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FERRARI, FLOP E CONSIDERAZIONI

DI LAURA PIRAS

Ci ritroviamo dopo i primi 5 gran premi della stagione a fare un po' il punto della situazione. Per la Rossa di Maranello il fine settimana americano è stato abbastanza negativo. Dopo i primi segnali incoraggianti del triduo azero, la Ferrari in Florida voleva confermarsi come seconda forza in campo ma non è stato così.

Red Bull è ancora regina e maestra della categoria mentre la Ferrari è apparsa, ancora una volta, lenta, instabile e con delle prestazioni preoccupanti rispetto anche ad Aston Martin e Mercedes

Ci avviciniamo ad Imola con la speranza che la Ferrari abbia dedicato davvero questa prima parte del mondiale alla comprensione della vettura. A Miami si sono portate le prima novità ma il grosso degli sviluppi verranno introdotti in prima botta sul circuito del Santerno e successivamente anche a Barcellona. Bisogna sperare veramente in un passo avanti per rimettersi in carreggiata.  

A Miami abbiamo visto una Rossa parecchio nervosa sui cordoli e con problemi importanti nella gestione gomme. Sia Leclerc che Sainz hanno avuto difficoltà a far funzionare entrambe le mescole usate durante la gara: Leclerc ha avuto parecchi grattacapi con le gomme medie nel primo stint mentre Sainz ha faticato molto con le hard

 

E' tutto ancora da capire e da valutare attentamente. In America si è visto il nuovo fondo della SF-23 e nei prossimi gran premi arriveranno ulteriori aggiornamenti più massicci che dovrebbero far recuperare alla vettura un minimo di stabilità e di efficienza. La nuova monoposto, che ricordiamo è stata partorita dal vecchio gruppo di lavoro capitanato da Messer Binotto, sembra essere particolarmente veloce nei tratti lenti mentre perde di carattere nei settori veloci dei tracciati sino ad ora affrontati, segno che non si ha abbastanza carico aerodinamico. 

 

Se in qualifica, sin dal weekend di Baku, la situazione sembra aver trovato riscontri più positivi rispetto al passato, sul passo gara la Ferrari, soprattutto con il pieno di carburante, arranca e non riesce ad ingranare la marcia in modo ottimale. 

 

Mentre a Maranello si brancola nel buio, a Milton Keynes la situazione è abbastanza chiara, il concetto aerodinamico della Red Bull si è confermato essere, ancora per il 2023, il migliore. Delle ultime 16 gare, 15 sono state vinte dalla Red Bull. Numeri da capogiro, numeri da far riflettere un po' tutti, soprattutto la concorrenza. 

 

Anche a Brackley si sono fatte parecchie valutazioni importanti a riguardo, infatti la Mercedes, a Imola, porterà una seconda versione della W14, che si avvicinerà particolarmente al concept della vettura progettata da Adrian Newey, invece la Ferrari, dalle dichiarazioni di Frederic Vasseur non sembra volersi avvicinare al concetto aerodinamico della RB19. 


Frederci Vasseur
a Miami ha commentato così tale dinamica: “È un errore pensare che la velocità di un’auto dipenda solo dall’aerodinamica. In realtà, ci sono molti fattori piuttosto complessi. Se ci si limita a copiare le scelte degli altri, significa che si arriverà sempre in ritardo. E con il budget così limitato, è quasi impossibile copiare qualcosa durante la stagione. Dobbiamo perciò attenerci al nostro piano originario e continuare a sviluppare la piattaforma che abbiamo. La Red Bull ha un DRS molto efficace e da questo punto di vista noi siamo molto indietro. Ma questo non significa che copieremo qualcosa. Dobbiamo continuare a sviluppare nella giusta direzione“

 

Il nuovo fondo sembra che sia stato approvato dai piloti anche se, valutando l'intero fine settimana di pista sul suolo americano, non pare aver portato grandi benefici alla vettura, a Imola si vedranno nuove sospensioni posteriori mentre a Barcellona verranno introdotti nuovi sidepods. Insomma cambierà un po' tutto sulla SF-23.

 

Ma realmente tutto questo funzionerà? O Bisognerebbe semplicemente iniziare da 0 spazzando via tutto quello che è stato sino ad ora? 

La SF-23 attualmente è un progetto che ha fallito i propositi iniziali, vettura nata per spingere con più forza i sogni dei ferraristi ma che ha disatteso tutte le speranze di chi segue il team di Maranello.

 

Tutto parte dall'anno scorso, da quella visione debole e confusa del vecchio gruppo trainato da Binotto che fortunatamente ora non è più a capo del progetto. Sfortunatamente però, anche se non più presente, ne sentiamo ancora gli influssi. Anche perchè un progetto non può certamente stravolgersi e cambiare in un battito di ciglia. Ci vuole tempo, che ovviamente non può diventare eterno.

Le dinamiche sono oltretutto peggiorate perchè quando si affronta un turbinio veloce e intenso di scelte così radicali, di cambiamenti e di rivoluzioni così estreme, spesso si deve toccare il fondo per riemergere.

 

Bisogna dare il beneficio del dubbio al nuovo gruppo di lavoro ma dobbiamo mantenere alta la lucidità e la freddezza nell'ammettere che attualmente la Ferrari non è, nuovamente (fosse una novità), all'altezza del nome che porta. 

 

Manca tutto per puntare al titolo, manca l'affidabilità, manca il passo gara ma a differenza dell'anno scorso c'è almeno un'attenzione in più alle strategie e ai pit stop, che, sino a qualche tempo fa, erano uno dei talloni d'Achille della squadra. 

 

 

Nonostante qualche miglioramento quì e lì la Ferrari è decisamente lontana dalla vittoria e non sembra avere un progetto dai contorni netti e definitivi.

 

Anche perchè non si ha neanche l'idea della direzione che Vasseur voglia intraprendere in seno al team. Sono usciti rumors abbastanza importanti su alcuni ingaggi che Frederic abbia fatto riguardo al reparto tecnico ma appunto sono rumors non sicurezze e notizie affidabili. E in più rulli di tamburi: andando via Sanchez non sappiamo ancora chi ha preso il suo posto. E la domanda nasce spontanea: Chi sarà a capo del progetto del 2024? 

 

E in tutto questo marasma confusionale ancora leggo critiche feroci verso i piloti, quando sono le punte dell'iceberg di un processo molto più ampio.

 

Da una parte c'è Sainz, considerato sin troppo arrendevole e poco cattivo, dall'altra invece c'è Leclerc che sbraita e che a detta di una cerchia ristretta di persone, di cui non faccio nome per non fargli pubblicità, sbagli troppo e che debba, per motivi assurdi, cambiare il proprio DNA di guida (vedasi ciò che è successo durante il fine settimana del Miami GP). 

 

Tuttavia credo che Charles non debba cambiare il suo stile di guida considerando il fatto che è proprio questa caratteristica che lo rende un pilota veloce e capace di fare meraviglie. E' lo stesso stile di guida che lo ha posto due volte in pole position a Baku, qualche settimane fa. 

Semmai credo che Charles, a mio avviso, debba imparare a calibrare meglio gli assetti e fare scelte di set-up differenti, precisazione che è uscita anche dalle sue labbra:

 

"Ovviamente devo, soprattutto in quei fine settimana, gestire il Q3 in modo diverso. Ma alla fine è così. Penso di essermi messo anche io in una situazione difficile perché volevo un assetto molto aggressivo per le qualifiche. Sapendo che questo era l’assetto, dovevo tirare fuori il massimo della vettura.” (Charles Leclerc)

 

A differenza di Baku, dove ha saputo gestire al meglio tutte le attività di pista, a Miami invece ha semplicemente fatto delle scelte troppo spinte, nate dall'idea di non avere, per l'ennesima volta, una vettura che non gli permette in maniera naturale di stare sempre lì avanti con i migliori. 

 

Consentitemi di dire che non ho mai visto un campione del mondo (o futuro campione del mondo) non correre dei rischi in alcuni momenti delle loro carriere, non è nella loro natura essere conservativi e limitanti. 

 

Ritengo oltretutto che Charles, attualmente, si possa prendere la libertà, almeno sino a quando non si giocherà qualcosa di importante, di andare costantemente oltre i propri limiti. Magari questa propensione all'estremo lo fortificherà sempre di più e lo temprerà per tempi più proficui. 

 

Bisognerà preoccuparsi solo se il monegasco comincerà a sbagliare di continuo, soprattutto se la situazione sarà a lui più congeniale e meno complicata. 

Per il momento direi che possiamo soprassedere su certe debolezze.

Credo fermamente che il monegasco potrà, forte anche di una vettura più performante e settata secondo le proprie esigenze,  commette meno errori e valorizzare i suoi punti di forza. 

 

Non bisognerebbe attaccare di continuo il singolo pilota o la singola persona, perchè se si perde lo si fa tutti insieme. 

Se si critica Leclerc e si mette in dubbio il suo talento e il suo DNA di corridore,  si dovrebbe per onestà intellettuale asserire che anche la squadra ha perso il suo DNA di team vincente. Sono 15 anni che i mondiali mancano a Maranello, ogni anno sembra essere sempre la stessa storia e mai che si prenda la situazione in mano per dire che è la Scuderia che dovrebbe ritrovarsi. 

E' una lunga strada fatta di attese, di promesse mancante, di dichiarazioni troppo forti e di speranze rotte...

Il castello rosso oramai è crollato da tempo, si hanno solo macerie...Quanto ci vorrà per rivederlo di nuovo forte e saldo? 

Lo scopriremo solo vedendo e vivendo...

 

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