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GP MONACO 1996: INCREDIBILE VITTORIA PER OLIVIER PANIS

DI LAURA PIRAS

Ci sono delle giornate che per noi scrittori sono veramente magici da narrare. 

Alcune volte ci facciamo prendere dalle emozioni vedendo le imprese dei più grandi ma talvolta la nostra mente e il nostro cuore vengono catturati da gare speciali e singolari, vinte da piloti che non hanno ricevuto un riscontro totale in pista. 

 

Questa è la volta del Gran Premio di Monaco del 1996, competizione che rimarrà negli annali come una delle gare più bizzarre e assurde di sempre. 

 

Esattamente oggi 26 anni sul circuito di Montecarlo la Ligier Mugen-Honda, guidata dal pilota francese Olivier Panis, vide per prima sventolare la bandiera a scacchi. 

 

Alcune volte credo che sia il destino a scrivere la trama della storia del mondo e nel nostro caso del motosport. Fra colpi di scena, ritiri e incidenti il gran premio dura due interminabili ore. 

Mi piace pensare che in queste occasioni si stia disputando una partita a scacchi fra l'imprevedibilità degli eventi e la regolarità del tempo che scorre. E in questo caso è il caos a determinare le sorti di questo appuntamento mondiale della F1. 

 

 

 

Olivier Panis vince il Gran Premio di Monaco 1996
Olivier Panis vince il Gran Premio di Monaco 1996

Quanti ritiri illustri a Monaco nel 1996: Michael Schumacher, Damon Hill, Jos Verstappen, Giancarlo Fisichella e Rubens Barrichello. Qualche nome di un certo calibro per far capire che i più forti in griglia contro il fato non potevano fare nulla.

Non dovevano vincere la gara, dovevano essere spettatori del trionfo di Olivier Panis, essere testimoni oculari che anche in Formula 1 può succedere di tutto.

E bisognerebbe ricordarselo sempre, anche adesso, anzi, soprattutto in questa era storica in cui sono sempre gli stessi a dominare e a raccogliere il bottino più sostanzioso. 

A Monaco partirono in 22 ma videro la fine solo in 4. Una roulette russa incredibile, un gioco ad eliminazione. Un po' come degli Hunger Games a 4 ruote.

Panis e Irvine
Panis e Irvine

LA GARA: 

 

Già allo start le cose si rivelano subito abbastanza complicate.

Il manto stradale non è in uno stato ottimale. E' caduto un violento acquazzone prima del semaforo verde.

Nota da ricordare è che i commissari concessero ai piloti una sessione di prova aggiuntiva di 15 minuti per testare la pista che è bagnata. Tutto questo perché il warm-up si era svolto a pista asciutta. 

A partire dalla pole è Michael Schumacher, al primo anno in Ferrari. Affianco al tedesco c'è il suo acerrimo nemico, Damon Hill e in terza posizione figura la Benetton di Alesì. Tutti hanno deciso di montare le gomme full wet, tranne Jos Verstappen (padre del futuro campione del mondo Max). A causa delle scarse condizione dell'asfalto si creano le prime carambole. Verstappen è costretto al ritiro e a far compagnia a Jos ci sono anche i piloti delle Minardi, Fisichella e Lamy.

Di lì a poco anche Rubens Barrichello e Michael Schumacher sventolano bandiera bianca.  

Tolto dalle scene Michael Schumacher, Damon Hill comincia ad imporsi su tutto il gruppo, creando anche un distacco davvero abissale con gli altri. In questo preciso momento secondo è Alesì su Benetton, terzo invece è il compagno di Jean, Berger. 

 

L'altro alfiere della Ferrari Eddie Irvine si trova in profonda crisi e non riesce a risalire la china.  

La gara si sta trasformando sempre di più in uno scontro asciutto e questo dà il via al  valzer dei primi pit stop. In questa fase particolare della gara comincia ad intravedersi un Olivier Panis che, sfoderando uno stato di forma decisamente invidiabile, riesce con un bellissimo sorpasso ai danni di Irvine, a raggiungere la terza posizione.

Siamo al giro numero 35. 

Ma i colpi di scena non sono ancora finiti: anche altri piloti devono abbandonare la scena: Damon Hill a causa della rottura del propulsore della sua FW18, Jean Alesì per il cedimento di una sospensione della sua Benetton e Jacques Villeneuve che in fase di doppiaggio si scontra con la Forti di Luca Badoer. 

Al calar del tramonto della gara anche Irvine è costretto a ritirarsi a causa di incidente avvenuto con Salo ed Hakkinen. 

La pista si è svuotata, ci sono solo 4 vetture che completano il gran premio.

A vincere sarà Olivier Panis e a completare il podio ci sono la McLaren del pilota scozzese David Coulthard e la Sauber del pilota tedesco Heinz Harald Frentzen

I piloti non completeranno tutti i giri ma le due ore concesse dal regolamento per terminare la gara permettono comunque di decretare un vincitore e un podio.

 

IL GRAN PREMIO RACCONTATO DA JEAN ALESI'

 

“Gran Premio di Monaco 1996? Quello che ha vinto Olivier? Ah, ora ricordo! Partimmo con la pioggia, e mi ritrovai appena dietro Michael Schumacher al Loews. A Monaco hai sempre la sensazione di essere dentro la macchina davanti. Lo vidi tagliare sul cordolo interno prima del Portier, e pensai che stava forzando. Infatti la Ferrari finì dritta sul guardrail opposto. Lo evitai miracolosamente, e mi spaventai un po’. Poi mi misi tranquillo dietro Damon Hill, perché con una pista così scivolosa la mia strategia era di rimanere sull’unica linea possibile per evitare errori. In queste condizioni a Monaco bisogna sempre anticipare: se si frena bloccando le gomme, è impossibile recuperare l’errore e si va a sbattere senza poter fare nulla. A un certo punto percepii nel tunnel l’odore del motore rotto di Damon Hill, e mi ritrovai in testa. Misi le gomme da asciutto, e con 30 secondi di vantaggio decisi di guidare tranquillamente. Ma si ruppe un elemento della sospensione. A Monaco le compressioni della pista sono maggiori, e dunque le componenti devono sopportare maggiori carichi verticali. Con la pioggia decidemmo di alleggerire le sospensioni, e così una barra di torsione si ruppe. Era già successo nelle prove libere, per altro“.

 

 

 

Ordine di arrivo

 

 

1 Olivier Panis, Ligier – Mugen-Honda 75 giri  2h 00’45″629 

2 David Coulthard, McLaren – Mercedes 75 giri  +4″828

3 Johnny Herbert, Sauber – Ford 75 giri  +37″503 

4 Heinz-Harald Frentzen, Sauber – Ford 74 giri +1 giro 

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