· 

UN APPIEDAMENTO INEVITABILE

DI NICOLA CORINI

La F1, massima espressione automobilistica, ha nella stragrande maggioranza dei casi anche i migliori piloti del pianeta. È così adesso, ma anche negli scorsi decenni, pochissime le eccezioni e gli errori commessi nell’ammettere un pilota all’interno del Circus iridato.

Una di queste tristi eccezioni è Yuji Ide, pilota giapponese attivo nel 2006.

Il 26 gennaio di quell’anno, un nuovo team entra a far parte della F1, la Super Aguri: fondata dall’ex pilota Aguri Suzuki, la scuderia si distingue per la scelta di ingaggiare due piloti giapponesi di opposte trafile.

Caposquadra è senza dubbio Takuma Sato, driver esperto e alla quinta stagione nella massima serie: dopo una buona stagione nel 2004, culminata con un podio a Indianapolis, ha avuto un 2005 difficile ma cerca riscatto nella neonata scuderia giapponese.

Secondo pilota è sorprendentemente Yuji Ide, trentunenne pescato nella Formula Nippon, categorie a ruote scoperte locale nella quale si era classificato 2° nel 2005. Fin da subito si avvertono i presagi di un disastro senza precedenti, favorito da un evidente fattore tecnico: la macchina a disposizione, la SA05, altro non è che un adattamento della vecchia Arrows A23, all’opera nel campionato 2002 fino all’abbandono del team nel GP di Germania ad Hockenheim.

Il pre campionato è decisamente travagliato per Ide, dato che i ritardi nell’iscrizione e nella preparazione dell’auto per i crash test fanno sì che l’inesperto giapponese possa effettuare un solo giorno di test.

Le conseguenze sono naturali: nel primo GP della stagione, in Bahrein, Sato e Ide chiudono a 6 e 7 secondi dalla vetta nelle prove libere del venerdì, stesso identico distacco nelle qualifiche del sabato, venendo eliminati nella Q1, nel giorno dell’inaugurazione dell’attuale format di qualifica.

In gara Yuji si ritira per problemi tecnici e lo stesso accadrà anche in Malesia nel GP successivo, nel quale veleggia costantemente a 7” dai migliori, per di più staccato dal compagno di squadra Sato. Come se non bastasse, fioccano per lui gli errori di guida e non lo aiuta nemmeno il fatto di non sapere parlare l’inglese, quanto mai fondamentale per comunicare e migliorare in F1.

 

Nel terzo GP della stagione, in Australia, Ide è addirittura ultimo a 11” dalla Pole Position, riuscendo però incredibilmente a chiudere la gara in 13° posizione (complice alcuni ritiri), ma a ben tre giri di ritardo.

L’apoteosi delle difficoltà del nipponico è però rimandata in Europa: il Gran Premio di San Marino 2006 si corre ad Imola, per l’ultima volta prima del 2020, nel weekend tra il 21 e il 23 aprile. Dopo delle travagliatissime prove libere, nelle quali effettua diversi testacoda, Ide si classifica ancora una volta ultimo in qualifica a 6”5 dal poleman Michael Schumacher e a quasi 2” dal compagno di scuderia Sato.

In gara si toccano livelli mai visti prima: nel corso del primo giro, Yuji Ide tenta una manovra piuttosto azzardata su Albers alla chicane delle Acque Minerali, facendo cappottare l’olandese della Midland. Un bruttissimo incidente che avrebbe potuto avere serie conseguenze per Albers; a seguito di ciò, la Fia chiede al team Super Aguri di accantonare al più presto il giapponese. Così accade, e nel GP successivo viene sostituito dal collaudatore Franck Montagny, il quale guida al posto di Ide per alcuni Gran Premi prima di lasciare il volante a Sakon Yamamoto.

Il 10 maggio 2006 arriva la decisione definitiva da parte della Federazione, con il ritiro della Superlicenza a Ide, dopo che questi era stato appiedato dalla Super Aguri nei giorni precedenti. Termina così, dopo 4 GP, la carriera in F1 di colui che è stato definito, non senza ragione, il peggior pilota della storia della F1 moderna. Da quel momento in poi la qualità media dei piloti è fortunatamente continuata ad aumentare, garantendo standard di sicurezza e abilità adeguati alla massima categoria del motorsport mondiale.

Scrivi commento

Commenti: 0