· 

IL SECONDO E' IL PRIMO DEI PERDENTI

DI LAURA PIRAS

In questo periodo, soprattutto la sera, sto rileggendo per l'ennesima volta, un libro che, ciclicamente, rispolvero, sia per amore verso il motosport sia perché certe citazioni, custodite all'interno del tomo, mi risollevano un po' lo spirito e l'anima.

 

Il libro di cui sto parlando è "Il secondo è il primo dei perdenti", scritto da Pino Allievi, con prefazione di Piero Ferrari.

Il piccolo libricino non è altro che una raccolta di frasi di Enzo Ferrari tramite le quali escono un po' tutti gli aspetti più famosi e conosciuti del Drake.

 

Mi immagino Enzo pronunciare queste citazioni con quella sua voce così limpida, intensa e "cavernosa". Immagino anche le pause e il sali e scendi vocale così caratteristico del Drake. 

E provo a delineare nella mia mente anche la mimica facciale di un uomo che non sono mai riuscita a conoscere e apprezzare in contemporanea. 

 

Ma da queste sue esternazioni mi sovviene tutta la sua mission, tutta la sua passione verso questo mondo.

 

C'è una frase, nelle prime pagine del libro, che subito mi è entrata nel cuore:

 

"La passione permette di sopportare amarezze e rinunce che l'ambizione non giustificherebbe in alcun modo"

 

La passione, main focus, della vita del Drake...punto focale dell'esistenza di un uomo che sembra far parte di un passato remoto ma che in realtà dovrebbe essere preso di esempio da chi di dovere. 

 

Enzo Ferrari era un agitatore di uomini, era un uomo che, con poco, ha creato un impero diventato leggendario ed iconico in tutto il mondo. 

Tutto questo è stato possibile perché aveva il sacro fuoco della passione...

 

Rifletto spesso su questa tematica, la passione...e mi chiedo se attualmente il Cavallino Rampante ne abbia un po'. 

Analizzando ciò che sta succedendo nel team attualmente mi sovviene spesso di riflettere sul tipo di costruzione emotiva che muove le file dell'azienda Ferrari. 

 

Non è solo l'affaire Binotto a farmi meditare su tali aspetti ma sono gli ultimi 15 anni a essere testimonianza che forse la passione non è equamente bilanciata all'interno della squadra. 

 

Ci sono state, negli ultimi anni, delle instabilità di interesse verso la vittoria, in seno alla Ferrari: si è percepita passione a fasi alterne come se il fuoco sacro dello sport ogni tanto si affievolisse, forse perché ci si adagia troppo sugli allori... forse perché si da per scontato che niente e nessuno può attaccare i vessilli della Rossa di Maranello. 

 

 

"Quando viene quì qualcuno, porta con sé la sua esperienza, le sue disposizioni e il suo entusiasmo. Quando se ne va porta con sé quello che ha imparato quì. Ma lascia una parte di sé e questo arricchimento funziona in entrambe le direzioni"

 

Colloquio con Griffith Borgeson, "Ferrari: uomo, macchine", Automobilia, 1975. 

 

Proseguendo con la lettura del libro questa frase ha catturato la mia attenzione più di tante altre e penso a tutti coloro che arrivano in una squadra, a quale sia il loro bagaglio di competenze e a ciò che portano con sé dentro al loro bagaglio personale nel momento in cui si allontanano dopo aver trascorsi anni insieme ai loro compagni. 

 

E questa frase cade a fagiolo con la situazione attuale della Ferrari...e mi viene da pensare al percorso di Binotto nella Scuderia di Maranello. 

L'avventura di Binotto in Ferrari sembra arrivata ai titoli di coda...dopo un sodalizio che dura dal lontano 1995 quando iniziò il rapporto lavorativo di Mattia presso la Rossa. 

 

Mattia da Losanna, chiamato, scherzosamente, così per la terra che gli ha donato i natali, si è laureato nel 1994 in Ingegneria Meccanica nel politecnico della città svizzera. Successivamente ha conseguito un master in ingegneria dell'autoveicolo presso il dipartimento di ingegneria "Enzo Ferrari" (DIEF) dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Entrò immediatamente in Ferrari come ingegnere motorista nella squadra test e ha dato il suo contributo alla squadra corse F1 dell'era Schumacher, diventando testimone oculare della magnificenza di quei tempi così ricchi di gloria e di vittorie. 

Nel 2004 divenne ingegnere dei motori da gara e 3 anni dopo assunse il ruolo di capo ingegnere, corse e montaggio. 

Di lì a poco, nel 2009 divenne responsabile delle operazioni motore e KERS con Martinelli ma la scalata gerarchica non si fermò poiché rivestì il ruolo di vicedirettore del reparto del motore ed elettronica con Marmorini. 

Nel 2014, anno di inizio dell'era ibrida, per volontà di Marchionne, arrivò al timone del reparto power unit: Sergio diede a Mattia un'immensa fiducia molto probabilmente perché considerava Binotto un validissimo ingegnere e un uomo capace di comandare abilmente ogni reparto. 

 

Il 27 luglio 2016 Mattia ebbe la nomina di direttore tecnico della Ferrari, sostituendo James Allison che invece abbandonò Maranello per confluire altri lidi, lidi che diverranno scena autentica dell'abilità di Allison. 

La scalata al potere di Mattia non era ancora conclusa, mancava un piccolo tassello... tassello raggiunto dall'ingegnere il 7 gennaio 2019 quando subentrò a Maurizio Arrivabene come Team Principal della Scuderia. 

 

 

 

Ma anche con Binotto i titoli a Maranello non arrivano.

Gli anni si susseguono, i piloti anche ma il risultato è ancora, ahimè, mesto.

Nel 2019 la Mercedes è al culmine della sua strapotenza mentre la Ferrari sta a guardare con discreti risultati: qualche vittoria in aggiunta a qualche podio...ma niente di tutto questo può consolare e  accontentare gli animi dei tifosi che aspettano solo esclusivamente la massima consacrazione.

L'anno dopo la Ferrari tocca il suo punto più basso quando i due alfieri ottengono solo tre miseri podi...ebbene sì..non si aggiungerà neanche una bandiera a Maranello.

Non solo classifica piloti piange ma anche quella costruttori verte in una situazione drammatica: la Ferrari si ritrova dietro anche a McLaren e Renault.

 

Ma c'è fiducia perché a detta di tutti il processo di risalita deve ancora iniziare, processo che inizia nel 2021 quando la Ferrari torna terza forza dietro a Red Bull e Mercedes, squadre che dal 2010 si dividono la scena dominando a fasi alterne. 

E intanto da Maranello cominciano i proclami: " Il 2022 sarà l'anno della svolta", "Vogliamo vincere"...

Proclami intinti di false promesse...

 

La Ferrari migliora ma al termine del mondiale è seconda e dalla squadra cominciano a serpeggiare voci di malumori, soprattutto dal lato di Charles Leclerc che giustamente vorrebbe vincere un titolo mondiale o quanto meno sentirsi al centro del progetto. 

 

 

 

Tornando alla nostra citazione cosa ha portato Binotto in Ferrari? 

 

Molto sostanzialmente ha portato una voglia di crescere all'interno dell'azienda, ha messo a servizio la sua conoscenza e in una prima fase lavorativa ha lavorato alacremente per il benessere della squadra...

Con lui nel 2022 la Ferrari è migliorata tecnicamente, con lui la squadra è stata in grado di assottigliare, anche se di poco, il gap con chi sta dettando legge.

Tutto questo però ancora non é abbastanza, considerando gli esiti finali del mondiale.

 

Nei panni di TP non ha mostrato doti eccelse, anzi ha fallito su tutta la linea: è stato un pessimo comunicatore, ha trascinato il team in stato confusionale, soprattutto riguardo a possibili gerarchie e, nonostante ci abbia messo la faccia in alcune situazioni, non si è mai preso la responsabilità di ammettere i suoi errori, non è mai stato sufficientemente abile nel spiegare in modo concreto e sincero il perché di certe scelte strategiche assurde che hanno caratterizzato in negativo l'andamento del titolo mondiale.

 

A quanto pare questa avventura è al termine anche se ovviamente per essere sicuri bisogna aspettare solo esclusivamente un comunicato ufficiale della squadra perché bisognerebbe parlare a fatti conclusi. 

 

E cosa porterà con sè Binotto quando tutto finirà?

 

Questa domanda andrebbe posta al diretto interessato quando avverrà lo scioglimento di questo sodalizio..ma spero che nel cuore di Binotto ci sarà la gratitudine verso una squadra che per lui ha fatto anche troppo.

 

Il futuro è abbastanza incerto, i ferraristi sono abbastanza preoccupati perché forse ancora il fondo non si è toccato. 

Molto probabilmente a molti tifosi della Rossa non interessa neanche del destino di Messer Binotto, magari perché oramai si convive con disillusione e amarezza talmente tanto costanti da diventare tutto l'ennesima routine del tempo che corre.

 

Certamente è difficile immaginare a cosa possa accadere alla squadra se Binotto fosse sostituito: anche perchè , bisogna essere sinceri, il problema non è sempre da ricercare nel singolo ma nella coralità del gruppo e in particolare in chi dirige la baracca. 

Ovviamente il nostro infausto protagonista ha le sue colpe, è indiscutibile ma se una squadra non riesce in tutti i suoi intenti vuol dire che la causa è da ricercare tramite una valutazione più profonda della realtà.

 

La volontà di vincere, di faticare, di apportare investimenti e di impegnarsi...ecco cosa fa la differenza ora come ora. 

Ma tutto questo non si evince dalle atmosfere ferrariste che noi percepiamo, anzi ci arriva sicuramente una rassegnazione ad abitudini e a circoli viziosi continui e iterativi. 

 

Oramai sembra che alla Ferrari basti la presenza, basti timbrare il cartellino, basti raccogliere il bonus fedeltà. 

Non c'è fame di vittorie ma allo stesso tempo c'è solo voglia di fare promesse da marinaio, non c'è la voglia di valorizzare le persone giuste, ma allo stesso tempo si da il benestare ad un singolo uomo di fare fuoco e fiamme per una lotta al potere malsana che ha portato solo esclusivamente ad avere un governo quasi dittatoriale che ha dato risultati disastrosi.

 

 

Il futuro è abbastanza incerto ma in Ferrari dovrebbero ricordarsi quale dovrebbe essere il mantra su cui poggiare tutta la struttura lavorativa: "Il secondo è il primo dei perdenti". 

Non basta che lo si ripeta durante le conferenze stampa, non basta che Vigna lo dica durante alcune dichiarazioni... 

In Ferrari devono crederci, con tutte le loro forze...ora o mai più.

 

 

Scrivi commento

Commenti: 1
  • #1

    Daniele (domenica, 04 dicembre 2022 19:22)

    Volevo fare gli auguri ad una persona che dovrebbe ricevere sempre tutto l'amore del mondo.
    Grande appassionata della F1, credetemi...conosco Laura da una vita e vi assicuro che ha una passione smisurata per questo sport, quando parla della F1 le brillano gli occhi.
    Laura ti auguro un bene immenso.
    Ancora auguri di compleanno alla creatrice di questo blog fantastico!!!