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LANCE STROLL: L'EROE DEL BAHRAIN

DI CARMEN PETRILLO

La delusione di alcuni e l’euforia di altri in seguito al primo GP della stagione sembrano aver oscurato il sesto posto ottenuto da Lance Stroll sul circuito del Bahrain, un risultato che in pochi si aspettavano, viste anche le condizioni fisiche del pilota.

La sua settima stagione in F1 non è iniziata nel migliore dei modi: il 18 febbraio, infatti, è rimasto coinvolto in un incidente in bici e il giorno seguente l’Aston Martin ha pubblicato un comunicato in cui ha annunciato l’assenza del pilota canadese ai test prestagionali in Bahrain, sostituito da Felipe Drugovich, reserve driver.

 

Nonostante i danni riportati (frattura scomposta del polso destro e composta del polso sinistro, frattura della mano sinistra più una lesione dell’alluce del piede destro), Stroll si è detto fin da subito intenzionato a tornare in macchina il prima possibile e dopo un intervento ad opera del dottor Javier Mir, è iniziata una vera e propria corsa contro il tempo, a soli 12 giorni dall’inizio del campionato.

 

 

All’operazione è seguito un doloroso periodo di riabilitazione, che il pilota ha raccontato in un video postato sul suo profilo Instagram, al termine della gara: “Il Dottor Mir mi ha detto che sarei tornato a guidare a Jeddah se avessi lavorato sodo e che con un po’ di fortuna, era ottimista sul fatto che avrei potuto correre anche in Bahrain, ma quella era una possibilità remota. […] Inizialmente i progressi sono stati lenti, avevo bisogno di aiuto anche nelle attività quotidiane a casa. Ma giorno dopo giorno la situazione è migliorata e quando ho tolto il gesso quattro giorni dopo, correre in Bahrain è diventato possibile.” Ha continuato raccontando dello sforzo fatto durante la riabilitazione e dei test al simulatore per verificare le sue condizioni fisiche.

 

Nessuno si aspettava che Stroll sarebbe sceso in pista domenica dopo un incidente del genere, soprattutto non dopo aver assistito ad un paio di episodi che hanno lasciato perplessi molti appassionati sull’impegno della FIA nel migliorare la sicurezza dei piloti: se da un lato c’è una Federazione che ha cercato di imporre il divieto di indossare gioielli all’interno dell’abitacolo (una questione ritenuta inutile e superflua soprattutto da Lewis Hamilton), dall’altro c’è la stessa Federazione che ha dato il via libera a Stroll nonostante l’evidente difficoltà del pilota nell’uscire dalla macchina al termine delle prove libere. Un serio rischio, se consideriamo il brutto incidente di Grosjean proprio in Bahrain nel 2020.

 

Questo dibattito su una possibile negligenza da parte della FIA ha in parte oscurato gli ottimi risultati ottenuti da Lance Stroll in tutto il weekend: dopo tre sessioni di prove libere in cui fa segnare il sesto e settimo tempo, si qualifica ottavo, a mezzo secondo dal compagno di squadra Fernando Alonso. Domenica, tralasciando il contatto al primo giro proprio con quest’ultimo, abbiamo assistito ad una buona prestazione e anche ad un bel soprasso su George Russell; ottima anche la strategia, che gli ha permesso di tagliare il traguardo a meno di 4 secondi dalla Mercedes di Lewis Hamilton.

Lance Stroll ha dimostrato tanta tenacia nel ritornare in pista in così poco tempo, senza aver avuto nemmeno la possibilità di adattarsi alla nuova macchina durante i test. Il sesto posto in Bahrain gli è valsa l’ammirazione di molti all’interno del paddock, in particolare del suo compagno di squadra che l’ha definito un vero e proprio eroe.

 

Sui social c’è addirittura chi, dopo il gran premio, già parla di Stroll come uno dei piloti più sottovalutati degli ultimi anni, ma questo potranno dircelo soltanto il tempo e i risultati. Di certo non basta una buona prestazione a cancellare gli errori fatti in pista in questi ultimi anni, ma stavolta a Lance si presenta uno scenario del tutto diverso da quelli precedenti, quest’anno ha una macchina che si è dimostrata competitiva e sa bene che se vuole salire sul podio come il compagno di squadra, deve rimanere lucido ed evitare di commettere errori.

 

Per ora, si concentra sul percorso di riabilitazione per arrivare a Jeddah ancora più preparato, pronto per affrontare un altro weekend e, chissà, per collezionare un altro podio in carriera.

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