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IL PODIO DI SATO

DI NICOLA CORINI

Il 2004 fu un anno dominato più che mai dalla Ferrari, che si aggiudicò il sesto titolo costruttori consecutivo, con la F2004 che fece incetta di vittorie e podi: ma alle sue spalle emerse con prepotenza la BAR, team inglese motorizzato Honda, classificatosi al 2° posto della Costruttori.

Come nel 2003, Jenson Button e Takuma Sato sono i piloti della scuderia guidata dal Team Principal David Richards.

 

Che questo potesse essere un weekend proficuo per il team lo si capisce già dalle prove libere, che vedono piazzarsi nelle prime posizioni prima il collaudatore Anthony Davidson e poi i due piloti titolari nelle pre qualifiche del venerdì pomeriggio e nelle libere del sabato mattina.

Nelle decisive qualifiche del sabato, Takuma si classifica al terzo posto con il tempo di 1:10:601, preceduto dalle Ferrari di Barrichello e Schumacher, a quasi quattro decimi dalla pole position. Al via della gara Sato perde una posizione, venendo superato da Fernando Alonso, il quale però si dovette ritirare al 6° giro a causa di un incidente.

Sato torna dunque in 3° posizione, ma pochi giri dopo si assiste ad un grave incidente, forse un’anticipazione della famosa telenovela Michelin che tenne banco l’anno successivo: la Williams di Ralf Schumacher finisce pesantemente contro le barriere alla parabolica, ultima curva del circuito ricavato dal celeberrimo ovale.

Ripresa la gara, Sato si ferma ai box al 27° giro, ripartendo in nona piazza, migliorata poi da una serie di sorpassi ai danni di Coulthard, Fisichella e Heidfeld. Dopo il secondo e ultimo valzer dei pit stop, Sato, approfittando della squalifica di Montoya a causa di un uso irregolare del muletto, nonché del ritiro di Button a causa di noie meccaniche, si trova al 4° posto. Ma alla 61° tornata il giapponese compie un grande sorpasso su Jarno Trulli, alfiere della Renault.

Negli ultimi 10 giri di un folle GP che vide al traguardo solo 8 vetture (con la Minardi di Baumgartner a punti), Sato controlla la situazione e al traguardo giunge in terza piazza, alle spalle delle Ferrari di Michael Schumacher e Rubens Barrichello, riportando il Sol Levante sul podio a 12 anni dall’ultima volta (nonché l’unica) di Aguri Suzuki nel 1990.

La stagione di Takuma proseguì poi con alcuni alti e bassi, con i migliori risultati che furono due 4° posti a Monza e a Suzuka. Per Sato, quello di Indy fu l’unico podio di una carriera costellata sia da troppi incidenti (specie nel 2005) che da un rendimento in generale sotto le attese, anche in considerazione del fatto che il team in cui ha corso per tre stagioni, ottenne con Jenson Button ben 12 podi, la maggior parte dei quali proprio nel 2004.

Fortunatamente però, Sato ha potuto ricavarsi uno spazio rilevante nel Motorsport proprio grazie al catino di Indianapolis, dato che vi ha vinto per due volte nella 500 Miglia: nel 2017 guidando per il Team Andretti e nel 2020 per il Rahal Letterman Racing

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