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GRAN PREMIO MESSICO: PREVIEW

DI LAURA PIRAS

Terzultima tappa del mondiale in terra messicana questo fine settimana. Ci troviamo nella capitale dello stato del Centro America, Citta del Messico proprio quando si sta celebrando una delle feste messicane più importanti  "Lo Dia de los muertos" dove maschere da teschio e colori sgargianti ne fanno da padrone. Questa festa un evento che ci racconta molto bene parte della cultura sudamericana, evento che risale all'età precolombiana volto al ricordo dei nostri cari defunti e ai morti in senso più generale.

Si commemorano le persone che non ci sono più quasi per evocarli e per farli tornare fra di noi. 

 

Salutati gli Stati Uniti, chiusi definitivamente i giochi riguardo i titoli mondiali, ovviamente ci sono altre sfide che devono avere ancora degli esiti certi. 

Charles Leclerc e Sergio Perez, che quì è il padrone di casa, stanno lottando per il secondo posto, Carlos Sainz si trova a doversi fronteggiare con George Russell per la quarta posizione con Lewis Hamilton che di certo non starà a guardare.

Per quanto riguarda i team la Ferrari vuole mantenere la seconda posizione in classifica ma dovrà vedersela con Mercedes che sta diventando una seria minaccia.

Più indietro nella classifica troviamo la lotta fra Alfa Romeo e Aston Martin per la sesta posizione e più giù fra Haas e Alpha Tauri. 

Se da una parte c'è lo sport dall'altra questo fine settimana sarà, ahimè, il tema Budget Cap a tenere banco ma di questo ce ne occuperemo su un prossimo articolo di inchiesta. 

 

CIRCUITO:

 

Il circuito è permanente ed è posto all’interno di un parco di Città del Messico. 

E' stato costruito nei primi anni 60 e anticamente , sino al 1972, si chiamava Magdalena Mixucha, successivamente si decise di omaggiare i Fratelli Rodriguez, Ricardo e Pedro nominando la pista in loro onore.

Il tracciato nel corso della storia ha subito numerose modifiche, soprattutto la Peraltada è stata accorciata per rendere migliore un settore, costruito all'interno di uno stadio con i piloti che vengono quasi abbracciati dal pubblico. 

Anche il podio ha una locazione speciale, lo stesso è all'interno dello stadio. 

Storicamente parlando si sono disputate 16 edizioni del gran premio messicano: dal 1963 al 1970, dal 1986 al 1992 per riapprodare in Formula 1 nel 2015 ma a causa della pandemia l'evento non ha avuto luogo nel 2020.

La pista è lunga 4.304 km ed è costituito da 17 curve, una delle particolarità è che è sito a 2300 m sopra il livello del mare: caratterista che potrebbe arrecare danno ai motori e ai freni per la presenza di aria rarefatta. 

 

DRS

 

 Sono due le zone DRS:

 

  1. sul rettilineo principale, tra la curva 17 e la curva 1
  2. la seconda, tra la curva 3 e la curva 4

 

DATI PIRELLI: 

 

Per il GP Messico la Pirelli ha deciso di portare le sue tre mescoli centrali:

 

  • C2 P Zero White hard
  • C3 P Zero Yellow medium  
  • C4 P Zero Red soft

Il circuito come abbiamo detto prima è situato a oltre 2200 metri sopra il livello del mare e di conseguenza possiamo dire che quì si terrà la gara con l'altitudine più alta del Mondiale. L’aria rarefatta sarà una bella gatta da pelare per l’efficienza dei motori e dell’aerodinamica, anche perchè si avrà un carico ridotto nelle basse velocità.

In Messico oltretutto si hanno variazioni significative di temperature anche repentine, quindi occhio alle escursioni termiche che potrebbero essere un fatto importante per il consumo delle gomme.

 

IL PUNTO DI MARIO ISOLA:

 

“Il Messico ha sfide completamente differenti rispetto a quelle affrontate nelle due gare precedenti”

 

“Nel corso di un’intera stagione, gli pneumatici devono affrontare condizioni estremamente variabili a seconda delle specifiche conformazioni delle piste. Suzuka è caratterizzata dall’importanza delle forze laterali, Austin invece ha carichi aerodinamici ben bilanciati. Questa volta, qui in Messico, l’attenzione si concentra su trazione e frenata. Il circuito Hermanos Rodriguez non offre molta aderenza e le forze sugli pneumatici sono relativamente basse a causa del limitato carico aerodinamico che le vetture riescono a generare a queste altitudini, soprattutto nelle curve lente. Quest’anno, inoltre, il circuito potrebbe rivelarsi più limitante sull’avantreno per la tendenza a sottosterzare nelle curve a bassa velocità, tipiche della pista messicana, e questo potrebbe causare un maggiore scivolamento delle ruote anteriori. Per via delle caratteristiche del luogo, la superficie dell’asfalto del circuito tende ad essere sporca e c’è molta evoluzione di pista. La chiave è saper comprendere queste peculiarità e riuscire a mantenere gli pneumatici anteriori che quelli posteriori nella corretta finestra di utilizzo”.

ANTEPRIMA BREMBO: 

 

Il circuito ha un indice di difficoltà per gli impianti frenanti pari a 4/5, quindi è un tracciato altamente impegnativo.

Con 10 frenate si avrà un tempo speso in frenata pari al 20% del totale e si avrà un carico sul pedale del freno complessivamente di 53,5 tonnellate.

Delle 10 frenate non tutte sono estremamente strong, 3 frenate sono molto impegnative mentre 7 sono light.

La frenata più critica è da individuare in curva 1, dove le vetture decelerano da 372 km/h a 110 km/h in soli 153 metri. La decelerazione massima è nell'ordine dei 5,6 g e il carico sul pedale del freno giunge sino a 181 kg. La potenza che ne viene dissipata è di ben 3675 kW.

Un'altra frenata abbastanza ostica è curva 4 dove si ha una decelerazione di 5,3 g. La velocità in ingresso si attesta sui 334 km/h mentre quella di uscita di 107 km/h. La frenata viene compiuta in 2,37 secondi e 128 metri, il carico  sul pedale del freno è di 165 kg. 

Delle frenate che rimangono da analizzare c'è curva 12 che ha decelerazioni e potenze frenanti di un certo tipo  (4,8g e 2585 kW). Tutte le altre frenate sono molto più leggere e caratterizzate da potenze dissipate inferiori alle situazioni poc'anzi descritto. 

 

 

TUTTE LE CURVE CON I DATI DELLE FRENATE:

RISULTATI FP1 E FP2:

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