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GP DEL MESSICO: LA STORIA

DI MARCO TERRAGNI

Il Messico ha una storia particolare con la F1, una storia di andata e ritorno dal calendario che si è sviluppata in tre periodi diversi (1963-1970, 1986-1992,2015-). Un circuito che è stato spesso decisivo nell’assegnazione del mondiale, che è avvenuta per ben 5 volte. È anche il gp delle prime volte, poiché vide la prima vittoria di Honda in F1, la prima vittoria per Berger e la Benetton e il primo podio in F1 di Michael Schumacher. Il tracciato detiene il record come pista più alta del mondiale, visto che si trova a 2240 s.l.m. il quale rende molto difficile la gestione dei motori. Sito nel pieno della capitale Città del Messico, il circuito ha mantenuto nel disegno molti richiami al circuito originario e nella versione attuale misura 4304 m con la presenza di ben 17 curve e con un rettilineo principale lungo ben 1310 m! L’impianto in origine era nominato Magdalena Mixhuca, dal nome del parco in cui era situato il tracciato ma a partire dal 1972 verrà dedicato alla memoria dei fratelli Ricardo e Pedro Rodríguez velocissimi piloti di casa che però hanno avuto un destino tragico. Ricardo morì nel 1962 proprio a città del Messico nella prima gara dello stato nordamericano in F1, non valida ancora per il campionato, a seguito di uno schianto durante le prime prove libere nella curva Petraltada mentre portava al limite la sua Lotus del team di Rob Walker. Pedro perì in un tragico incidente nel 1971 sul circuito tedesco del Norisring, durante una gara del campionato Interserie mentre era al volante di una Ferrari 512 M.

 

 

Albo d'oro

 

 

Vediamo cosa dicono le statistiche del gp di Città del Messico.

Per quanto riguarda i piloti nessuno ha mai superato quote tre vittorie e abbiano a 2 successi una nutrita schiera di piloti: Jim Clark, Alain Prost, Nigel Mansell, Lewis Hamilton e Max Verstappen. Tra i politi in attività hanno conquistato podi Valtteri Bottas e Kimi Räikkonen(3),Sebastian Vettel(2)e Daniel Ricciardo(1). Per quanto riguarda le pole record per Jim Clark (4), a seguire Ayrton Senna (3) e Nigel Mansell (2); una pole anche per Hamilton, Ricciardo, Vettel e Leclerc. Record di podi complessivi con 4 detenuto da cinque piloti: Jack Brabham, Denis Hulme, Riccardo Patrese, Senna e Mansell.

Per quanto riguarda i team record di vittorie condiviso da Lotus, Mclaren, Williams e Mercedes con 3 successi mentre a quota 2 abbiamo Ferrari e Red Bull mentre guida la classifica delle pole Lotus con ben 6(!)partenze dal palo, a seguire Williams, Mclaren e Ferrari (3), Mercedes (2) ed infine Red Bull (1).

  la Ferrari bianco e blu del team NART-Ferrari nel 1964
la Ferrari bianco e blu del team NART-Ferrari nel 1964

I primi anni (1963-1970)

 

 

Dopo una gara non ufficiale svolta nel 1962 e vinta da Jim Clark il gp del Messico diventa una prova del campionato di Formula 1 a partire dal 1963, posizionandosi nella parte finale del calendario. Il tracciato era lungo 5.000 m e la prima edizione vide il dominio totale di Jim Clark su Lotus che ottenne il quarto grand chelem in carriera (pole, vittoria, giro più veloce e sempre in testa dal primo all'ultimo giro) davanti a Jack Brabham al volante del team da lui fondato e che portava il suo nome e Richie Ginther su BRM.

Ma particolarmente importanti furono le tappe del 1964,1967 e 1968 dove il Messico, ultima tappa del mondiale, assegnò il titolo.

Il 1964 vide arrivare all'ultima tappa tre piloti in lotta per il titolo: Hill(BRM,in testa al mondiale),Clark(Lotus) e Surtees(Ferrari), con il team di Maranello che si presenta così come nel precedente gp degli Stati Uniti con i colori e sotto la gestione del team NART(North American Racing Team, concessionario Ferrari negli Stati Uniti e che correva in molte gare prestigiose USA con le auto del cavallino rampante) per protesta contro la federazione internazionale che non aveva omologato la 250 LM per correre la 24 ore di Le Mans.

Al via Clark prende il comando della corsa ma il primo colpo di scena avviene al 31° giro quando Hill, terzo in quel momento, viene tamponato da Bandini (compagno di squadra di Surtees) obbligandolo il leader del mondiale ad una sosta che lo fa retrocedere nella parte bassa della classifica. Il mondiale sembrava essere finito nelle mani di Clark fino a pochi giri dalla fine quando un problema al motore gli impone di rallentare(sarà 5° sul traguardo). La vittoria verrà ereditata da Dan Gurney su Brabham mentre Bandini, che si trovava secondo cede la posizione al compagno Surtees che così conquistò il titolo mondiale, primo ed unico pilota campione del mondo su quattro e due ruote con 7 titoli mondiali nel motomondiale, 4 nella classe 500 e 3 nella classe 35. Hill è beffato dal sistema di punteggio, che impone di considerare solo i migliori sei risultati e che lo obbliga a scartare il 5° posto del Belgio, che se fosse stato conteggiato lo avrebbe proclamato campione del mondo. Inoltre Ferrari conquista il titolo costruttori, il secondo battendo all'ultima gara BRM e Lotus.

Nel 1967 vede invece la conquista del primo titolo mondiale da parte di Denis Hulme su Brabham, pilota neozelandese che aveva iniziato come meccanico nel team di "Black Jack" e a cui bastò un terzo posto dietro al caposquadra e campione in carica Brabham per aggiudicarsi il titolo nel giorno della vittoria di Jim Clark (Lotus).

La prima Vittoria Honda nel 1965
La prima Vittoria Honda nel 1965

Anche il 1968 vede il campionato deciso all'ultima tappa in un nuovo triello che vede coinvolti Hill (Lotus), Stewart (Matra)e Hulme (Mclaren). Sarà proprio il campione del mondo 1962 a spuntarla vincendo gara e titolo mentre Stewart deve rinunciare a giocarsi fino in fondo le sue carte in gara a seguito di un'incidente in prova che distrugge la sua Matra, giungendo solo 7° la domenica mentre Hulme sarà costretto al ritiro. Sul podio con Hill Bruce Mclaren con il suo team e Jack Oliver sull'altra Lotus, all'unico podio in carriera.

Da ricordare anche la tappa del 1965, che vede il primo storico successo in F1 per Honda, primo team non europeo a farcela (non contando la 500 miglia di Indianapolis, fino al 1960 valida per il mondiale di F1) con alla guida Richie Ginther che ottenne l'unico acuto in F1: fu anche la prima vittoria per Goodyear in F1. Il podio fu completato da Dan Gurney su Brabham e Mike Spence su Lotus.

Il 1970 fu l'ultima edizione per il gp del Messico, una gara che si svolse nel caos. Infatti poco prima del via il pubblico si riversò festante sulla pista, bloccando la partenza e che mise in forte difficoltà l'organizzazione. La confusione era tanta che circa 40 minuti dopo la sospensione della partenza Stewart decise di ritirarsi, temendo di mettere in pericolo la propria incolumità e quella degli spettatori. Alla fine venne convinto a ripensarci e prese regolarmente il via della corsa ma al 34° giro ebbe uno scontro con un cane che si aggirava per la pista e che lo obbligò al ritiro, per fortuna non riportando danni fisici. La gara vedrà un trionfo Ferrari che conquistò una doppietta con Jacky Ickx davanti a Clay Regazzoni mentre terzo giunse Hulme su Mclaren. Ma il caos che si ebbe prima della partenza fu il canto del cigno per il Messico, che uscì di scena dal calendario per i 16 anni successivi.

   Berger durante il gp del Messico 1986
Berger durante il gp del Messico 1986

Il primo ritorno (1986-1992)

 

Città del Messico ritornò in calendario a partire dal 1986, nelle prime due edizioni nella parte finale del campionato mentre a partire dal 1988 il Messico sarà una delle prime tappe del mondiale. Il circuito viene cambiato in alcune parti, venendo ridotto a 4421 m tagliando il lungo tratto del tornante Haplin e riprofilando la prima curva, che diviene una doppia chicane invece della precedente veloce destra. E la prima gara regalò una grossa sorpresa, perché nel pieno della lotta mondiale tra Prost, Piquet e Mansell si impose Gerard Berger, che conquistò la prima vittoria in F1 per sé e per il team Benetton che era al primo anno di attività diretta in F1. Il pilota austriaco precedette sul traguardo Prost su Mclaren e Senna su Lotus.

Da ricordare la tappa del 1989, che vede l'ultimo podio in F1 per Michele Alboreto al volante di una Tyrrell nel giorno della vittoria di Ayrton Senna davanti a Riccardo Patrese. Da ricordare il 6° posto di Gabriele Tarquini su AGS, che ottiene l’unico arrivo a punti in carriera. Prost vincerà nel 1990 su Ferrari al termine di una gara capolavoro che lo vede rimontare dal 13° fino al 1° posto, superando a nove giri dal termine il leader Senna che sarà costretto al ritiro per l'esplosione di uno pneumatico dopo aver provato a concludere la gara senza il pit. A completare il trionfo rosso sarà Nigel Mansell che giunge secondo dopo una lunga lotta con la Mclaren di Berger che supererà con un sorpasso divenuto storico all'esterno dell’austriaco nella curva simbolo del circuito, la parabolica detta Petraltada.

Le ultime due edizioni del gp del Messico vedranno altrettante doppiette della Williams, nel 1991 con Patrese davanti a Mansell mentre nel 92 avverrà il contrario. L'ultima edizione è però storica poiché vedrà il primo podio in F1 di un giovane pilota tedesco, Michael Schumacher che giungerà 3° con la sua Benetton preceduto da Patrese.

Hamilton appena uscito dalla macchina assapora la vittoria del titolo 2018
Hamilton appena uscito dalla macchina assapora la vittoria del titolo 2018

Il nuovo millennio(2015-oggi)

 

 

Nel 2015 la F1 decide di tornare sul circuito di Città del Messico. Il circuito in larga parte segue il disegno degli anni 80-90 venendo ancora leggermente ridotto, ora 4303 m, con i lavori affidati a Tilke che si concentrano nella modifica del tratto delle Esses che viene reso più veloce ma soprattutto l'importante novità è l'esclusione della famosa Petraltada, a causa di motivi di sicurezza dovuti all'assenza di spazio per introdurre una via di fuga(a pochi metri di distanza c'è la strada aperta al traffico) ma anche per sfruttare il suggestivo stadio, che era stato costruito negli anni 90 per ospitare partite di Baseball e che la F1 sfrutta, tagliando a metà la Petraltada, per avere un miglior impatto tv e di pubblico con l'ultimo settore che è ricavato all'interno di esso.

La prima gara del 2015 vede il dominio di Nico Rosberg che conquistò un hat trick(pole,vittoria,giro più veloce) davanti al compagno Lewis Hamilton, fresco tre volte campione del mondo e alla Williams di Valtteri Bottas. È una tappa sfortuna invece per Ferrari, che soffre un doppio ritiro che non avveniva dal gp d'Australia 2009(anche se in quel caso Raikkonen fu comunque qualificato per aver portato a termine il 90% della distanza di gara).

La gara del 2016 regala molte più emozionanti, nel pieno della lotta mondiale tra Hamilton e Rosberg. Il sabato la pole va all'inglese mentre il tedesco riesce a conquistare la seconda posizione solo grazie ad un colpo di reni finale. La domenica il britannico riuscirà ad imporsi raggiungendo Prost come numero di vittorie (51) mentre Rosberg che in Messico aveva il primo match point mondiale riuscirà a limitare i danni concludendo in seconda posizione. Ma la gara regalò altri grandi protagonisti sul finale, con la lotta tra Verstappen, Vettel e Ricciardo per l’ultimo gradino del podio. A 4 giri dal termine il tedesco, in grande rimonta si porta negli scarichi dell’olandese il quale commette un errore e taglia la prima curva decidendo però di non cedere la posizione a Vettel allo scopo di far avvicinare il compagno di squadra. L’australiano si porta in scia al tedesco e lo attacca a curva 4,ma Vettel respinge l’attacco cambiando però direzione in frenata, una mossa vietata dal gp del Giappone dello stesso anno. Alla fine i giudici decideranno di punire Verstappen con 5 secondi di penalità e di promuovere Vettel sul podio. Una gioia effimera per il pilota tedesco visto che verrà successivamente penalizzato di 5 secondi per la difesa su Ricciardo, che conquistò così il podio.

Il 2017 vide il successo di Max Verstappen su Red Bull davanti a Bottas su Mercedes e Raikkonen su Ferrari. La gara vede soprattutto la conquista del quarto titolo mondiale da parte di Lewis Hamilton a cui basta il 9° posto finale per avere i punti che lo laureano campione. La sua gara era stata compromessa al via proprio da un contatto con il contender mondiale Vettel(quarto al traguardo)che rovinò la gara di entrambi, con il tedesco che subì un atroce beffa dopo un sabato che lo aveva visto difendere il suo record di poleman più giovane della storia battendo il favorito Verstappen.

Il 2018 vide per la seconda volta consecutiva il successo di Max Verstappen davanti alle Ferrari di Vettel e Raikkonen ma soprattutto ancora in Messico Lewis Hamilton si conferma per la quinta volta campione del mondo grazie al quarto posto finale in una gara, in una gara estremamente complicata per il team delle tre punte, con Bottas(5°) addirittura doppiato.

L'ultima edizione del 2019 vede il trionfo di Lewis Hamilton su Mercedes che batte sul traguardo il rivale Vettel su Ferrari e il compagno Bottas, che con il terzo posto rimanda la festa mondiale di Lewis alla corsa successiva.

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