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BAKU, TRA STORIA E FULL GAS

Di Malika Missaoui

Sotto il dominio dell’Unione Sovietica fino ai primi anni 90’, oggi, la Repubblica di Azerbaigian, è uno stato indipendente e, in termini sportivi, rappresenta l’ottavo appuntamento della massima serie di questa stagione.

 

Archiviato l’iconico Gran Premio di Monaco, il Circus si sposta verso la realtà caucasica, ove, il Mar Caspio e le danze folcloristiche azere ,accompagnate da liuti e tamburi, daranno il benvenuto alla Formula per la sesta edizione del Gran Premio di Azerbaigian.

 

Il circuito si snoda tra le strade e le mure della città vecchia di Baku, centro economico e culturale del paese per un totale di 6003 metri, un dato che lo rende il terzo tracciato più lungo del calendario, alle spalle di Spa-Francorchamps e Jeddah.

 

Prima di approdare nel mondo della Formula 1, Baku è stata teatro di diverse competizioni di carattere automobilistico: nel 2012, ospita la City Challenge Baku, un evento dedicato alla categoria GT3 realizzato intorno alla Casa del Governo. I due anni a seguire, invece, si rende protagonista della finale del campionato FIA GT e della Blancpain sprint series. Presentato nel 2014 da Bernie Ecclestone e Azad Rahimov, ministro della gioventù e dello sport dell’Azerbaigian, il circuito entra nel calendario ufficialmente nel 2016 sotto la denominazione di “Gran Premio d’Europa”, dando vita a diverse gare interessanti e altrettanto rocambolesche.

 

A confermare la spettacolarità di questo evento, vi sono i dati dell’albo d’oro che recitano 5 differenti vincitori in 5 edizioni disputate, rendendo il team Mercedes la scuderia più titolata a Baku con 3 successi (Rosberg 2016, Hamilton 2018, Bottas 2020) contro i 2 della Red Bull (2017 Ricciardo, Perez 2021) attualmente in testa al campionato costruttori.

 

L’ultimo successo in terra azera prende il nome di Sergio Perez, nel 2021. Il Messicano, qui, arricchisce la propria bacheca con la seconda vittoria in carriera giunta sul finale di gara, complici il ritiro di Max Verstappen dopo lo scoppio di uno degli pneumatici lungo il rettilineo e la ripartenza sbagliata di Lewis Hamilton dovuto al famoso pulsante “magic” schiacciato erroneamente.

 

20 curve totali, 8 a destra e 12 a sinistra, 12”6 il tempo di percorrenza di pit lane, 339 km/h e 60 km/h le velocità massime e minime e 2 zone DRS, questi sono alcuni dei numeri che costituiscono il tratto distintivo del Gran Premio di Baku.

 

Dal punto di vista tecnico, il tracciato, cittadino non permanente, è a percorrenza antioraria, come Imola e Interlagos, caratterizzato da un’alternanza di rettilinei e curve a 90° che rappresentano le parti più guidate e lente del circuito. Il rettifilo più emblematico di Baku resta quello della partenza, lungo 2.2 km, il doppio di quello di Monza (1.1 km) affacciato sul lungomare in cui vi troviamo la prima zona di DRS che lo rende uno dei pochi tratti in cui è possibile effettuare sorpassi.

 

Il secondo settore richiede, invece, un approccio più cauto e una maggiore precisione da parte dei piloti. Una serie di Esse sinistra-destra-sinistra-destra, che si snoda tra curva 8 e 12, rappresenta la guida turistica del week-end, immersa nel cuore della Baku antica, tra mura e fortificazioni di grandi rilievo. Con una velocità media di 160 km/h, questo settore rischia di diventare protagonista di un trenino di vetture in caso di guasti meccanici o incidenti a causa della stretta carreggiata larga appena 7 metri.

 

Per giungere verso la linea di traguardo, i piloti transitano, successivamente, nel terzo e ultimo settore del tracciato; con diversi cambi di marcia e una velocità di punta pari a 290 km/h si percorre l’ultimo serpente di curve e ci si immette nel rettilineo principale sollecitando fortemente sia la parte endotermica sia quella elettrica (MGU-H) della power unit. In termini di prestazione e affidabilità, la “Città dove soffia il vento” necessita di un carico aerodinamico medio per avere maggior trazione in uscita dalle curve lente e una ridotta resistenza all’avanzamento nei tratti veloci sfruttando l’effetto suolo delle nuove monoposto.

 

Proprio per l’epiteto conferito alla capitale di stato più bassa al mondo, sarà essenziale prestare attenzione a possibili folate di vento che potrebbero disturbare i piloti durante la guida. Un altro elemento intensamente sollecitato, oltre alla PU, sarà la trasmissione delle vetture; il tracciato richiede infatti quasi 4000 cambi di marcia necessari per effettuare i 51 giri previsti che separano i piloti dalla bandiera a scacchi.

 

Altro aspetto da tenere sotto controllo sarà il consumo di carburante; i team avranno bisogno di tutti i chilogrammi di benzina permessi dal regolamento per completare la gara. In termini di usura delle gomme, il tracciato di Baku non risulta particolarmente abrasivo e aggressivo da rendere la gestione delle gomme difficoltosa; l’unico interrogativo in merito a ciò resta la finestra di lavoro necessaria per mandare in temperatura gli pneumatici in modo ottimale. A far fronte a questa problematica, sarà utile avere ali posteriori più scariche al fine di generare il corretto carico aerodinamico, un carico che sarà proficuo anche per ottenere le massime velocità di punta con le quali percorrere i vari rettilinei.

 

Previste, invece, condizioni meteorologiche stabili in occasione del week-end di gara, con punte massime di 30° e 20° di minima. Un tempo, dunque, soleggiato che ci accompagnerà sia in qualifica che in gara valevoli per l'ottavo round stagionale

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