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NIKI LAUDA IL RICORDO

DI LAURA PIRAS

Scrivere di formula 1 non è un'impresa ardua e difficile. E' importante informare, emozionare e dare qualche spunto di riflessione e lasciare nel cuore di chi ci scrive la curiosità per gli articoli che verranno. 

Ma c'è un ma. 

Ogni tanto ci si scontra con realtà o con nomi molto difficili da trattare. Vuoi per paura, vuoi per pura difficoltà del contenuto da raccontare ecco la penna trovare un ostacolo. 

Oggi è uno di quei giorni in cui la mia biro tecnologica non scorre come vorrei perché descrivere Niki Lauda e la sua leggenda non è ordinaria amministrazione. 

Ma come si fa a non omaggiare un pilota così iconico e così forte? Non ci si può sottrarre. 

Niki Lauda oltre ad essere un pilota estremamente veloce e combattivo era soprannominato “il computer” perché aveva una grandissima abilità di carpire anche la più piccola falla nelle proprie vetture.

Era preciso come un orologio svizzero Niki (anche se austriaco) nell'effettuare il setup della sua monoposto.

Niki iniziò a camminare nel mondo del Motosport con la sola forza della sua volontà, i genitori osteggiavano caldamente i propositi del figlio di diventare pilota. Questa avversione non nasceva da una paura legata alla pericolosità di questo mondo ma per una questione di reputazione. La famiglia di Lauda non era una famiglia umile, anzi apparteneva ai ceti alti. Chissà cosa potevano pensare tutti gli altri se Niki fosse diventato pilota? A lui tutto ciò non interessava, voleva correre, voleva provare l'ebbrezza della velocità e così avvenne.

Dopo aver abbandonato gli studi universitari e aver comprato la sua prima vettura per prendere parte a competizioni automobilistiche, Niki debuttò in Formula Vee per poi passare sulla Formula 3. Tutto grazie ad alcuni prestiti che chiese a banche viennesi. Le cose cominciarono a farsi molto serie nel 1971 quando Lauda conquistò un sedile in Formula 2 nella March. Quì si scontrò con piloti di un certo calibro: Cevert, Fittipaldi, Graham Hill, Carlos Reutemann e Ronnie Peterson. 

 

Il casco originale usato da Lauda nelle gare degli anni 1970
Il casco originale usato da Lauda nelle gare degli anni 1970

Sempre nel 1971 approdò alla classe regina, la Formula 1. Il suo debutto avvenne nel Gran Premio d’Austria dove gareggiò per la March. con la quale partecipò al mondiale di Formula 1 nel 1972. A causa di una vettura non troppo brillante e competitiva, nel 1973 divenne pilota della BRM (British Racing Motors), grazie alla quale ottenne un bellissimo quinto posto nel Gran Premio del Belgio. Dopo questo risultato Enzo Ferrari lo assunse, pagando oltretutto tutte le penali che potevano nascere se Lauda avesse sciolto il contratto con la BRM.

Lauda e la BRM a Spa Credits: Photo by Paul-Henri Cahier/Getty Images
Lauda e la BRM a Spa Credits: Photo by Paul-Henri Cahier/Getty Images

Fra Lauda ed Enzo Ferrari i rapporti furono ricchi di stima ma anche di profondi contrasti. 

Ecco cosa pensava Lauda del Drake. 

 

«Di una persona unica, inimitabile. Con i suoi pregi e i suoi difetti. Ma un grande. Quando lo incontravo mi faceva impressione. Era un duro, però - da italiano vero - sapeva mostrare dei sentimenti. Da lui ho imparato moltissimo. E devo riconoscere che manca un personaggio del suo livello».

 

Lauda lo ammirava profondamente ma come detto poc'anzi fra i due ci fu anche parecchia tensione. 

 

«È vero. Ogni discussione poteva diventare un combattimento. Anche la prima volta che mi fecero provare una monoposto, la 312 B3, fu uno scontro. La macchina non andava, sottosterzava ovunque. Lo dissi a Piero, il figlio: «Fa schifo, fallo sapere al Vecchio. Se la sistemano posso andare molto più veloce». Richiamarono l’ing. Forghieri, che la modificò e i tempi sul giro si abbassarono notevolmente». 

(Lauda su Ferrari)

 

Gli inizi quindi per il pilota austriaco nella Scuderia di Maranello non furono lisci come l'olio: come si evince dalle parole dello stesso Niki, la vettura di quell’anno, la 312 B3, era parecchio sottosterzante, caratteristica che limitava ampiamente la competitività della monoposto.

Niki dovette lavorare intensamente con l’ingegner Forghieri durante l’inverno per migliorare le performance della vettura. Già nel 1974 arrivarono i primi risultati: due vittorie nel Gran Premio di Spagna e in quello d'Olanda, tre secondi posti invece in Argentina, in Belgio e in Francia.

Per il binomio Lauda-Ferrari era un escalation di risultati positivi che trovarono la sommità nel 1975 quando a bordo di una nuova 312T conquistò il suo primo titolo iridato. Come direttore sportivo a quei tempi c'era un giovanissimo Luca Cordero di Montezemolo.

 

Ovviamente squadra che vince non si cambia.

Nel 1976 Niki veste ancora i colori di Maranello. L'anno inizia nel migliore dei modi possibile. Due vittorie arrivano in Brasile e in Sudafrica. Nonostante l'entrata in vigore di un nuovo limite di altezza massima delle vetture dal suolo nel Gran Premio di Spagna, la cavalcata trionfale di Lauda non si arresta anche grazie ad una grande 312 T2. Seguirono le consacrazioni anche in Belgio e a Monaco. Salì sul gradino più alto del podio per l'ultima volta quell'anno in Gran Bretagna.

Nessuno poteva pensare che di lì a poco avvenne l'incontro di Niki con il fuoco.

Teatro di questo atto così tragico della vita del pilota viennese fu l'inferno verde: il Nurburgring.

Lauda fu vittima di un incidente davvero terribile precisamente nella curva Bergwerk.

La sua Ferrari andò contro le rocce e prese fuoco. 

Niki non riuscì a catapultarsi immediatamente fuori l'abitacolo e le conseguenze furono terribili: ustioni su tutto il corpo e danni ai polmoni per l’inalazione dei fumi velenosi della benzina. 

 

Ma questo non fermò Lauda che dopo 42 giorni ritornò alle corse in occasione del Gran Premio di Italia a Monza dove salì sul gradino più basso del podio. Il mondiale del 1976 prese la strada di Hunt, suo acerrimo rivale, e il verdetto arrivò sul circuito del Fuji: Lauda si ritirò dopo solo due giri, invece il pilota della Mclaren riuscì a conquistare un punto, assolutamente sufficiente per laurearsi campione del mondo. 

 

Le parole di Niki Lauda per James Hunt: “Eravamo amici. Lo conoscevo dalla Formula Tre, prima di ritrovarci in Formula Uno. Le nostre strade si sono sempre incrociate. Era molto competitivo e molto veloce. Per molti aspetti eravamo simili. Avevo un grande rispetto nei suoi confronti in pista. Potevi girare a due centimetri dalle sue ruote ed essere sicuro che non avrebbe mai fatto una manovra stupida”.

 “Mi piaceva il suo modo di vivere. Ho fatto un po’ di quello che ha fatto lui. Non ero così rigido come emerge dal film, ma ero più disciplinato di lui, non avrei mai bevuto primo di una gara, di certo l’avrei fatto dopo. Ogni corsa poteva essere l’ultima. Oggi è diverso, ma allora era un momento difficile. Ogni volta che arrivavamo alla fine ed eravamo ancora vivi, festeggiavamo, facevamo festa. Erano tempi diversi. Con gli altri piloti si beveva una birra dopo la gara e ci si salutava. Non era amicizia, ma con James era diverso. James era diverso”.

Nel 1977 Lauda continuò la sua avventura nel Motosport in Ferrari, conquistando risultati pazzeschi: tre vittorie e una serie di secondi posti.

Con questa serie micidiali di piazzamenti arrivò il secondo Titolo Mondiale. Nonostante le vittorie le strade fra Lauda e Ferrari si separarono, causa rapporti ormai ai ferri corti.

L'anno successivo Niki cambiò casacca e passò alla Brabham ma non ebbe successo. In quell'anno arrivarono solamente due vittorie e nel 1979 non andò tanto meglio, anzi la situazione peggiorò causa passaggio ai propulsori Cosworth DFV.  

A quel punto Lauda decise di prendersi un periodo sabbatico dalla Formula 1 e si ritirò momentaneamente. 

 

Lauda tornò in Formula 1 nel 1982 gareggiando con la McLaren: arrivarono due vittorie, rispettivamente negli Stati Uniti e in Gran Bretagna sul circuito di Brands Hatch.

L'anno successivamente le cose non migliorarono. A questo punto la Mclaren decise di adottare un nuovo motore, il TAG Porsche TTE PO1: si trattava di un V6 turbo.

Grazie a questo nuovo propulsore Lauda, conquistando cinque vittorie e quattro secondi posti, divenne campione del mondo per la terza volta nel 1984. 

Il terzo titolo mondiale per Niki Lauda significò l'inizio della fine della sua carriera di pilota, di lì a poco arrivò anche la sua ultima vittoria nel 1985 in Olanda.

 

 

Lasciato il Circus nello stesso anno smise di essere pilota ma successivamente ricoprì il ruolo di “collaboratore esterno“, prima per la Ferrari negli anni ’90, dove fu dirigente sportivo, poi collaborò con la Jaguar nel 2001-2002, in ultimo divenne Presidente non esecutivo, dal 2012 fino alla sua morte, della Mercedes AMG Petronas. 

Pilota vincente, collaboratore valido, soprattutto con Mercedes, proprietario della Lauda Air Niki ha rappresentato l'emblema del corridore perfetto: veloce, attento agli sviluppi della monoposto e grande spalla per qualsiasi ingegnere. 

Ti ho voluto ricordare così, con le tue imprese, le tue parole e qualche piccola digressione descrittiva. 

E' difficile caratterizzare persone come te, ci vorrebbero pagine e pagine di giornale ma spero che questo piccolo regalo ti possa piacere.

 

Ciao Niki! 

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