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LA F1 NEGLI STATI UNITI D'AMERICA.

DI MARCO TERRAGNI

(Il circuito di Long Beach tra 1976 e 1981)

 

A partire dal 1976 per gli Stati Uniti iniziò il periodo dei circuiti cittadini.

Il primo ad entrare in calendario fu Long Beach, nella contea di Los Angeles in California. Merito della sua introduzione fu dovuta a Christopher Pook, che riuscì ad ottenere un contratto di 6 anni con F1 e il cui sogno era fare della gara californiana la "Monaco degli Stati Uniti " ma il fine del circus era anche trovare una tappa che potesse sostituire il Glen, con le due piste che finirono però per convivere fino al 1980, ospitando gare separate tra loro. Il circuito originario era lungo 3.251 metri e si snodava nella zona sul mare della città, con la partenza proprio sulla Ocean Boulevard. La prima gara venne vinta da Clay Regazzoni su Ferrari che ottenne un gran chelem (pole, vittoria, giro più veloce e sempre in testa), ultima sua vittoria in rosso davanti al compagno Lauda e Depailler su Tyrrell.

La tappa californiana fu spesso favorevole per Ferrari che vi vinse nel 78 con Carlos Reutemann e nel 79 con Gilles Villeneuve, che ottenne anche lui un grand chelem. Per Regazzoni invece significò anche la fine della carriera nel 1980, quando al 50° giro uscì a 250 km/h sul rettilineo Shoreline a causa di un problema ai freni della sua Esign. Nello schianto colpì la Brabham di Zunino che era rimasta parcheggiata lì dopo il ritiro, causando il decollo e il successivo schianto dell'auto del pilota svizzero, che fu estratto con ritardo (22 minuti) dalla carcassa della macchina e riportò gravi lesioni che in seguito lo resero paraplegico. La gara fu vinta da Nelson Piquet su Brabham che ottenne il primo grand chelem in F1.

Altri vincitori furono Mario Andretti nel 1977, primo statunitense a vincere un gara negli USA e che portò alla vittoria la prima auto ad effetto suolo, la Lotus 78 mentre nel 1981, con Long Beach che apriva addirittura il mondiale primo cittadino da Monaco 1966 ad ospitare tale evento, si impose Jones su Williams davanti al compagno Reutemann in un weekend reso celebre anche dalla polemica che portò all'esclusione per irregolarità tecnica della Lotus 88 a doppio telaio, con Mansell e De Angelis obbligati a qualificarsi con la vecchia Lotus 81.

 

(La pista di Long Beach nel 1982)

 

La pista, già in difficoltà finanziarie per via degli alti costi di gestione, subì pesanti modifiche sia tra 1982 e 1983 dopo che già nel 1978 era stata modificata l'ubicazione della partenza da Ocean Boulevard a Shoreline Drive. Nell'82 i cambiamenti furono dovuti perché molti tratti della pista non erano più utilizzabili poiché vi erano lavori per la costruzione di nuovi edifici, con cambiamenti che riguardarono due aree: il rettilineo della Shoreline Drive che fu spezzato da una chicane e la zona delle curve Michelob, che vide diminuire il numero di curve. Nell'83 le modifiche furono più ampie, con l'aggiunta di una nuova sezione, tra curva 5 e curva 9 a modificare il tratto dell’Ocean Boulevard che venne semplificato ed accorciato a 3.275 m.

Le ultime due gare videro due trionfi Mclaren: con Niki Lauda nel 1982, primo alloro per l'austriaco al ritorno in F1 che era a digiuno da Italia 78 mentre nel 1983 vinse Watson, che compì una rimonta incredibile dal 22° posto in grigia(record in F1) e una doppietta con Niki Lauda che era partito 23°,in una gara in cui era prevista pioggia ma che si svolse sotto un sole cocente e che fu l'unica gioia stagionale per Mclaren in una stagione difficile. Il 1983 fu l'ultima edizione per la tappa di Los Angeles, che uscì dal calendario perché non in grado di fare fronte alle perdite economiche.

 

Long Beach nell’ultima edizione del 1983)

 

A partire dal 1984 gli Stati Uniti tornano così ad avere una gara titolata, che in quell'anno si svolse a Dallas in una pista ricavata attorno allo stadio del Cotton Bowl. Il tracciato lungo 3.901 m fu aspramente criticato dai piloti, per le alte velocità nonostante le 23 curve e soprattutto per le scarse misure di sicurezza, su una pista con muri di cemento estremamente pericolosi per i piloti e con la variabile rappresentata dal caldo infernale, con l'asfalto che giunse ad avere temperature oltre i 60° gradi e dentro l'abitacolo di più di 55°, con i piloti che minacciarono un boicottaggio visto le condizioni della pista, cosa poi non avvenuta. Il warm up della domenica fu annullato anche a causa di un asfalto che si stava scaldando e la gara, il cui orario di inizio era prevista alle 11 venne accorciata di 10 giri rispetto ai 78 previsti. La corsa fu vinta da Keke Rosberg su Williams oltre il tempo delle due ore regolamentari (2h01'22"617 il tempo finale di gara) scattate con un giro d'anticipo rispetto ai 68 giri previsti. Il finlandese chiuse davanti a Rene Arnoux su Ferrari e De Angelis su Lotus con il gp che è rimasto celebre per lo svenimento sul traguardo di Mansell, che fermò la propria Lotus a pochi metri dal traguardo a causa di un problema tecnico. Il Leone cercò di spingere l'auto fino al traguardo per prendere i punti del 5° posto ma svenne dopo pochi metri a causa del caldo venendo infine classificato 6°. Il 1984 rimase l'unica tappa per la città Texana, che non venne più riproposta.

(Il circuito d Dallas)

 

Il circus si accontentò di Detroit, già presente dal 1982 in calendario e che dal 1985 al 1988 fu l'unica sede del gp statunitense: lunga 4.012 metri la pista lambiva il fiume Detroit e si snodava attorno al Reinassance Center, dove ha sede la General Motor.

La prima gara disputata subì pesanti critiche da parte dei piloti, che lamentarono problemi di sicurezza dovuti alla scarsa presenza di vie di fuga e la presenza di dossi estremamente insidiosi. La gara stessa fu interrotta dopo 6 giri per le conseguenze di un'incidente che vide coinvolti Patrese e Guerrero, con la classifica finale che fu stilata per somma dei tempi terminando dopo 62 giri (invece di 70) per il raggiungimento delle due ore regolamentari e vincitore finale fu Watson su Mclaren davanti a Cheever su Ligier e Pironi su Ferrari. Nel 1983 la pista subì le uniche modifiche, eliminando il tornante di curva 5 e modificando l'entrata box. Le tappe successive videro i successi i successi di Michele Alboreto su Tyrrell (83), Nelson Piquet (84) nella tappa passata alla storia per la squalifica della Tyrrel, che si scoprì che da inizio stagione correva sottopeso e rientrando nel peso consentito attraverso un rabbocco a pochi giri dal termine della gara che inseriva nel serbatoio dell'acqua pallini di piombo per un peso di 60 kg e così risultare regolare. La FISA decise di squalificarla non solo dal gp di Detroit (dove con Brundle erano giunti 2°) ma dal resto della stagione e togliendo tutti i punti conquistati fino a quel momento, che furono poi ridistribuiti. Le tappe valide come gp degli Stati Uniti furono vinte nel 1985 da Rosberg su Williams mentre le ultime 3 edizioni andarono a Senna, nelle prime due occasioni guidando una Lotus e nel 1988 guidando la Mclaren.

Detroit uscì dal calendario dopo il 1988, nonostante un contratto valevole fino al 1991 per il rifiuto di fare gli investimenti necessari a migliorare il circuito chiesti da Ecclestone e decidendo di ospitare la Cart a partire dal 1989, mentre la F1 decise di trasferirsi a Phoenix.

(Il circuito di Detroit)

 

Proprio la città dell'Arizona ospiterà l'ultimo cittadino su cui si disputeranno gp statunitensi. La F1 vi arrivò grazie all'insistenza dell'uomo d'affari Guy Gonyea, che convinse il sindaco Terry Goddard ad allacciare rapporti con Ecclestone e a finanziare il progetto allo scopo di aumentare la visibilità internazionale della città, che firmò un contratto valevole 5 anni. La pista era lunga 3.720 m e si presentava con un disegno estremamente anonimo: costruita al centro della città, presentava ben 10 delle 13 curve con un disegno a 90° intervallati da rettilinei di lunghezza variabile. I piloti lamentarono sconnessioni nell'asfalto e l'assenza di punti di riferimento oltre a denunciare il grande caldo nella tappa del 1989(si era a giugno) mentre nelle due edizioni successive il gp fu spostato a marzo e designato ad aprire il campionato. Le tre edizioni videro tutte vittorie Mclaren, nel 1989 con Prost mentre nelle altre due occasioni con Senna. Celebre fu la tappa del 1990, che vide l'unica prima fila in F1 per la Minardi guidata da Martini (che però non bastò a segnare punti arrivando 7°), che approfitto della competitività delle sue gomme Pirelli in qualifica mentre in gara vi fu il primo podio di Jean Alesi al volante della Tyrrel, dopo aver condotto buona parte della gara e aver resistito con tenacia a Senna. Ma la tappa del 91 fu l'ultima, che venne cancellata per decisione di Ecclestone (che pagò anche una penale) che voleva reinserire il gp del Sudafrica dopo la fine dell'apartheid ma anche per la scarsa risposta del pubblico verso la gara dell'Arizona, dovuta anche alla cattiva visibilità dalle tribune del tracciato.

(Il circuito di Phoneix)

 

 

Il ritorno delle F1 negli Stati Uniti

 

 

Dopo una pausa durata nove anni gli stati Uniti ritornano nel calendario su di una vecchia conoscenza del circus, cioè il famoso circuito di Indianapolis. Ma non si corse sull'ovale ma in un circuito stradale ricavato all'interno del catino dell'indiana, nel senso di direzione opposto rispetto al tracciato originario: il circuito della F1 utilizzava dell'ovale una delle quattro sopraelevate che fungeva da ultima curva che immetteva sul rettilineo del traguardo e dei box, gli stessi utilizzati dalle categorie nordamericane mentre il resto del circuito si districa all'interno dell’impianto con molte curve lente e tortuose.

La prima gara nel 2000 vide il trionfo di Michael Schumacher su Ferrari davanti al compagno Barrichello mentre terzo giunse Frentzen su Jordan con il tedesco che approfittò del cedimento del motore di Mika Hakkinen per tornare in testa al mondiale con ancora due gare da disputare.

Il 2001 vide invece l'ultimo successo in F1 dello stesso Hakkinen, il ventesimo davanti a Schumacher e al compagno Coulthard.

Il 2002 vide invece uno degli arrivi più polemici della storia recente con Rubens Barrichello che vinse con appena undici millesimi di vantaggio sul compagno di squadra Michael Schumacher, il minore della storia della F1 con il tedesco che dopo aver dominato la corsa aspettò il compagno per fare un arrivo in parata ma il brasiliano ne approfittò per superare il tedesco sul traguardo e "riprendersi" la vittoria ceduta in Austria.

Il 2003 vide il ritorno al successo di Schumacher, una vittoria fondamentale nel proseguo del campionato poiché il tedesco ipotecò il campionato allungando a 9 punti su Raikkonen (secondo negli USA) e con Montoya che uscì dalla lotta per il campionato dopo un deludente 6° posto al termine di una gara difficile. Terzo giunse Frentzen, all'ultimo podio in F1 al volante di una Sauber.

La tappa del 2005 passò alla storia poiché a causa dei problemi delle squadre Michelin, le cui gomme non riuscivano a fare la famosa sopraelevata e furono costrette a ritirarsi per motivi di sicurezza, nonostante il tentativo di costruire una chicane provvisoria per garantire lo svolgimento della gara, ma rifiutata dai team Bridgestone. Alla fine partecipano solo i 6 team Bridgestone, tra i fischi del pubblico e con la vittoria che andò a Schumacher, l'unica in stagione davanti a Barrichello e Montero su Jordan.

Il 2007 fu l'ultimo anno del catino dell'indiana, che uscì dal calendario per problemi finanziari. La gara vide l'ennesimo capitolo della lotta tra Hamilton e Alonso con lo spagnolo, dopo un respinto attacco all'inglese a protestare contro il muretto box. Vinse Hamilton davanti ad Alonso e Massa.

(Il circuito di Indianapolis)

 

 

La F1 tornò di nuovo in calendario soltanto nel 2012, nel nuovo impianto ad Austin in Texas. Lungo 5.513 m si compone di 20 curve, il progetto è stato supervisionato da Hermann Tilke e la pista offre molti cambi di pendenza, soprattutto la salita che porta a curva 1 ed inoltre sono state inserite molte curve che richiamano altre più famose come la curva 8 di Istanbul (le curve 17 e 18) o il settore di Silverstone di Maggotts-Becketts-Chapel (il settore da curva 3 a curva 9). La gara e particolarmente apprezzata da Lewis Hamilton che qui vi ha vinto 5 volte, conquistando qui matematicamente anche 2 mondiali nel 2015 vincendo al termine di una gara dominata dall'asfalto umido e approfittando di un errore di Rosberg mentre nel 2019 gli bastò il terzo posto per consacrarsi iridato, dietro al compagno e vincitore Bottas e alla Red Bull di Max Verstappen. Successi sono stati ottenuti anche da Sebastian Vettel nel 2013 al volante di una Red Bull mentre nel 2018 Kimi Raikkonen vi conquista l'ultima vittoria, al volante di una Ferrari dopo un digiuno che durava da 114 gare(Australia 2013), tornando alla vittoria con la rossa che mancava da Belgio 09 e segnando anche un nuovo record per l’intervallo tra prima ed ultima vittoria in F1: 15 anni,6 mesi e 28 giorni.

 

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