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Prime Volte Parallele In Ungheria

Di Nicola Corini

Per molto tempo, all'incirca nei primi 20 anni dalla fondazione, si sono ricordate poche gare iconiche all'Hungaroring, tracciato che ospita il Gran Premio d'Ungheria e che ha, oltretutto, il merito storico di essere stato il primo GP in Europa al di là della cortina di ferro. La tendenza, però, si inverte a partire dal 2006: 13° prova del Mondiale, alla vigilia pare tutto apparecchiato per un nuovo duello tra Fernando Alonso (Renault, campione del mondo in carica nonché leader del Mondiale) e Michael Schumacher (Ferrari, 7 volte campione del mondo tra il 1994 e il 2004). Tuttavia accadono fatti assolutamente imprevisti, entrambi al venerdì, durante le prove libere. Lo spagnolo stringe il collaudatore Doornbos (Red Bull) a muro per "vendicarsi" di un torto subito in precedenza, mentre Schumi effettua dei sorpassi in regime di bandiera rossa ai danni dello stesso Alonso e del debuttante Robert Kubica su BMW. I due vengono penalizzati con la stessa moneta, ovvero con l'aggiunta di 2" al loro tempo di qualifica, classificandosi, rispettivamente, in 15° e 12° posizione. La Pole Position va a Kimi Raikkonen (McLaren), che col tempo di 1'19"599 precede la Ferrari di Felipe Massa e le Honda di Barrichello e Button (poi penalizzato). Al via ottimo lo scatto di Kimi Raikkonen che si mantiene in testa, seguito da Barrichello che scavalca Massa, portandosi in seconda posizione. Clamoroso terzo è Pedro De La Rosa. Lo spagnolo, chiamato a sostituire l'appiedato Montoya, partiva dalla quinta piazza. Interessante la partenza di Jenson Button che, dopo aver guadagnato diverse posizioni, prosegue la rimonta verso la zona punti, mentre Michael Schumacher è già 6°, guadagnando ben sei posizioni. Alle spalle del Kaiser emerge Alonso che, nel corso della 4° tornata, scavalca Schumacher all'esterno di curva 4 con una manovra spettacolare, portandosi ai piedi del podio. Poco dopo Michael perde un'altra posizione, venendo superato dal rimontante Button... Il primo valzer dei pit stop permette a Fernando Alonso di essere momentaneamente in testa al giro 18, grazie ad una gestione gomme conservativa. La prima delle tante svolte della gara avviene al ventiseiesimo passaggio, quando Raikkonen tampona il doppiato Liuzzi, venendo costretto al ritiro. Con l'ingresso della Safety Car si riaprono, clamorosamente, tutti i giochi. In precedenza, si complica e non poco la gara di Michael Schumacher, il quale, a causa di un contatto con Fisichella, è costretto ad una sosta supplementare ai box (ala anteriore danneggiata). Alle spalle di Alonso, a questo punto, ci sono Button e De La Rosa, con l'inglese che, grazie ad uno straordinario passo gara, recupera anche sul pilota Renault. Intanto al 24° giro Fernando doppia Schumacher, pare proprio un GP straordinario per l'Asturiano: ma così non è, perché nel corso del 51° passaggio, uscendo dai box, si ritira in curva 2 a causa della gomma posteriore sinistra non fissata correttamente. Poco prima Schumacher, fiutata la possibilità di prendere punti, decide di entrare ai box solo per un rabbocco di carburante e non cambiando le gomme, restando sulle intermedie nonostante una pista progressivamente più asciutta. Jenson Button, rientrato al 46° giro e poi al 54° per montare le gomme da asciutto, è ora al comando davanti a Schumacher, De La Rosa, Heidfeld e Barrichello. Sono, questi, giri molto difficili per Michael: sorpassato da De La Rosa, tenta di difendersi da Heidfeld (BMW), ma rompe il braccetto dello sterzo e si ritira a soli tre giri dal termine della gara. Al traguardo Button passa per primo, vincendo il 1° GP in carriera (nel circuito in cui si affermerà anche cinque anni dopo in condizioni simili), precedendo Pedro De La Rosa (al primo podio in carriera) e Nick Heidfeld, habitué dei gradini meno nobili del podio. 


Nel post gara Kubica (7°) viene squalificato per via della vettura sottopeso, e così Schumacher può quantomeno consolarsi con un punto iridato (8°) e scendere a 10 punti dal leader Alonso. Per Jenson quella in Ungheria sarà la prima di quindici vittorie, ottenute mostrandosi sempre come un pilota molto bravo a leggere la gara dal punto di vista delle strategie e del meteo, coronando anche il sogno di diventare campione del mondo nel 2009 con la Brawn-GP, cui seguirono ben sette stagioni in McLaren, prima del ritiro avvenuto nel 2016. In più, il successo ungherese fu il primo (e unico) per la Honda, da quell’anno team vero e proprio dopo anni di supporto motoristico alla BAR. Per Pedro De La Rosa il podio ungherese rappresentò la ciliegina sulla torta di una carriera essenzialmente da collaudatore McLaren, dopo le prime esperienze in Arrows e Jaguar. L'altra grande soddisfazione per Pedro è quella di detenere, ancora oggi, il record in gara nel Gran Premio del Bahrein, ottenuto nel 2005 in un'altra delle occasioni in cui ha sostituito Montoya in McLaren. La sua carriera si concluderà nel 2012 in HRT, dopo due stagioni in Sauber.


L'Ungheria è stata teatro anche di un'altra prima volta, esattamente due anni dopo. Il Mondiale 2008 vive lungo il sottile equilibrio nella sfida tra Ferrari e McLaren, animata da Hamilton, Raikkonen e Massa, oltre che dalle incursioni di Robert Kubica nelle parti alte della classifica, come dimostra il successo in Canada di poche gare prima. Hamilton è leader della classifica piloti, mentre la Ferrari è al comando della costruttori, con McLaren attardata anche a causa delle mancanze di Heikki Kovalainen, secondo pilota della scuderia inglese. Il dominio di Lewis pare evidente fin dalle prove libere e si concretizza in qualifica: nella decisiva Q3, precede, con il tempo di 1'20"899, Kovalainen, Massa e Kubica, con Raikkonen solamente sesto e dietro anche alla Toyota di Glock. Il dominio McLaren è però sovvertito alla partenza: Massa brucia Kovalainen allo scatto, portandosi poi all'esterno di curva 1 e sorpassando Hamilton a ruote bloccate, con Raikkonen che viene invece superato da Alonso. Leadership della gara per Felipe, mantenuta lungo tutto il primo stint e anche dopo il primo giro di soste, durante il quale è il solo Kubica a perdere posizioni, ben quattro. A metà gara Massa è ancora in testa davanti a Hamilton, Kovalainen, Glock e Alonso. Momento cruciale al 41° giro, quando Hamilton fora la anteriore sinistra ed è costretto ad una sosta ai box assolutamente imprevista, rientrando appena fuori dalla zona punti. Adesso è Kovalainen a inseguire Massa, ma a debita distanza, mentre nel frattempo Raikkonen scavalca Alonso grazie ad un'ottima strategia box, portandosi in quarta piazza.

Al 68° giro avviene l'impensabile: Massa si ritira a causa di un guasto al motore, che esplode proprio sul rettilineo del traguardo. A questo punto Kovalainen passa in testa e ha via libera per vincere il Gran Premio d'Ungheria davanti ad un ottimo Glock e al rimontante Raikkonen che, approfittando anche dei guai di Hamilton (alla fine 5°), si riavvicina all'inglese portandosi a soli 5 punti dalla vetta. Il finlandese della McLaren ottiene l'unico successo in F1, con in tutto 4 podi e una pole position nel Gran Premio di Gran Bretagna dello stesso 2008, prima di lasciare la McLaren a fine 2009 e di concludere la carriera con auto di secondo piano (Caterham su tutte), oltre ad una breve apparizione in Lotus/Renault negli ultimi due Gran Premi del 2013 (Stati Uniti e Brasile). Timo Glock, invece, ottiene il suo primo podio, con un secondo posto che verrà replicato l'anno successivo a Singapore, oltre ad un terzo posto in Malesia. Il tedesco, noto anche per essere stato, in qualche modo, arbitro di quel mondiale, rimarrà in Toyota fino a fine 2009, prima di andare in Virgin (poi Marussia) dal 2010 al 2012, senza però grandi soddisfazioni.

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