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CIAO TONY BROOKS: EROE SCONOSCIUTO

DI LAURA PIRAS

Ieri ci ha lasciato, all'età di 90 anni, Tony Brooks, pilota professionista in attività durante gli anni '50.

Charles Anthony Standish Brooks nato il 25 febbraio 1932, pilota inglese, era conosciuto come il "dentista da corsa" perché era il figlio di un dentista. Partecipò a 39 Gran Premi del Campionato del Mondo di Formula 1.

Debuttò in F1 il 14 luglio 1956 e conquistò sei vittorie, 10 podi e 75 punti in carriera. Non vinse mai il mondiale di Formula 1 ma nel 1958 giunse terzo nel Campionato del Mondo Piloti a bordo della Vanwall e nel 1959 fu vicecampione mondiale con la Ferrari. Ottenne anche la prima vittoria di un pilota britannico su un'auto britannica in un Gran Premio dal 1923, guidando una Connaught a Siracusa nel 1955 in una gara, di Formula 2, non valevole per il campionato mondiale. 

Dopo la morte di Sir Stirling Moss nel 2020 Brooks diventò l'ultimo vincitore di un Gran Premio degli anni '50.

Tony Brooks
Tony Brooks

VITA E CARRIERA:

 

Brooks nacque il 25 febbraio 1932 a Dukinfield, nel Cheshire, studiò al Mount St Mary's College cercando di intraprendere la stessa carriera del padre, Charles Standish Brook, chirurgo dentale. Nella sua famiglia, come cugino, figura Norman Standish Brooks, un ex nuotatore olimpico britannico. Iniziò ad avere contatti con il mondo delle corse nel 1952 guidando una Healey e una Frazer in occasione di eventi di club, eventi a cui partecipò fino al 1955.

Nello stesso anno, Brooks guidò una Connaught di Formula Due al Crystal Palace e finì per arrivare quarto. Sempre nel 1955, Brooks fece il suo debutto in Formula 1 al Gran Premio di Siracusa, gara non valevole per il campionato.

Fu un inizio roseo, infatti Tony vinse la gara. Questa è stata la prima vittoria di un Gran Premio internazionale per un'auto britannica dal Gran Premio di San Sebastian del 1924.

Nota curiosa da menzionare è che Brooks non aveva mai corso su una macchina da Formula 1. All'epoca per lui le corse erano un passatempo, una semplice piccola distrazione dagli studi dell'odontoiatria. Per studiare il tracciato prese una Vespa a noleggio.

Nonostante passasse davvero tanto tempo sui libri Tony stravinse la gara distaccando Musso di 51 secondi. Un vero trionfo per il pilota inglese che si fece notare da tutti. 

La Vanwall VW5 con cui vinse la prima gara, condividendola con Stirling Moss
La Vanwall VW5 con cui vinse la prima gara, condividendola con Stirling Moss

Brooks ha ottenuto la prima vittoria per un'auto di fabbricazione britannica in una gara del Campionato del Mondo nel Gran Premio di Gran Bretagna del 1957 ad Aintree.

 

L'anno successivo arrivarono altre tre vittorie, vittorie conseguite su circuiti classici.

Insieme a Moss, Brooks è considerato uno dei migliori piloti a non diventare campione del mondo. I campioni dell'epoca stimavano tantissimo Tony Brooks, infatti sia Stirling Moss che il tre volte campione del mondo Jack Brabham avevano tenuto in grande considerazione le sue capacità. 

 

Sir. Moss su Brooks disse: “Credetemi, stiamo parlando del più bravo sconosciuto della storia delle corse"

 

Nel 1959 approdò in Ferrari e aiutò la Scuderia a difendere il titolo mondiale del 1958. Bisogna ricordare che il 1958 fu un anno tragico per la Casa di Maranello, anno segnato dalla morte di Luigi Musso e Peter Collins.

Tony Brooks
Tony Brooks

Nel 1959 Brooks, insieme a Brabham e Moss, ebbe la possibilità di vincere il titolo a causa del ritiro (e successiva morte in un incidente stradale) di Mike Hawthorn e della morte, la stagione precedente, di Peter Collins.

Brooks iniziò l'anno con un secondo posto a Monaco, dietro Brabham. Successivamente non riuscì a completare il Gran Premio d'Olanda, ma dominò il Gran Premio di Francia a Reims alla guida della 256 F1. Nello stesso anno conquistò la vittoria nell'unico Gran Premio di Germania di Formula 1 che si terrà sul circuito dell'AVUS.

La gara fu divisa, stranamente in due manche e Tony Brooks si impose in entrambe. Non brillò in Portogallo dove si qualificò in decima posizione e anche durante la gara il suo andamento non fece sì che la situazione migliorasse.

In Italia, precisamente a Monza, si ritirò poco dopo la partenza. Aveva ancora speranze di vincere il mondiale ma il finale di quell'anno fu parecchio infausto per il pilota inglese.

Al primo Gran Premio degli Stati Uniti di Formula 1 in assoluto a Sebring, ci fu la collisione con il compagno di squadra tedesco Wolfgang von Trips.

A causa di questo contatto di gara perse davvero molto tempo, fermandosi ai box per verificare la presenza di danni. In realtà fu sua solerzia fermarsi perché aveva paura che la vettura avesse riportato dei danni gravi. Tony non voleva correre rischi e chiuse la gara con un ottimo terzo posto. 

Nonostante tutte le sue disavventure finì secondo in classifica con 27 punti, secondo dietro Brabham con 7 punti di svantaggio. Forse è uno dei pochi casi di un mondiale sfumato per troppa prudenza. 

Nonostante non aver vinto il mondiale Tony non aveva rimpianti, sapeva che aveva dato il tutto per tutto per conquistare la gloria eterna. 

 

 

Tony era una persona veramente molto discreta, non si faceva mai pubblicità, anzi erano gli altri a parlare per lui. Soprattutto Stirling Moss, come scritto già nell'articolo, nutriva per lui una grandissima ammirazione. Brooks era tanto veloce quanto fluido e ottenne, nel poco tempo che ha dedicato alle cose, un palmarès invidiabile.

All'epoca solo piloti come Fangio, Ascari e Moss vinsero di più.

Durante tutta la sua carriera corse per alcuni dei colossi del tempo: Vanwall, Ferrari. BRM e Cooper. In Ferrari divenne compagno di squadra di Dan Gurney con cui ebbe davvero un grande feeling e rapporto. Come pilota fu talmente forte da primeggiare in circuiti impegnativi come Spa-Francorchamps, Monza e l'Inferno Verde, il Nurburgring

Il mondo del Motosport ha perso uno degli ultimi tasselli di un passato magico e leggendario. 

Stirling Moss e Tony Brooks
Stirling Moss e Tony Brooks

Ma Tony non è solo Formula 1.

Anzi nel suo cammino nel mondo del motosport ci sono altre tappe che vale la pena di annotare.

Come pilota di auto sportive era veramente abile, infatti vinse la 1000 km del Nürburgring del 1957 e la RAC Tourist Trophy del 1958, con il copilota, Moss, che correva con un'Aston Martin DBR1.

 

Tentò la sorte anche alla 24 di Le Mans nel 1957 ma non fu vera gloria a causa di un incidente verificatosi, per problemi meccanici, mentre correva con un'Aston Martin DBR1. 

 

Si ritirò dal mondo delle corse da giovane, aveva solo 29 anni. Ma era un giovane molto maturo, prudente e intelligente. Già alla sua "tenera" età aveva visto troppi amici morire, era stato testimone di troppe perdite. 

 

 "Era uno sport molto pericoloso", ha raccontato in seguito Tony “Negli anni Cinquanta, tre o quattro piloti di punta perdevano la vita ogni anno. Ogni errore poteva essere l'ultimo”. 

 

 Anche Enzo Ferrari nel suo libro ‘Piloti che gente’ ricorda il pilota inglese con queste parole: “Abbandonò le corse per fare non so se il commerciante di automobili o il dentista. Si era presentato in Italia come intelligente stilista. Si dimostrò in seguito uomo capace, ma tanto prudente, anche quando la prudenza poteva essere intesa come intenzione di non nuocere, non soltanto a se stesso, ma anche agli altri”.

 

 

 

CIAO TONY BROOKS
CIAO TONY BROOKS

Si sposò con una ragazza italiana di nome Pina e si trasferì nel Regno Unito, dove aprì e gestì con successo una concessionaria. Sino a ieri sera era l'unico pilota sopravvissuto del decennio più pericoloso nella storia delle corse automobilistiche. 

 

Il passato ogni tanto ci fa capolino e ricorda a tutti noi quanto non siano fondamentali solo le vittorie per far parte della storia di questo sport, ma anche la dedizione, il sapersi impegnare, l'essere speciali per qualche caratteristica della propria indole. 

 

C'è chi ha vinto, chi ha dominato e chi ha tinto di colori magici il proprio percorso, ricco di traguardi significativi e speciali, non campionati mondiali ma vittorie che hanno arricchito il volto di Tony di sorrisi e allegria. 

 

La passione per il motosport non è solo la consacrazione ma è godere anche di ogni singolo giorno caratterizzato dal suono del motore. 

 

Ecco Tony ha incarnato alla perfezione questo lato della Formula 1, un lato che viene sempre più bistrattato dalla maggior parte degli appassionati ma che dovrebbe essere valorizzato tutti i giorni. 

Tony e Pina
Tony e Pina

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