· 

GIORNATA DELLE MEMORIA: LA CARROZZERIA CASTAGNA, UN ESEMPIO DI EROISMO

DI LAURA PIRAS


Oggi è il Giorno della Memoria e nei nostri cuori sono presenti varie emozioni: tristezza, amarezza e rabbia. Ricordiamo con post, podcast, video e iniziative di vario tipo ciò che è avvenuto nel nostro passato perché non si può dimenticare, perché ciò che è stato deve insegnarci a non commettere più questi errori, perché il mondo abbia sempre meno orrori da nascondere.

Come ben sappiamo la Formula ,1 come la conosciamo noi, ancora non esisteva, o meglio, era già nata, ma, a causa del secondo conflitto mondiale, ancora non aveva vissuto la propria genesi che avvenne nel 1950.

Mi sono sempre chiesta quale potesse essere il ruolo del Motosport in questa fase. Alcuni marchi collaborarono con i governi per distribuire gli armamenti bellici, altri invece con strategie particolari diedero un valido contributo per aiutare i più deboli, per soccorrere chi non aveva nessuna possibilità di difesa. 

Enzo Ferrari aiutò di nascosto i partigiani nella lotta alla resistenza ma non parlerò del Drake in questo mio piccolo articolo ma vi racconterò la storia di una piccola ma incredibile realtà che fece davvero la differenza: quella della Carrozzeria Castagna.

 

LA CARROZZERIA CASTAGNA: LA STORIA

 

La Carrozzeria Castagna ebbe i natali nel 1849 a Milano. Il fondatore, Carlo Castagna, acquistò la bottega Ferrari situata proprio nel capoluogo lombardo.

 

Alla fine del secolo questa piccola realtà, aiutata anche dalla collaborazione con la impresa Ottolini e Ricordi, che importava i motori Benz in terra italiana, diventò un marchio prestigioso e degno di nota.

 

Presso la Carrozzeria Castagna si servivano nomi davvero di spicco del panorama italiano fra i quali emergono la regina Margherita di Savoia e Benito Mussolini.

La società progetterà e darà alla luce un discreto numero di vetture sia per il regime fascista che per quello nazista e al via delle ostilità, del Secondo conflitto bellico mondiale, anche la Carrozzeria Castagna dovrà subire una conversione degli impianti. 

Nel 1942 la ditta verrà spostata lontano dalla città. A compiere tale operazione è il figlio di Carlo, Ercole. 

La nuova sede dell'industria sarà a Venegono Superiore in provincia di Varese. La Carrozzeria Castagna era costituita da oltre 600 operai, questo mostra quanto questa società stesse andando bene, talmente tanto che collaborerà anche con la Bugatti. 

 

 

LA CARROZZERIA CASTAGNA: IL FATTO

 

Ma cosa centra La Carrozzeria Castagna con l'olocausto e la giornata della memoria? 

Ma facciamo una piccola premessa perchè mi sembra doveroso darvi qualche altro piccolo particolare per capire meglio questo piccolo capitolo di storia automobilistica italiana.

I protagonisti di questa storia sono: Ercole Castagna, presidenze dell'azienda, Giuseppe Barni, capo officina e Giuseppe Seregni che rivestiva il ruolo di capo dell'ufficio progetti.  

Geograficamente parlando l'azienda si trovava a pochi chilometri dal confine svizzero e la produzione era dedicata esclusivamente per il regime nazista. 

 

In quella zona abitavano molti che facevano parte dell'esercito tedesco. Soldati e ufficiali che fecero molte richieste a Castagna, tra le quali quelle di apportare modifiche alle proprie vetture.  A questi modelli vennero inserite le insegne del Reich e soprattutto sottofondi e paratie segrete: scompartimenti segreti, zone decisamente adatte dove nascondere bottini, tesori e documenti importanti. 

Per correttezza di cronaca le automobili su cui fecero questi interventi erano Alfa Supersport e 2005 Coupè. 

A questo punto Castagna prese la decisione di approfittare della situazione e fecero diventare, a tutti gli effetti, gli esemplari modificati come delle autentiche scialuppe di salvataggio per gli ebrei. 

Ercole era spesso al volante mentre Seregni gli era accanto, sul sedile del passeggero. 

Nessuno dubitò mai di loro, era una copertura perfetta. 

Nessuno indagò mai su questi due uomini coraggiosi spesso erano accompagnati dai nipotini. 

La loro meta era la Svizzera, il loro scopo di copertura era il lavoro o le gite fuori porta oltre il confine. 

Lo scopo reale era quello di salvare vite umane. 

Le vetture oltretutto, prima di essere consegnate, dovevano essere testate e doveva esser fornito loro il pieno. 

E per fare questo era fondamentale per loro recarsi in Svizzera. 

Con questa strategia da imprenditori e tecnici divennero proprio degli eroi. 

Non si sa quante persone riuscirono a salvare ma anche il più piccolo degli aiuti può essere determinante. 

Come recita il scritto nel Talmud di Babilonia: “Chi salva una vita salva il mondo intero”

 

 

Scrivi commento

Commenti: 1
  • #1

    Gianni (giovedì, 27 gennaio 2022 20:54)

    Grazie, bellissimo articolo