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LE DONNE NEL MOTOSPORT

DI LAURA PIRAS

La Formula 1 come la conosciamo noi ci ha donato incredibili storie i cui protagonisti sono piloti, tecnici, team e altre figure caratterizzate da uno spessore quasi leggendario. 

Parliamo spesso delle vittorie, di aspetti tecnici, di uomini che hanno saputo dare un certo contributo a questo sport meraviglioso. 

Altre volte ci soffermiamo sui circuiti analizzandone tutte le caratteristiche tecniche, approfondendone la storia e le evoluzioni. 

Ai nostri occhi sono determinanti non solo le vittorie ma anche le sconfitte e come si sono verificate certe debacle.

Conosciamo e raccontiamo molto bene le crisi che i team hanno subito o che i piloti hanno affrontato durante il loro cammino nel Circus. 

Ma parliamo sempre e solo al maschile, portando a galla raramente ciò che invece le donne hanno significato in tutti questi anni di Motosport. 

Le donne sono una presenza silenziosa, sporadica, in questo mondo ma hanno, secondo me, tinto di toni più poetici uno sport che in loro secondo me ha trovato la sua completezza. 

Oggi 8 marzo 2023 si celebra la giornata mondiale delle donne e mi sembrava giusto scrivere un piccolo tributo al genere femminile spesso bistrattato. 

Non lo faccio perchè sono donna anche io. Non lo faccio neanche per controbilanciare un' informazione ovviamente indirizzata verso l'universo maschile. Non lo faccio neanche come segno di protesta perchè non se ne parla abbastanza. 

Lo faccio per informare e per rendere giustizia a certe figure che secondo me possono essere prese come modello da tante che, come me, amano e adorano i motori. 

Vi assicuro che siamo in tante a seguire la Formula 1, abbiamo anche noi i nostri punti di riferimento e conosciamo anche molto bene la parte tecnica del Motosport. 

Ma molte non si mostrano per paura forse di essere prese in giro o anche per paura di non essere prese abbastanza in considerazione. 

Ma perchè secondo voi le donne sono state un po' emarginate da questo sport?

Sono proprio le donne ad essere poco interessate o invece può essere considerata solo come una disciplina sportiva che possono praticare solo gli uomini? 

Sicuramente a livello storico le donne non sono state facilitate nell'approcciarsi alla Formula 1. Culturalmente la donna ha ancora adesso problemi di emancipazione e molto deve essere fatto, ancora, per una parità dei sessi giusta, equa ed equilibrata .

Molto probabilmente a livello fisico un uomo può sostenere con più facilità e serenità tutti gli impegni che sono presenti nel calendario di un mondiale di formula 1. 

 

Reputo comunque che anche una donna, con il giusto allenamento, possa sopportare le sollecitazioni fisiche che subisce il corpo all'interno dell'abitacolo della propria vettura. 

L'uomo ha una certa predisposizione fisiologica ma oltre alle capacità fisiche bisognerebbe aggiungere all'equazione per diventare un pilota anche la volontà e la forza d'animo e non penso che noi donne ne siamo prive.

 

In passato molte "pilotesse" si sono affacciate a questo mondo ma si sono arrese, nonostante la loro caparbietà e ostinazione, altre, nel giorno d'oggi, invece continuano imperterrite a macinare chilometri in pista. C'è da dire che forse anche gli sponsor preferiscono appoggiare figure maschili rispetto a quelle femminili, forse consapevoli di una maggiore continuità di rendimento.

Qualche passo avanti è stato fatto ma molto ancora può essere svolto per avere numeri più interessanti. 

LA STORIA DELLA DONNA NEL MOTOSPORT 

 

La storia della donna in Formula 1 inizia con Maria Teresa De Filippis, che fece il suo debutto in occasione del Gran Premio di Monaco 1958 guidando una Maserati 250F, ahimè non si qualificò ma fece un ulteriore tentativo in Belgio. Riuscì a qualificarsi in 19sima posizione ed a concludere in decima. La De Filippis si ritirò dal mondo delle corse a causa della morte del suo amico  Jean Behra, avvenuta all’AVUS di Berlino.

 

La prima ed unica donna a conquistare punti in Formula 1 fu Maria Grazia Lombardi. Soprannominata da tutti “Lella”, approdò in Formula 1 nel 1974 al volante della Brabham BT42, tentando di qualificarsi nel GP di Gran Bretagna

Fu nel 1975 che “Lella” Lombardi fece l'impresa, precisamente al Montjuich.

 

Guidando una March 741 la nostra eroina giunse al traguardo sesta e conquistò un " mezzo punto" che rimarrà leggendario. Dopo la parentesi della F1 partecipò anche al Campionato del mondo sport-prototipi e chiuse la carriera in NASCAR.

 

Fu proprio in questo periodo che avvenne un'occasione più unica che rara, un gran premio in particolare che rappresentò un evento incredibile, il gran premio di Gran Bretagna del 1976 quando in pista oltre a Lella Lombardi, su Brabham possiamo ricordare la presenza di Divina Galica su Surtess. Due donne per la prima volta erano su un circuito di Formula1. 

 

Divina, oltre che essere appassionata di motosport,  è da ricordare perchè fu anche una campionessa olimpionica di sci alpino. La sua permanenza in F1 non durò tantissimo e continuò la sua carriera nel mondo a 4 ruote nelle sport-car, nei trucks, in Formula Renault e in Formula Vauxhall Lotus dove otterrà risultati interessanti.

 

Successivamente possiamo ricordare l'apparizione molto veloce di Desiré Wilson, di origine sudafricana che fece il suo debutto nel GP di Gran Bretagna 1980 al volante di una Williams non ufficiale, senza qualificarsi. Ricomparirà nella stagione successiva in Sudafrica. Concluderà la carriera con esperienze in Formula Cart e in gare di sport-prototipi.

 

L’ultima donna che corse in F1  è stata Giovanna Amati. Dopo aver partecipato per un lungo periodo in Formula 3000 , ottenendo un settimo posto come miglior risultato, nel 1992 debuttò in Formula 1 come secondo pilota della Brabham. A causa di vettura poco competitiva, la BT60B, con la quale ebbe scarsi risultativenne sostituita da Damon Hill. 

Dopo l’esperienza di Giovanna Amati, alla guida della Brabham nel 1992, la Formula 1 non ebbe nella griglia di partenza nessun’altra donna. L’unica che fece capolino, ma solamente in occasione delle free practices del venerdì, è stata Susie Wolff con la Williams, qualche anno fa (2014 e 2015).

 

Ci furono anche altre occasioni in cui una donna ha orbitato in F1 in virtù però solo di eventi promozionali e sessioni di test privati. 

Ricordiamo ad esempio Simona De Silvestro (Sauber, 2014), Carmen Jordà (Lotus/Renault, 2015-2016), Maria de Villota (Lotus/Marussia, 2011-2012) e Tatiana Calderon (ex collaudatrice per Alfa Romeo Racing).

 

 

Diventare una donna pilota, ancora oggi, è considerato parecchio difficile anche perchè fondamentalmente in molte realtà è ancora un bel tabù. 

Ma, differentemente dal passato, la Fia sta attuando una serie di politiche per avvicinare le donne al motosport. 

Nel 2019 la Fédération Internationale de l'Automobile, ha dato i natali alla W Series, campionato (monomarca) che si è posto come mission quella di dare un grande incoraggiamento al mondo femminile di fare il suo ingresso, con grande slancio e una struttura migliore, alle corse. 

Per problemi economici questa categoria ha chiuso i battenti l'anno scorso, così facendo, il percorso delle donne del motosport ha subito uno stop abbastanza improvviso. 

 

Ne ha approfittato la dominatrice della W Serie Jamie Chadwick, vincitrice di tre mondiali (2019, 2021 e 2022) e pilota  Williams Driver Academy, di fare il suo esordio nel campionato minore dell’IndyCar, la Indy NXT, quest'anno.

 

Nonostante la battuta d'arresto la FOM non si è data per vinta, e ha costituito per il 2023 la F1 Academy che ha come scopo quella di favorire l'entrata e la progressione delle drivers donne nel mondo sportivo delle 4 ruote.

Questo nuovo scenario non è altro che la versione femminile della Formula 4. 

 

Parallelamente a queste iniziative la FIA ha varato un altro progetto davvero interessato, chiamato "FIA Girls on Track"

Con un aiuto della commissione Women in Motosport, questo organo ha il fine l'individuazione di giovani talenti femminili.

Da menzionare il fatto che il principale partner di questo nuovo cammino sia la Scuderia Ferrari che, con la sua Ferrari Driver Academy, cerca di supportare il lavoro della commissione in questione. 

Il progetto punta all'ingresso di giovani ragazze al volante di una vettura di Formula 4 in uno dei campionati FIA di Formula 4 in Europa.

Ad oggi l'unica donna pilota a guidare una monoposto, in Formula 4, è Maya Weng con la Iron Dames. La Weng è stata la prima donna a fare il suo ingresso nella FDA, grazie al lancio del “Girls on Track“. La seconda donna a fare il suo ingresso nella FDA seguendo lo stesso iter è la giovane Laura Campus, che durante il 2022 ha eseguito dei test sulla vettura di F4 delle Iron Dames.

 

L'anno scorso la scuderia Alpine ha annunciato la messa in atto di un programma, nominato Rac(H)er, che ha come scopo quello di ridimensionare il gender gap promuovendo la meritocrazia nello sport. 

Il team francese ha aperto un'opera di finanziamenti riguardo al supporto dei talenti femminile nello sport. 

 

Il nostro percorso esplorativo nel mondo del motosport tinto di rossa è giunto alla conclusione, chissà quali scenari ci aspetteranno nel prossimo futuro. 

Voglio chiudere questo articolo con un appello a tutte voi ragazze che volete entrare a far parte in questo mondo: Credeteci sempre, non mollate mai, sognate e vivete il vostro obiettivo al massimo delle vostre capacità. 

E se le cose non andranno come vorreste, chiudete gli occhi e pensate alle vite di coloro che ce l'hanno fatta, meditate su di loro e riflettete su ciò che potete fare per raggiungere i vostri obiettivi. 

 

Immergetevi in un abitacolo virtuale, provate ad immaginarvi mentre percorrete le curve più belle del motosport come l'Eau Rouge di Spa. 

Siete solo voi con la vostra vettura e il vento che lambisce la vostra figura. 

Se il vostro obiettivo invece è quello di scrivere e di raccontare il motosport, fatelo e non ve ne pentirete, sarà dura, non lo nego, ma sarà anche fonte di grandi soddisfazioni. 

Il mondo è alla vostra portata, prendetelo e conquistatelo! 

 

Provateci sempre perchè MAI DIRE MAI e se non riuscirete nel vostro intento almeno non avrete mai rimorsi e rimpianti e potrete ricordarvi di questo percorso con gioia e comunque soddisfazione.  

 

 

 

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