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FERRARI: IL CAOS VERSO L'ORDINE?

DI LAURA PIRAS

Inizio complicato per la Ferrari in questa prima parte del 2023: scarsi risultati in pista, affidabilità ancora sotto l'occhio del ciclone e una squadra al limite della stabilità strutturale. 

Dopo l'allontanamento di Inaki Rueda dal suo ruolo di Capo del Reparto Strategico, questa volta è un altro responsabile a lasciar il posto, si tratta di David Sanchez, ex, oramai, Head of Vehicle Concept

E' infatti notizia di ieri che Sanchez ha rassegnato le sue dimissioni, abbandonato la Ferrari, per, probabilmente, confluire in Mclaren, sua vecchia casa di appartenenza. 

 

Dopo essersi diplomato all'École nationale supérieure de mécanique et d'aérotechnique, Sanchez ha iniziato la sua carriera nel motorsport lavorando come aerodinamico per il team Renault F1 come aerodinamico junior nel 2005. Si è trasferito alla McLaren Racing nel 2007 inizialmente come aerodinamico senior prima di diventare un team leader di aerodinamica facendo parte del team che ha sviluppato l'innovativo F-Duct visto nella McLaren MP4-25.

Alla ricerca di una nuove sfide, Sanchez ha deciso di entrare a far parte della Ferrari nell'ottobre 2012 come aerodinamico principale, sostituendo in seguito il defunto Dirk de Beer come capo aerodinamico nel 2016 prima di dirigere l'intero dipartimento nel 2019.

Nel 2021 Sanchez è stato nuovamente promosso a Chief Engineer, Vehicle Concept, alla guida della progettazione e dello sviluppo dell'auto Ferrari del 2022 diventando a tutti gli effetti responsabile della crescita sia della F1-75 che della SF-23.

Non ci è dato sapere il reale motivo perché per cui David si sia dimesso, potrebbe essere stato allontanato volutamente dal nuovo TP Frederic Vasseur, intenzionato a costruire la squadra intorno al pupillo Charles Leclerc, o potrebbe essersi dimesso perché oramai la sua figura cozzava con l'attuale amministrazione. 

 

Fatto che sta dopo neanche una gara la squadra si trova senza un responsabile degli aerodinamici, reparto che per una serie di motivi si ritrova improvvisamente ad annaspare in un clima di incertezza, incertezza che è una delle principali mancanze della Ferrari al giorno d'oggi.

 

Le debolezze della Scuderia di Maranello non sono delle novità, non sono aspetti poco conosciuti ma sono sicuramente criticità ch,e man mano che passa il tempo, stanno trovando delle conferme. 

La Ferrari non vince da un bel po' perché non ha un metodo vincente principalmente perché non ha una motivazione degna dell'Olimpo dei migliori

 

Il Cavallino ha perso la sua natura di squadra che, nonostante le difficoltà, va avanti con caparbietà e coraggio. La Ferrari arranca, soprattutto ora, soprattutto quando dovrebbe proseguire forte ed unita

 

In questi ultimi anni la Rossa di Maranello è vissuta nel caos: team principal cambiati ogni 3 x 2, campioni del mondo, non valorizzati al meglio delle possibilità, tecnici capaci, ma non inseriti nel modo giusto nel proprio team di riferimento. 

A tutto si aggiungono anche metodi non ottimali per lavorare al meglio delle possibilità.

Ma su tutti spadroneggia una dirigenza fantasma che non esprime più il suo pensiero con concretezza e forza che non mostra con fierezza l'amore che la Ferrari prova per la F1

Tanti in questi mesi hanno dato la colpa a Messer Binotto di ciò che è stato compiuto negli anni passati...come dargli torto.

 

Binotto ha incarnato alla perfezione l'animo del perfetto egoista accentratore che voleva addossarsi solo esclusivamente gli onori ma non gli oneri del percorso della Ferrari in F1. Binotto in questi ultimi tempi non si è mai preso un minimo di responsabilità, eppure doveva farlo essendo il TP del team, perchè un buon leader fa anche questo, china il capo di fronte agli errori, fa tesoro di ciò che succede e cerca di andare avanti con forza e grinta cercando di spronare il prossimo. 

Invece Mattia da Losanna, nominato così da Mariano Froldi per tanto tempo, ha solo seminato tempesta e raccolto malanimi e scontenti. 

 

Allontanandosi dalla Ferrari ha lasciato al suo successore un'eredità pesante, che sa di zavorra, un'eredità che sarà molto difficile cancellare nel breve periodo. 

 

Ovviamente in tutto questo la dirigenza non ha mai preso dei reali provvedimenti per arginare la crisi degli ultimi anni, ha solo compiuto piccolo tentativi flebili e deboli di rimettere le cose in ordine ma fallendo miseramente ogni volta. 

Forse per mancanza di conoscenze legate al mondo dello sport, forse per un reale disinteresse alla F1 a causa del premio fedeltà raccolto tutti gli anni, ma i piani alti sembrano spuri di amore e di passione per questo mondo che invece è alla base della leggenda del Cavallino. 

 

E ora ci si ritrova con la stessa conduzione ma con un TP completamente diverso, segno di un ritmo che è intermittente e mai costante, segno di una continuità che oramai non è più di casa a Maranello.

Che ingrato compito quello raccolto da Vasseur, oltre il danno anche la beffa di ritrovarsi fra le mani non solo una vettura che non è in grado di soddisfare le richieste dei propri piloti, ma anche quello di una squadra da costruire totalmente, pezzo dopo pezzo. 

 

 

 

La Ferrari vige in un caos che sta scuotendo gli animi di tutti, che sta facendo nascere parecchie dubbi su quella poca solidità mostrata negli ultimi tempi. 

Ma dal caos qualcosa dovrà pur nascere? Riuscirà il nuovo TP a proporre una revisione efficacie dell'enclave rosso o sarà l'ennesimo comandante a sventolare bandiera bianca? 

La speranza dei tifosi Ferrari sta nel semplice fatto che niente dura in eterno, neanche i fallimenti, sta nel fatto che in squadra c'è un astro luminoso che deve brillare ancora di più, sta nel fatto che i competitors non potranno essere sempre così all'altezza del compito, sta nel fatto che la rivincita dovrà iniziare da qualche parte. 

E magari in questi giorni si sta assistendo alla tempesta prima della calma, magari un giorno, nel prossimo futuro a Maranello sventolerà la bandiera più importante e tutto sarà dimenticato. 

Forse alla Ferrari questo caos servirà per costruire l'ordine, quella struttura forte e efficace che tanto vuole Charles Leclerc, principe monegasco che scalpita per diventare campione del mondo. 

Ma come ogni percorso e processo servirà tempo, pazienza e dedizione perchè le scelte di oggi non si tramuteranno in azioni istantaneamente, perchè in F1 non esiste la bacchetta magica come nelle miglior favole. 

 

“Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante”

 

Friedrich Nietzsche

 

Ecco quale citazione mi viene da pensare a quando vengo a scontrarmi con dinamiche così delineate. 

Chissà se saremo testimoni della trasformazione della Ferrari in una stella danzante o invece tutto sarà solo un meraviglioso sogno? 

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