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SEMPLICEMENTE AYRTON SENNA

Quando si nomina Ayrton Senna si prova sempre un misto di soggezione e di emozione...provate solamente a pronunciare il suo nome e vi catapulterete in una dimensione totalmente diversa.

Vengono proprio i brividi alla schiena, quando riecheggia il suo nome nella nostra mente, perché si è toccati nel profondo della storia della Formula 1, quella Formula 1 che a distanza di anni continua a parlare di lui. 

 

Ma non è solo lo sport che persevera nel portarlo alla luce, siamo anche noi che continuiamo ad includerlo nei nostri discorsi...perché Senna con le sue danze veloci ci ha conquistati, ci ha ammaliati, ci ha attratti a sé come un quadro di Van Gogh

 

Senna non c'è più, ha lasciato questa terra, ma lo ha fatto solo fisicamente, è solo il corpo che ha cessato di esistere, ma la sua anima, la sua forza e la sua dedizione verso lo sport, la sua bontà serpeggeranno sempre fra di noi. 

 

Oggi è un giorno speciale e lo stiamo ricordando un po' tutti perché il tre volte campione del mondo brasiliano avrebbe compiuto 63 anni, ma per me Ayrton rimarrà un eterno ragazzo di 34 anni che ha vinto il tempo, fermando il ritmo del mondo con carisma e verità. 

Non stiamo parlando solo di un campione sportivo, stiamo parlando di un figlio del vento che volava sui circuiti del mondo segnando record su record. 

 

Non sono solo le vittorie e le pole position che rappresentano la sua grandezza, ma è il modo in cui sono arrivate. Senna sapeva aggredire la pista, sapeva essere un tutt'uno con la propria monoposto, tanto che diventava una freccia precisa  e letale per i suoi avversari. 

 

"Non sono una macchina, non sono imbattibile; semplicemente l’automobilismo fa parte di me, del mio corpo. Quattro ruote, un sedile, un volante. E’ questa la mia vita sin dalla più tenera età." (Senna) 

 

Era il figlio prediletto della velocità, era il figlio preferito del suo popolo (alla pari di Pelé), il Brasile, era il figlio e il fratello di tutti noi che ogni domenica eravamo testimoni prediletti delle sue gesta.

Non dimenticheremo mai i suoi giri veloci, i suoi magici sorpassi, le sue rimonte prodigiose e le sue imprese sotto la pioggia, quella pioggia che era maledetta per tutti ma per Ayrton era amica fedele e potente alleata. 

Ayrton era bello e pensoso, era sincero e diretto, Ayrton era un'opera d'arte a tutti gli effetti...

 

Ayrton era un brasiliano abbastanza anomalo, a differenza del suo connazionale Piquet non era gioioso, allegro ed estroverso. Senna era introverso, estremamente riservato, elegante ed affascinante. Aveva su di sé l'aura dell'eroe malinconico, sapientemente riprodotta nella statua, dedicatagli, all'interno dell'Autodromo di Imola.

(L'opera per chi non lo sapesse è situata nei pressi della Curva del Tamburello dove Senna ebbe ahimè, l'incidente che ne decretò la fine.)

 

Senna non aveva soprannomi, era Semplicemente Ayrton Senna, bastava questo per caratterizzarlo, bastavano le sue 65 pole position e le 41 vittorie per descriverlo, bastava lui dentro l'abitacolo con il suo casco, così speciale ed iconico, tinto dei toni carioca, come biglietto da visita. 

In pista Ayrton si trasformava, non era più timido, smetteva di essere gentile, ma si riempiva improvvisamente di audacia e ferocia...Alain Prost ne sà qualcosa a riguardo. Come non ricordare lo scontro furente fra i due campioni a Suzuka nel 1990, prova della cattiveria agonistica del campione brasiliano.

 

Ayrton era il re della pioggia e aveva posto nel circuito di Monte Carlo, dove Ayrton Senna detiene tuttora il record di vittorie, un regno tutto suo. Ed è proprio sulla prestigiosa pista monegasca che Ayrton, come un moderno Michelangelo, ha scolpito negli annali gare epiche.

 

Ayrton non mollava mai, non ci riusciva, non ce la faceva, era più forte di lui. Non contemplava la resa.

A tal proposito torniamo dietro nel tempo. Siamo nel 1991 quando ottenne la tanto attesa prima vittoria nel Gran Premio di casa, a San Paolo, sua città natale. Fu una vittoria tanto sofferta quanto voluta visto che dal 60° giro ebbe problemi al cambio, con l’auto bloccata in sesta marcia, ma riuscì a controllare la vettura e a vincere. Tanto fu lo sforzo fisico, che a fine gara svenne.

Per capire chi era Ayrton Senna, come pilota, bisogna per forza rimembrare Donington, nel 1993, dove dipinse il 'Lap of the Gods' (il giro degli dei), eletto miglior primo giro della storia della Formula 1. Pioveva, pioveva tanto, come non mai sul circuito inglese e Senna si esaltava sul bagnato: nello spazio di un battito di ciglia il nostro protagonista si ritrovò in testa dopo aver superato tutti. 

Senna era classe, intensità, coraggio, carità e dono: fuori dalla monoposto donava parte dei suoi guadagni in beneficenza. Ayrton si sentiva un privilegiato, riteneva di far parte di un elite fatta di occasioni più facili da cogliere. Nonostante il sentirsi benedetto da un'entità benevola, Ayrton sapeva che in fondo, alle radici della vita, siamo tutti uguali: «Siamo fatti di emozioni, siamo tutti alla ricerca di emozioni, si tratta solo di trovare il modo per viverle», disse.

Ayrton Senna era profondamente introspettivo e viveva questa sua interiorità da religioso, segno che curava la sua sfera più intima sentendosi spesso e volentieri connesso con un'entità superiore: nota curiosa a tal proposito vuole che nel 1988, quando vinse il suo primo titolo mondiale a Suzuka, disse di aver visto il volto di Dio.

"Ho sempre avuto un contatto speciale con Dio. Lui mi ha sempre dato molto. È stato a Montecarlo, che ho avuto la prima esperienza diretta con Dio. È stata una cosa molto importante. A partire da questo primo contatto io sono riuscito a comprendere tutta una serie di cose e di fatti che mi erano toccati precedentemente e i cui contorni mi erano sfuggiti. È tutto molto soggettivo, nel campo della fede, e può anche essere discutibile. Io dico che ho sempre ottenuto tutto ciò che ho chiesto" (Senna)

Senna era magia, quella magia che non riesci tanto a descrivere con razionalità, era quella magia che non puoi ingabbiare da parole che possono risuonare totalmente inutili. 

Ma sicuramente quella magia la potrai percepire per sempre come un incantesimo che ha un inizio e non una fine, perché Ayrton Senna non avrà mai una fine...

 

Fra 30 anni staremo ancora quì a parlare di lui, a confrontarci sulle gesta di questo eroe incredibile.

 

Sono sicura che non solo i veterani racconteranno le vicissitudini di una vita così tanto particolare da essere ancora sulla bocca di tutti, ma anche giovani appassionati verranno attratti naturalmente e spontaneamente a lui perché, nonostante non si è conosciuto, è una figura troppo magnetica per rimanerci distanti. 

 

Per molti sarà il mito conosciuto, per altri forse rimarrà un semplice rivale da stimare, per alcuni invece Senna rappresenterà solo esclusivamente la Formula 1. 

Ma per molti il campione brasiliano sarà un artista del motosport, una persona unica e mistica, un sogno a cui molti attingono per diventare campioni migliori. 

 

"Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo limite. Accade qualcosa. E Immediatamente riesci a correre un po' più forte, grazie al potere della tua mente, alla tua determinazione, al tuo istinto e grazie all'esperienza. Puoi volare molto in alto" (Senna)

 

Per altri Senna invece sarà sempre un uomo che rimarrà sempre e solo se stesso, un modello da seguire, un uomo che sapeva guardare le proprie fragilità senza vergogna perché era profondamente consapevole che sono le criticità ti rendono vero e puro...

 

"La cosa più importante è essere te stesso, senza permettere a nessuno di ostacolarti, senza essere diverso perchè qualcuno vuole che tu sia diverso. Devi essere te stesso. Molte volte farai degli errori a causa della tua personalità, del carattere o delle interferenze che puoi trovare lungo il cammino. Ma solo così puoi imparare: dai tuoi errori. E’ questa la cosa principale: utilizzare gli errori per imparare. Io credo nell’abilità di concentrarsi profondamente, in modo da rendere e progredire ancora di più."

 

Per me resterà sempre e solo SEMPLICEMENTE AYRTON SENNA

 

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