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I LOGHI: UNA RISORSA DIMENTICATA

DI MALIKA MISSAOUI

Divisi tra Nuova Zelanda e Regno Unito, andiamo alla scoperta della storia e del significato del logo di McLaren F1 Team, una delle scuderie più titolate e vincenti di sempre. 1963, anno di nascita della scuderia britannica McLaren. Il fondatore Neozelandese del team si affida alle mani del rinomato artista britannico Michael Turner, nonché suo fidato amico, per la realizzazione del primo logotipo. Come base per il progetto, l’illustratore opta per uno scudo rosso, quasi a ricordare i titoli gentilizi delle realtà nobili. A rappresentare i valori del neo team troviamo un kiwi, raffigurato a testa bassa, come simbolo predominante dello stemma. La scelta dell’uccello però non è casuale: il piccolo volatile, da sempre emblema per eccellenza della Nuova Zelanda, incarna agilità e velocità, due delle qualità che contraddistinguono le prime monoposto del team papaya. A completare l’opera, Turner propone una semplice insegna portatrice del nome ufficiale della scuderia: McLaren Motor Racing Team

Il secondo stemma, invece, predilige uno stile laconico e più raffinato rispetto a quello di partenza. Passato alla storia come “Speedy Kiwi”, il logo propone il volatile nella sua versione stilizzata con un becco allungato in avanti e appuntito. Ed è proprio nel dettaglio del becco che Michael Turner va a racchiudere le virtù della scuderia, alludendo alle alte velocità con le quali le vetture di Bruce McLaren sposavano l’asfalto delle piste.

Il decennio compreso tra il 1981 e il 1991 sancisce l’età aurea della scuderia e, tra successi e nuovi sponsor, il logo subisce una vera e propria metamorfosi. A dare vita al nuovo stemma del team papaya non vi troviamo più l’amico fidato di Bruce McLaren, bensì Raymond Loewy, un illustre designer e imprenditore americano. L’oramai rinomato Speedy Kiwi abbandona la scena delle corse e lascia spazio ad un logo più innovativo; dopo 14 anni, ritorna la denominazione del team nello stemma, ora conosciuto come McLaren International in seguito al rebranding dell’azienda. A completare il marchio, il designer propone una tripla bandiera da corsa rosso e nera a sottolineare la nuova collaborazione commerciale con lo sponsor Marlboro. 

L’insegna che accompagna il rombo dei motori delle McLaren tra il 1991 e il 1997 non subisce importanti modifiche; il termine International scompare dall’iscrizione e le tre bandiere a scacchi si fondono insieme in un unico dettaglio monocolore. Un design meno barocco e più signorile comincia a prendere forma anche grazie ad un font moderno e sofisticato con il quale si propone il nome della scuderia.

Un ulteriore pit-stop viene eseguito nel 1998 per rinnovare la freccia acuta derivante dalla fusione delle tre bandiere a scacchi; ecco che, finalmente, viene introdotto il primo prototipo dello speedmark aerodinamico con cui oggi è conosciuta McLaren. Ma cosa rappresenta esattamente questo simbolo? È sinonimo di velocità, potenza, dinamismo ed è volto a ricordare i vortici derivanti dall’alettone posteriore di una monoposto.

Gli anni 2000 raccontano l’inizio di una nuova era e aprono le danze ad un lungo pellegrinaggio diretto verso la realtà tecnologica che, oggi, contraddistingue le competizioni automobilistiche e non solo. Non a caso, il nuovo marchio McLaren celebra il passaggio della squadra all’ambiente high-tech del McLaren Technology Center ubicato a Woking, una località di sessantamila abitanti della contea del Surrey, in Inghilterra. Con l’intento di celebrare il cambio di realtà lavorativa, il design del logo viene modernizzato e reso ancor più elegante del precedente. 

Nel 2017, lo speedmark di McLaren subisce un piccolo restauro di colore, passando dal rosso al nero con l’intento di simboleggiare l’unione delle tre differenti attività McLaren come un unico gruppo. Nel frattempo, la pista dà nuovamente il benvenuto ad una livrea in tinta orange. 

Si giunge così al 2021 che segna l’ultima rivoluzione in casa Woking del logo. Un font più snello e futuristico abbinato ad uno speedmark color papaya conducono il tifoso presso l’abitacolo delle vetture targate McLaren a respirare la rapidità e i chilometri orari delle monoposto attuali. 

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