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TRA IL POP E GLI SCREENSHOT

DI MILLY SUNSHINE

Immaginate che sia un normale weekend di gara e che il social di Eliano Muschio ospiti una normale community di appassionati di Formula 1. Che poi, "community", parliamone, personalmente lo trovo un termine piuttosto abusato. Ci sarebbero definizioni più corrette. Mandria? Accozzaglia di gente a caso? Esercito di twittatori seriali che sentono la necessità di commentare ogni singolo istante?


È un normale weekend di gara ed entrare sul social di Eliano Muschio a qualche ora di distanza da una sessione sembra un delirio. Ora, il signor Eliano ha sicuramente a che vedere con tutto questo: i suoi algoritmi cambiano ogni giorno e ogni giorno propone qualcosa di nuovo, come la scelta tra avere una bacheca di post a caso oppure selezionare l'opzione per leggere solo i followed.


Entrare è talvolta sufficiente per provare il desiderio di scappare a gambe levate... perché diciamo le cose come stanno: l'algoritmo potrà anche suggerire un ripetersi di post strani che viaggiano tutti nelle stesse direzioni, ma quei post qualcuno li ha scritti davvero. Per ogni spettacolo agghiacciante ci sono decine di persone che hanno contribuito con gli sforzi del proprio intelletto a raggiungere quel risultato.


Polemiche e complotti, insulti e prese in giro, per poi raggiungere vette ben più elevate. Tifoserie contrapposte, o correnti contrapposte della stessa tifoseria, si screenshottano a vicenda e pubblicano post altrui senza taggarli, per esporli alla derisione del loro lato della mandria. Ciò che altri hanno detto viene talora estrapolato totalmente dal proprio contesto e utilizzato neanche tanto per mettere in ridicolo altri, ma per procacciarsi qualche like.


È un enorme Tweet to Survive, con discussioni che finiscono spesso per perdere completamente il proprio spessore e parole di altri vengono utilizzate per portare avanti la propria spesso inutile causa. Non sono il tipo di persona che vaneggia di quanto fosse bello il passato del motorsport e della convivenza del suo fanbase e mi rendo conto di quanto anche in passato ci siano stati aspetti molto criticabili...


La differenza sta nel fatto che, in passato, potevi vivere sotto la tua cappa di vetro ed evitare certi deliri, perché non erano così dilaganti . Adesso, se solo osi accennare il problema, la risposta classica è: "dovresti smettere di stare su Twitter (o il social di turno)". Eh no, troppo facile: chi sta su Twitter (o qualsiasi altro social) perché spera di potere fare conversazioni sensate ha lo stesso diritto di frequentarlo di chi passa il proprio tempo a denigrare, insultare, deridere e screenshottare, sparlando di altri praticamente in piazza.


Un tempo c'era chi vaneggiava di "quando i piloti erano veri uomini". A me sembra che sia più appropriato dirlo dei tifosi: un tempo erano "veri uomini" nel senso che erano adulti, adesso l'età mentale del fanbase sembra drasticamente calata. Sarà che a forza di fare una Formula 1 a misura di ragazzini, stanno diventando ragazzini anche gli adulti?


Sarà che la "narrazione pop", alla fine, è quella davvero più adatta al grande pubblico? Anche tra i critici di tale narrazione mi sembra di intravedere il proliferare dello stesso modo di parlare di motori. Perché da un lato è vero, ci sono telecronisti che urlano, sbeffeggiano piloti, inventano polemiche, fanno gli stessi commenti sugli stessi piloti indipendentemente dai risultati e quant'altro, ma lo stesso fanbase che si spaccia per "non pop" non mi sembra comportarsi in maniera tanto diversa.


In conclusione, la riflessione è che la Formula 1 di un tempo venisse narrata in modo quantomeno da ispirare se non senso critico almeno contegno, mentre la Formula 1 contemporanea sia un prodotto a misura di "tifoso pop" che non si rende conto di essere passato al lato pop della tifoseria.

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