione sarà, nel ruolo di Amministratore Delegato, Andreas Seidl che non è stato con le mani in mano, infatti ha subito nominato il nuovo direttore tecnico, James Key, con cui ha collaborato già in passato in McLaren. 

 

Neel Jani
Neel Jani

Contrariamente a certi rumors circolanti nei giorni scorsi su un possibile ritardo di Audi rispetto alla progettazione della PU, l'azienda tedesca fa sapere che hanno svolto già parecchi test sulla parte termica del propulsore e ora il lavoro sarà concentrato sulla parte elettrica. A lavorare al simulatore per sviluppare al meglio tutte le componenti del propulsore sarà Neel Jani, tester Toro Rosso nel 2005 e nel 2006, pilota di riserva Red Bull sino al 2008. Il pilota svizzero ha trascorso gran parte della sua carriera nel mondo endurance dove raccolse la vittoria nella 24 Ore di Le Mans nel 2016 e il titolo WEC con Porsche

La scelta, per questo ruolo così delicato, è ricaduta su Jani perchè ha un'ottima conoscenza della parte ibrida dei propulsori grazie al rapporto di lavoro che ha avuto con Porsche, avendo corso con la Porsche 919 e avendo aiutato la stessa azienda nello sviluppo del pacchetto di Porsche in Formula E. 

Varchiamo l'Oceano Atlantico e andiamo in America per fare il punto della situazione in casa del secondo colosso che ha deciso di prender parte al fantastico mondo della Formula1. Stiamo parlando di Ford che, dopo più di 20 anni, ha ufficializzato, qualche mese fa, il suo ritorno nella massima serie motoristica sportiva dove ha dominato fra gli anni '60 e '70

"Questo è l'inizio di un nuovo entusiasmante capitolo nella storia degli sport motoristici della Ford, iniziato quando il mio bisnonno ha vinto una gara che ha contribuito a lanciare la nostra azienda - le parole del presidente esecutivo Bill Ford -. Torniamo all'apice dello sport, portando la lunga tradizione di innovazione, sostenibilità ed elettrificazione della Ford su uno dei palcoscenici più visibili del mondo"

Ford abbandonò la F1 nel 2004 ed è ancora oggi il terzo fornitore di propulsori più vincenti nella storia di questo sport con 10 campionati Costruttori e 13 campionati Piloti nel suo palmarès.

 

L'azienda americana collaborerà con la Red Bull ( e con Alpha Tauri) a partire dal 2026 in veste di fornitore di propulsori. Caso vuole che Ford abbia deciso di impegnarsi proprio con il team che, di fatto, ha rilevato le su attività alla fine del 2004 a Milton Keyen. 

 

L'ultimo titolo mondiale vinto dalla Ford è targato Michael Schumacher nel 1994 sulla Benetton mentre l'ultima vittoria di un gran premio è stata firmata dal pilota italiano Giancarlo Fisichella nel 2003 sulla Jordan in Brasile.

 

 

 

Michael Schumacher sulla B194
Michael Schumacher sulla B194

Nuovi aggiornamenti, nuove collaborazioni in un mondo che vuole essere più green e anche più rumoroso (dobbiamo credere a Domenicali in tal senso?). 

La F1 si avvicina ad una svolta che potrebbe essere epocale, sarà pronta a varcare quella soglia? Riusciremo ad avere uno sport più interessante è divertente? I team come raccoglieranno questa sfida? 

Le domande sono davvero tante, è ancora presto per dare valutazioni ma a tutti gli effetti la strada per il 2026 è pronta. 

Scrivi commento

Commenti: 0