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PROBLEMI E PROSPETTIVE PER MCLAREN

DI MARCO TERRAGNI

Come sono lontani i tempi della stagione 2021 per la McLaren, quando il team trionfava a Monza tornando al successo dopo un digiuno di nove anni, lottava per i podi in molte gare e sfidava Ferrari nella lotta per la terza posizione costruttori con Ferrari. Un team in crescita che sembrava potesse sempre più avvicinarsi al vertice. Le cose sono cambiate negli ultimi due anni.

 

Nel corso di questa stagione 2023 sono usciti tutti i problemi del team di Woking, con un’auto come la MCL60 che ancora non si riesce a decifrare, sesta nel campionato costruttori con soli 17 pt. Una monoposto che col freddo e la pioggia ritrova improvvisamente vita, come nella seconda parte del gp di Monaco dove grazie anche alla pioggia è riuscita a conquistare un doppio arrivo a punti o come durante le qualifiche del gp di Spagna, quando Lando Norris è riuscito ad arrampicarsi fino alla terza posizione in griglia approfittando anche delle particolari condizioni del tracciato. Un’auto che in condizioni normali fatica molto, rendendole complicato anche ottenere qualche punto. Una costante che si ripete da inizio anno, con il team di Woking che in qualifica riesce in alcuni casi a mostrare discrete prestazioni, ma che in gara fa molta fatica a mostrare passo per via di una macchina che sviluppa tantissimo drag e che anche gli aggiornamenti non riescono a rendere più competitiva.

Il neo TP Andrea Stella
Il neo TP Andrea Stella

Un bel problema per Andrea Stella, neo TP della storica scuderia inglese dopo l’abbandono di Andreas Seidl in direzione Audi prima dell’inizio del campionato. Il team ad inizio anno ha visto alcuni adii di spessore, oltre che del TP anche del direttore tecnico James Key, che ha pagato i fallimenti delle ultime due stagioni. Ma il team si è iniziato a muoversi per assumere nuovo personale senior. Da Ferrari è arrivato Sanchez, capo degli aerodinamici a Maranello il quale aveva già lavorato a Woking tra il 2007 e il 2012 mentre è notizia degli ultimi giorni l’arrivo di Rob Marshall, capo ingegnere in RedBull e che dal 2024 assumerà il ruolo di Direttore tecnico.

Ma non è solo un discorso di personale. Per anni McLaren è stata limitata per quanto riguarda la galleria del vento, obbligata ad utilizzare la struttura di Colonia ex Toyota. Il problema di dover sempre andare in Germania, in una struttura obsoleta rispetto alle strutture dei top team, lontana dalla propria sede e non potendola utilizzare in esclusiva rendendo difficile lo sviluppo delle ultime nate a Woking. La scuderia si è attivata da tempo e nella seconda parte del 2023 il progetto della nuova galleria del vento sarà ultimato, permettendo al team sul lungo periodo un deciso salto di qualità, anche se l’auto del 2024 sarà progetta ancora nella vecchia struttura.

 

 

La Galleria del Vento di Colonia
La Galleria del Vento di Colonia

Uno dei punti fondamentale per il futuro è il tema della Power unit. Quasi sempre in Formula 1 per lottare e vincere è stato fondamentale avere un motore ufficiale. E McLaren non ha fatto eccezioni. Tranne il 1974, quando vinse il titolo con il Ford Cosworth, il team di Woking ha basato i suoi successi sull’accordo con le case ufficiali. Prima con Porsche, che fruttò tre titoli piloti e due costruttori tra il 1984 e il 1987, poi Honda tra il 1988 e il 1992 con quattro titoli piloti e costruttori, poi il lungo periodo con Mercedes tra il 1995 e il 2014, con tre titoli piloti ed uno costruttori. Avere il sostegno diretto di una casa automobilistica forte è determinante, perché con un trattamento da cliente è quasi impossibile poter sognare di lottare per il campionato e ci si può al massimo accontentare di qualche briciola. Ma McLaren sembra essersi dimenticato di questa lezione. Dopo il disastroso ritorno con Honda, dove in quattro anni che hanno visto solo delusioni cocenti e senza reali miglioramenti per cercare di uscire da un pantano che sembrava soffocarla il board della squadra decise di rinunciare al trattamento da ufficiale per passare alla PU Renault. La scelta di diventare clienti, di un motorista impegnato direttamente in F1 con un proprio team e che già forniva Red Bull, si ritenne obbligata per uscire da una situazione tecnica deficitaria, che si riteneva soltanto colpa del motorista. Gli anni successivi hanno indicato che la realtà era diversa.

 

Ma soprattutto che per vincere nel mondiale è necessario avere dietro un costruttore ufficiale. O costruirsi tutto in casa come già fanno Mercedes, Ferrari ed Alpine o avendo un accordo con motorista come Red Bull che dal 2019 è legata ad Honda mentre dal 2026 entrerà in scena Audi, che ha firmato un accordo di collaborazione con Sauber, Aston Martin si è assicurata la motorizzazione Honda mentre RedBull costruirà in proprio le power unit. 

Mclaren ai tempi con Honda
Mclaren ai tempi con Honda

E McLaren? Dopo la fine del contratto con Renault nel 2020 lo storico team inglese ha deciso di tornare alla motorizzazione Mercedes, sempre in veste di cliente. Se nel 2021 la scelta è sembrata positiva nei due anni successivi i problemi sono aumentati, con un team in grande crisi tecnica che ha faticato con i nuovi regolamenti. Ma quale futuro? Nonostante negli anni precedenti ci sono state voci di un abboccamenti con Audi, non si realizzò nulla per la volontà di Zack Brown di mantenere l’autonomia della scuderia, messa in pericolo da un eventuale accordo con la casa tedesca. Visto il non interesse a tornare con Honda e l’impossibilità di coinvolgere un nuovo costruttore di motori in tempi brevi a provare la sfida F1 si trova quasi obbligata a persistere nel suo stato di cliente. Le occasioni sono oramai sfumate e sullo sfondo rimane o il rinnovo con Mercedes o un clamoroso accordo con Red Bull, che potrebbe così fornire il suo nuovo motopropulsore ad un terzo cliente dopo Alpha Tauri. Una soluzione con moltissime incognite, poiché Red Bull sarà nuova nel fare PU, con gli eventuali problemi di gioventù che ciò potrebbe comportare

Norris il cui futuro è incerto
Norris il cui futuro è incerto

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