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Nico Hulkenberg e la grande occasione brasiliana

DI NICOLA CORINI

La pioggia ad Interlagos: un fattore che ha sempre generato caos, incertezza e

confusione, arrivando a decidere, come è noto, anche dei titoli, come accadde nel

2008 e nel 2012. Ma è anche fonte di sorprese, come non ricordare il primo

successo di Giancarlo Fisichella in F1, alla guida di una Jordan, in una gara costellata

da diversi incidenti dovuti proprio al maltempo. È la famosa gara inizialmente

assegnata a Kimi Raikkonen, con il trofeo poi consegnato al pilota romano lungo il

rettilineo principale del successivo appuntamento iridato ad Imola. C’è però

qualcos’altro che, ancora una volta, è sfuggito alla logica in quel di Interlagos…

Il mondiale 2010, ricco di colpi di scena e spunti per tutti gli appassionati, arriva

all’autodromo Carlos Pace per il suo penultimo appuntamento stagionale. Fernando

Alonso, alfiere Ferrari, è leader del campionato con 11 punti di vantaggio su Mark

Webber (Red Bull), 21 su Lewis Hamilton (McLaren) e 25 su Sebastian Vettel (Red

Bull), ed è reduce dal successo maratona, sempre in condizioni di pista bagnata,

ottenuto nel GP della Corea del Sud appena due settimane prima, arrivando in

Brasile persino con delle possibilità, a dire il vero remote, di laurearsi campione del

mondo con una gara di anticipo. Il weekend sembra procedere in maniera lineare,

con le Red Bull di Vettel e Webber a dominare il venerdì di prove libere, con Alonso

3° a quasi quattro decimi dalla vetta, seguono Hamilton e Massa. Il sabato è però

interessato dal maltempo, un fattore che per via delle pendenze dell’Autodromo, un

anfiteatro naturale (in mezzo ai laghi per l’appunto), causa il riversamento di rivoli

d’acqua in pista, rendendola assai viscida e umida anche con quantitativi d’acqua

non esagerati. Nelle terze libere è Kubica, su Renault, a svettare: il polacco precede

Vettel, Hamilton e Massa, con Fernando Alonso che invece è 5°. Le qualifiche sono

ancora più caotiche, dal momento che si comincia su condizioni pienamente da

bagnato, per poi finire su pista umida, quasi asciutta. La Q1 non presenta particolari

sorprese, con l’eliminazione dei piloti delle nuove scuderie (HRT, Virgin e Lotus), più

la Force India di Adrian Sutil. In questa sessione tutti i piloti adottano gomme da

bagnato, e il più veloce risulta Fernando Alonso in 1’18”987, andando a precedere le

sempre pimpanti Red Bull di Webber e Vettel. Condizioni di pista bagnata

caratterizzano anche la Q2: nella seconda fase vi sono “vittime illustri”, come il

campione del mondo in carica Jenson Button (11°) e il pilota della Mercedes Nico

Rosberg, classificatosi in 13° posizione. Mark Webber è il più rapido in 1’18”516,

precedendo il compagno di squadra Vettel e la Renault di Kubica. Alla fase finale si

qualifica, tra gli altri, Nico Hulkenberg, già in odore di appiedamento dalla Williams

nella stagione successiva, quando sarà Pastor Maldonado, spinto da ricchi sponsor, a

subentrare in squadra. La pista inizia seriamente ad asciugarsi e gli ultimi minuti

della Q3, ultima e decisiva fase, sono il terreno ideale per piloti sensibili e con il

giusto feeling. Su asfalto umido, tutti optano per le gomme slick, consapevoli di

prendersi un rischio: è il caso di Robert Kubica che, con un lungo alla Juncao,

compromette il finale di turno. I tempi vanno via via migliorando, con Hamilton,

Alonso e le due Red Bull a darsi battaglia, oltre ad un sorprendente Hulkenberg:

nell’ultimo giro disponibile, il debuttante tedesco si assicura una strepitosa Pole

Position in 1’14”470, andando a precedere di oltre un secondo le ben più quotate

Red Bull di Vettel e Webber, con Hamilton 4°. Delude, invece, Fernando Alonso, solo quinto.

Quanto fatto da Hulkenberg è straordinario, dal momento che già da diversi anni la

Williams stava vivendo una fase discendente, spinta da un motore di secondo piano

(Cosworth), e da risultati non all’altezza della propria storia. L’ultima pole del team

allora guidato da Sir Frank, risaliva al Gran Premio d’Europa 2005, con Nick Heidfeld,

mentre l’ultima vittoria addirittura al Brasile 2004 con Juan Pablo Montoya. “Una

giornata incredibile, avevo un passo molto buono così come un buon feeling, ma mi

aspettavo che l’ ingegnere mi comunicasse una quinta o sesta posizione al massimo,

non lo avrei mai detto”. La Pole Position con la sua FW32 fruttò a Hulkenberg un

buon ottavo posto in gara, totalmente asciutta, distanziato di un giro dal vincitore

Sebastian Vettel: dati alla mano, si può dire che l’Autodromo Carlos Pace è stato, per

Nico, fonte di croce e delizia, dal momento che due anni dopo, a causa di un

incidente con Hamilton, perse l’opportunità di giocarsi la vittoria del Gran Premio. La

Pole ottenuta non bastò a trovargli un posto in griglia per il 2011, è vero, ma dal

2012 al 2016 ha guidato per la Force India, mentre nelle successive tre stagioni è

stato alla guida della Renault, prima di effettuare ben 5 apparizioni da sostituto di

Perez e Vettel in Racing Point nel 2020 e in Aston Martin nel 2022. Riuscirà Nico a

tornare in F1 con la Haas nella prossima stagione? Intanto ci prepariamo ad un

nuovo capitolo piovoso in quel di Interlagos!

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