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A CHE GIOCO STIAMO GIOCANDO?

DI DOMENICO FEDELE

All’indomani della gara di Miami la situazione nel Mondiale 2023 di Formula 1 (purtroppo o per fortuna) non cambia. Ci ritroviamo ormai dopo cinque gare a dover parlare delle solite cose, soliti problemi, solite situazioni.

 

Da un lato della griglia troviamo la Red Bull con Verstappen e Perez che si trovano a doversi giocare un Mondiale, dall’altro lato della griglia troviamo tutto il resto: una Ferrari che non riesce ad andare bene per due weekend di fila, una Mercedes che si ritrova a doversi accontentare di stare davanti alla Ferrari, un Aston Martin (che per quanto sia considerata da tutti la sorpresa di questa prima parte di campionato) si ritrova un Alonso in splendida forma mentre Stroll incomincia a pagare la carenza di risultati.

 

Nella parte bassa della griglia troviamo ormai una buona Alpine, così come in questo fine settimana americano abbiamo notato una discreta Haas ed Alfa Romeo con Bottas, per il resto invece soliti problemi in casa Alpha Tauri, Williams e soprattutto McLaren che sta ormai affondando completamente in questa stagione.

Al quinto Gran Premio, dopo la trasferta nella Terra del Fuoco, ci aspettavamo risposte soprattutto da parte di una Scuderia: la Ferrari.

 

La Rossa di Maranello veniva da una buona prestazione in Azerbaijan con addirittura due Pole Position conquistate ed un podio da parte di Charles Leclerc. Lo stesso Leclerc che dopo aver ottenuto solo la settima posizione sulla griglia di partenza a Miami ha dovuto scontrarsi con una Haas guidata da uno straordinario Kevin Magnussen ottenendo infine solo una settima posizione. Ricordate inoltre che la VF23 ha lo stesso motore della Rossa, di conseguenza si nota come il problema sia la vettura e non il motore. Una Ferrari in lotta con la Haas non si vedeva da qualche anno. Credo che questa notte siano ritornati gli incubi più brutti ai tifosi ferraristi.

 

Dopo la gara dell’Azerbaijan pensavo con tutta onesta di aver visto un passo in avanti (per quanto riguarda la gara) da parte della Ferrari, la quale ha impiegato soli sette giorni per distruggere quelle poche convinzioni che i tifosi avevano su questo campionato. Baku non doveva illudere, ma questa gara è stata una mazzata pesante. Qual è la vera Ferrari?

Tralasciando per un momento l’Aston Martin (a cui dedicheremo un articolo a parte) abbiamo una Mercedes che “sacrificando” le qualifiche ha ottenuto un piccolissimo miglioramento sul passo gara con George Russell in quarta posizione e Hamilton in sesta posizione. Entrambi felici di essere giunti al traguardo davanti alla Ferrari, una felicità che sa di premio di partecipazione. Ah, dimenticavo che Russell ha terminato la gara con un distacco di solamente 33 secondi da Max Verstappen. Sarà contento anche Wolf di questo dato.

 

Impossibile però non riservare qualche parola al Campione del Mondo, Max Verstappen, che ha letteralmente umiliato tutti nella gara di ieri, soprattutto il suo compagno di squadra Sergio Perez. Il pilota messicano non è riuscito a sfruttare il vantaggio che aveva sulla griglia di partenza dato che Max partiva ben 10 posizioni dietro di lui.

Perez ci ha provato, eccome se ci ha provato a vincere questa gara, ma Max sembrava indiavolato. Ha percorso ogni singolo giro senza sbagliare nulla, tutto perfetto, forse anche troppo.

 

E così la Red Bull colleziona una nuova doppietta che la proietta ad aumentare ancora di più un divario in campionato contro una concorrenza che non esiste. Esatto, non esiste, perché nessuno riesce a fermare questa Red Bull. Troppo forte per tutti. E allora che senso ha continuare?

La scuderia austriaca si avvicinerà probabilmente a distruggere record su record nel corso della stagione 2023, mentre tutte le altre rimarranno a guardare, impassibili, senza poter fare nulla. Sembra ormai un destino già scritto, impossibile da cambiare se non in presenza di cambiamenti importanti ed inaspettati.

Se la Red Bull sta giocando a Formula 1, le altre scuderie a che gioco stanno giocando?

 

 

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