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RICORDANDO JULES BIANCHI

DI LAURA PIRAS

Sono passati esattamente 7 anni dal giorno della scomparsa di Jules Bianchi, grandissimo talento che ha avuto la sfortuna di perdere la vita troppo presto, e oggi lo stiamo ricordando un po' tutti. 

 

E' emozionante entrare nei social e leggere i post di tutti noi appassionati, è un volo nei ricordi, è un tuffo nel passato e un salto verso qualcosa di estremamente doloroso. 

Magari scrivendo tweet, post e articoli questo dolore può purificarsi, può subire un effetto catartico necessario e indispensabile. 

 

Noi non conoscevamo Jules ma credetemi, ci leghiamo talmente tanto ai piloti che vederli morire ci lascia attoniti, atterriti, come se perdessimo dei nostri amici, come se i nostri eroi smettessero di essere eroi e diventassero semplicemente nostri compagni di vita. 

 

Ma chi era Jules Bianchi? 

Jules era un pilota di nazionalità francese ma di origini italiane. Nacque il 3 agosto 1989 a Nizza. Jules era gentile, sempre sorridente, davvero un bravo ragazzo che sognava di essere un pilota di Formula 1, sogno che riuscì ad esaudire. 

 

Gli inizi della sua carriera sono da trovare nei kart, come del resto per tutti i piloti che abbiamo in Formula1. Il suo percorso segue un iter abbastanza normale e passa per le formule minori come la Formula Renault, F3 Euroseries e GP2. 

 

Intanto a Maranello si da il via al progetto della Ferrari Driver Academy e Jules Bianchi ne entra a far parte, anzi fu proprio Jules a battezzare l'accademia diventandone il primo pilota a farne accesso nel 2009.

 

 

Jules Bianchi e la Marussia
Jules Bianchi e la Marussia

Jules Bianchi fece il suo esordio in formula 1, non in Ferrari, ma cominciò a farsi le ossa nelle scuderie più piccole come la Force India nel 2012 e la Marussia nel biennio 2013-2014.

 

Nel 2014 proprio a bordo della Marussia MR03 otterrà, durante il gran premio di Monaco, i suoi primi e unici punti della sua breve carriera. Nota curiosa fu che furono anche gli unici punti per la squadra. 

 

Poi avvenne ciò che tutti noi ricordiamo: arrivò quel 5 ottobre 2014 con quel drammatico incidente che portò il buio nella F1. Il circus piombò improvvisamente in un vortice di ansia e di paura. 

Non voglio soffermarmi troppo sull'incidente, sulle cause e sulle conseguenze giuridiche che ci furono perché non voglio macchiare con rabbia e una narrazione furiosa questo piccolo omaggio. 

 

In fin dei conti Jules stesso non merita di essere ricordato con certi toni. 

Da quel giorno piovoso di ottobre in terra giapponese dovremo aspettare nove mesi per avere il responso del tragico epilogo della vita di Bianchi. 

Dopo un lungo periodo di coma Jules non c'era più. 

La formula 1 rimase ovviamente sconvolta da tale notizia, erano 19 anni, dalla dipartita di Ratzenberger e Senna, che questo sport non viveva attimi così tristi e cupi.

 

Jules Bianchi e la Ferrari
Jules Bianchi e la Ferrari

Jules non verrà mai dimenticato, da noi, dalla sua famiglia e soprattutto da Charles Leclerc con cui aveva un rapporto davvero speciale. 

 

I due avevano un legame magico e poetico, le loro storie erano fittamente intrecciate, due ragazzi che avevano lo stesso sogno, che vivevano le stesse difficoltà e che si supportavano a vicenda. 

Sono cresciuti insieme i due, nello stesso kartodromo, a Brignoles, gestito dal padre di Jules. 

Indossavano numeri diversi, Jules il 17 mentre Charles il 16. Numeri vicini. come loro, con un sogno comune da raggiungere e magari un giorno condividere. 

Entrambi con gli occhi e il cuore rivolti verso la Rossa di Maranello. 

Chissà magari dal cielo Jules protegge Charles. 

Mi piace immaginarli uno accanto all'altro a spingere la F1-75 verso una possibile vittoria mondiale. 

 

Sono sicura che Jules è vicino a Charles e ci guarda con occhi luminosi e pieni di passione perchè un campione non muore mai. 

 

 

"Merci Jules, cet article de journal est pour toi" 

 

 

 

Jules Bianchi
Jules Bianchi

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