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HANNAH SCHMITZ, IL GIOIELLO DI CASA RED BULL

DI LAURA PIRAS

Il 23 giugno è un giorno molto speciale ed importante per tutto il mondo della Formula 1, infatti ieri si è celebrata la Giornata Internazionale delle donne in Ingegneria.

 

Il mondo del Motosport sta vivendo un processo molto graduale di miglioramenti per quanto riguarda la partecipazione delle donne nello sport a 4 ruote. Ancora non è abbastanza ma allo stato attuale questa prima fase potrebbe essere terreno fertile per accrescere la presenza di quote rose delle donne in F1 e nelle altre categorie.  A parte qualche presenza sporadica quì e lì come Maya Weug che compete nella F4 italiana per la Iron Lynx o Tatiana Calderon che partecipa per la Indy Car, abbiamo la categoria W Series che sta prendendo abbastanza forma. 

 

Per quanto riguarda invece ruoli di un certo tipo all'interno delle squadre ne dobbiamo fare ancora molta di strada per avere una bella percentuale di donne. 

Ma una persona, che sta ben figurando, in F1 potrebbe rappresentare per il genere femminile un modello davvero unico e incredibile per intraprendere un certo cammino, sto parlando di Hannah Schmitz, stratega Red Bull, colei che ha avuto durante il Gran Premio di Monaco di quest'anno l'illuminazione ai box che permise a Sergio Perez di vincere il prestigioso gran premio.  

Per questa occasione speciale il team della Red Bull ha intervistato la stratega e ne sono uscite fuori dichiarazioni molto interessanti. 

 

Sono sempre stata interessata alle macchine sin da ragazza, e ho sempre cercato di capirne i meccanismi in questo modo, ho poi maturato la volontà di diventare ingegnere. Durante la scuola e gli studi si sono poi presentate tante opportunità, come quelle di lavorare a diversi progetti per varie realtà. In un primo momento non ero convinta che meritassi la F1, ma quando ho cominciato a lavorare ho realizzato che questo era il mio mondo, in particolare sul modo di pensare nella maniera corretta e di essere la persona adatta a questo lavoro. A quel punto è poi crescita la passione e l’entusiasmo per il ruolo che manterrò di qui in avanti”.

 

Strada insidiosa, sicuramente ricca di difficoltà, alti e bassi che si susseguono ma Hannah ce l'ha fatta, dovendosi conquistare più e più volte la fiducia da parte degli scettici: 

 

Questo è un aspetto che nel tempo ho superato, ma per il resto non ho avuto a che fare con esperienze particolarmente negative, eccezion fatta per le persone che non nutrono subito fiducia in te, e quindi devi costruirtela oltretutto, per una donna credo che sia anche più difficile, sfortunatamente. Ora però ho rispetto per tutto quello che faccio, ma spero solo che altre donne che desiderano entrare in questo sport possano essere sicure di potercela fare. Questo comporterebbe anche ad una maggiore diversità all’interno del paddock"

 

Hannah invita a riflettere sul fatto che la donna può benissimo ricoprire certe posizioni di prestigio, deve lottare di più rispetto ai colleghi uomini ma tutto è possibile se si ha il desiderio di entrare a far parte di questo mondo, mondo che può arricchirsi di tinte diverse, ma altresì valide. 

 

Hannah è laureata in Ingegneria Meccanica all’Università di Cambridge e lavora per la Red Bull dal 2009 ed è diventata Senior Strategy Engineer.

 

Lavorando in Red Bull si è fortificata, soprattutto quando è sottopressione. E' assolutamente una star nel leggere i dati ed è altrettanto forte nel decidere velocemente il da farsi consentendo al team di raggiungere dei risultati incredibili.

 

Oltre alla magia fatta a Montecarlo è stata lei a mettere nero su bianco la strategia a 3 soste che fece di Max Verstappen il vincitore del Gran Premio del Brasile del 2019.

 

Ecco le parole al mio che Helmut Marko ha espresso su di lei dopo il week-end monegasco:

 

“Hannah è stata davvero abile nel mantenere la calma e prendere la giusta decisione. Questo non solo ci ha permesso di vincere, ma ha messo anche Max davanti a Leclerc, aumentando così la leadership in campionato“

 

La Red Bull ha un gioiellino che sta curando e valorizzando, di cui oramai credo non possa farne molto a meno. 

Hannah davvero può essere un valido punto di riferimento per tutte quelle ragazze che vogliono lavorare nel settore dove forse un tocco femminile può fare veramente la differenza. 

 

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