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IL GIRO DEGLI DEI

DI LAURA PIRAS

"È stata una gara come ai vecchi tempi: gara dove andare veloce e dove metterci il cuore. Dovevo essere intelligente su quando premere il ritmo e quando trattenermi. È stata una gara fantastica. Sono felice per tutti noi. Non solo per me, ma per la squadra e lo staff. Era un sogno. Dio lo sa, e quando vuole qualcosa, allora niente può fermarlo."

 

Ayrton Senna 

 

Oggi facciamo un viaggio lungo 30 anni e andiamo a Donington dove rivivremo insieme il Gran Premio d’Europa del 1993 dove si tenne il terzo gran premio di una stagione che sarà nel segno di Alain Prost e Williams. Da una parte Prost con una FW15C, progettata da Adrian Newey, che guarda al futuro con le sue sospensioni attive quasi fantascientifiche, dall'altra la McLaren-Ford di Senna, che come al solito si rivela il rivale per eccellenza per il Professore Francese

Ayrton ha cercato in realtà di abbandonare la McLaren, dopo l'addio di Honda a fine 1992, provando in tutti i modi ad entrare anche lui nel team di Grove ma con scarsi risultati, visto il diritto di veto che Prost sfoderò nei confronti di Senna. 

Il campione brasiliano è consapevole che non può fare molto contro la Williams, il divario è molto grande da colmare e, nonostante il panorama tecnico che caratterizza l'inizio del mondiale, dopo i primi due appuntamenti del mondiale Ayrton, magicamente si ritrova in testa al mondo, grazie ad un secondo posto in Sud Africa e ad una vittoria in Brasile, precisamente a San Paolo.  

Sebbene l'inizio roseo della stagione 1993, la Williams di Prost è ancora la favorita al titolo, confermando la sua forza anche a Donington durante le qualifiche. Al sabato Prost e il teammate di allora Damon Hill dominano e agguantano tutta la prima fila.

Il primo a seguire le Williams è Michael Schumacher, che ha un distacco abissale, 1,5 secondi, e di seguito al futuro campione tedesco, troviamo Senna e Karl Wendlinger con la Sauber.

La McLaren sembra morta e sepolta ma l’11 aprile del 1993, che scherzo del destino, era anche il giorno di Pasqua, risorgerà grazie alla maestrìa di Senna in una gara dalle condizioni meteo difficili e avverse.

Allo start sebbene non scenda pioggia, la pista si è trasformata in un autentico lago artificiale. Subito dopo lo spegnimento dei semafori, le Williams sono in testa, Senna non parte brillantemente tanto che viene superato da Wendlinger. 

Dopo poco Senna si ritrova in quinta posizione, non molla e comincia a scolpire il suo capolavoro più grande, in queste condizioni è un autentico maestro e da prova di tutto il suo prodigioso talento sfoderando una prova di guida degna del Dio del Motosport.

Ayrton è una furia, è una freccia fatta di velocità pura, è uno dei pochi a correre sui binari e sopra l'acqua naviga con le vele spiegate a tutta birra. Come altre volte in passato, il pilota brasiliano sorpassa tutti gli avversari e li annienta con una facilità disarmante. E' un autentico Lap of Gods!

Prima infila Schumacher, in uscita dalla prima curva, poi è la volta di Wendlinger e di Hill, Ayrton si ritrova già in seconda posizione, sta ridicolizzando tutti i suoi competitors con una forza incredibile, tanto che al penultimo tornantino sorpassa anche Prost. 

Uno ad uno tutti sono caduti nelle sue infinite trappole e nessuno potrà arrestarlo durante il gran premio. 

Il grande Senna è al comando e ci rimarrà sino la fine accumulando un vantaggio ingeneroso nei riguardi dei suoi inseguitori.

Il Dio del Motosport si è impossessato del suo corpo, lo ha trasformato per l'ennesima volta, dando a Senna una determinazione incontenibile tanto che non si accontenta di ciò che ha fatto nel primo giro. Vuole completare la sua sinfonia, tenendo un passo gara decisamente inarrivabile per tutti e gestendo la gara alla perfezione anche con le strategie e con le scelte giuste al momento giusto. 

“Era la sola cosa che potessi fare: sorprendere le Williams prima che si accorgessero che potevano andare più forte di me. Così è stato. Quindi ho continuato a spingere al massimo. La gara è stata successivamente così incasinata che non saprei neppure più ricordare l’ordine degli avvenimenti. Ho persino avuto una sosta ai box che è durata una ventina di secondi perché non riuscivano a serrare una ruota. Alla fine, quando avevo un giro di vantaggio, ho tirato i remi in barca”.

 

Ayrton Senna

 

Se in testa alla corsa Senna è un mostro di bravura, gli altri dietro arrancano, uno su tutti Prost che non riesce a mantenere un ritmo adeguato per contrastare il brasiliano, anzi andrà totalmente nel pallone facendo addirittura 7 pit stop e arrivando terzo sul finale della gara e doppiato. 


L'unico a non essere doppiato sarà Damon Hill con l’altra Williams che giungerà, alla bandiera a scacchi, secondo, con un gap incredibile 1 minuto e 23 secondi. Superiorità a mani basse. 

1:18.029 questo sarà il giro più veloce fatto segnare da Ayrton, un crono di quasi due secondi più veloce degli altri. Giro siglato in un modo un po' singolare. All'epoca non c'erano limiti di velocità ai box, saranno interrotti successivamente, e Ayrton ebbe l'intuizione che poteva sfruttare la corsia dei box a suo piacimento per andare più veloce e guadagnare qualcosa in più rispetto anche ai suoi tempi cronometrati seguendo il classico layout del circuito.

L'intuizione sarà corretta e il giro record del gran premio verrà segnato seguendo questa bizzarra.

Galvão Bueno: “Dopo la gara Ayrton ci ha detto che è passato attraverso la corsia box per capire quanto poteva guadagnare, perché se avesse dovuto superare di nuovo Prost durante la corsa, avrebbe usato quella scorciatoia. Ed è così che quella è diventata l’unica gara nella storia del motorsport in cui il giro veloce è stato fatto passando dalla corsia dei box!”. Un record davvero singolare. 

 

Per Ayrton quella di Donington fu la sua impresa più grande, fu la sua scultura più bella, fu quell'opera maestosa che lo eresse ancora di più nell'Olimpo delle divinità del motosport. Mentre gli altri affogavano lui camminava sulle acque del circuito, mentre gli altri erano fagocitati dai torrenti del tracciato, lui era amico delle goccioline di pioggia presenti in pista, un autentico dio del motosport che ha come amici gli elementi della natura.

 

Quel giro, quella tenuta di gara, quella fame agonistica, quell'estro che solo i geni hanno, saranno sempre impressi indelebili nel libro della storia di questo sport....l'ultima grande gloria prima del vuoto e della leggenda...prima del suo grande saluto, l'ultimo grande balzo di un pilota che sarà modello per gli astri nascenti futuri. 

 

 

PHOTO GALLERY

Stirling Moss:

 

“Ayrton, con questa gara, si consacra definitivamente come il più grande pilota di tutti i tempi. Dopo Fangio e Clark, sarà lui il punto di paragone per la generazione futura di piloti”

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