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I CAMBIAMENTI DI ZANDVOORT

DI MARCO TERRAGNI

Dopo 36 anni di attesa la Formula 1 torna nei Paesi Bassi. Il suo ritorno è stato reso possibile grazie all'onda di passione derivata dai successi dell'idolo locale Max Verstappen, al quale però mancava una vera gara di casa nonostante i suoi oramai celebri tifosi Orange lo seguano in ogni tracciato d'Europa. Dopo aver esaminato varie opzioni, tra le quali: un circuito cittadino, la costruzione di un nuovo impianto, correre ad Assen (circuito famoso per le gare di motociclismo, di cui è detto sia "l'università delle moto") alla fine la scelta è caduta su Zandvoort, lo storico tracciato che aveva già visto lo svolgimento di tutti i precedenti gp corsi nel paese. Inizialmente previsto per il 2020 e poi cancellato a causa della pandemia di coronavirus, finalmente nel 2021 vedrà il ritorno della massima competizione automobilistica.

Albo d'oro


Come sempre iniziamo a vedere cosa ci racconta l'albo d'oro.
Tra i piloti record di successi per Jim Clark con 4 vittorie, mentre a seguire con 3 affermazioni Jackie Stewart e Niki Lauda mentre a quota 2 Alberto Ascari, Jack Brabham, James Hunt e Alain Prost. Il record assoluto di pole position appartenente a René Arnoux con 3 mentre per quanto riguarda la classifica dei podi totali ben 6 per Clark e Lauda, 5 per Stewart mentre a quota 4 Brabham e Clay Regazzoni.
Per quanto riguarda i team 8 successi per Ferrari (con anche 7 pole e 24 podi),6 per Lotus (ed anche 8 pole e 16 podi) e 3 per Mclaren (anche 1 pile e 7 podi totali). Tra i team attualmente in attività un successo a testa per Mercedes (anche 1 pole e 2 podi), Williams (e 3 podi totali) e Renault (con anche 4 pole e 2 podi)

(il circuito dalle origini al 1973. Wikipedia)
(il circuito dalle origini al 1973. Wikipedia)

Le Origini e i primi anni

 

Nata come pista cittadina in mezzo alle strade della località balneare di Zandvoort nel 1939, lo scoppio della guerra ne impedì la trasformazione in un vero e proprio circuito permanente. Al termine del conflitto venne ripresa l'idea di costruire un impianto per le gare automobilistiche ed il nuovo tracciato venne inaugurato il 7 agosto 1948 con una gara vinta dal pilota thailandese Birabongse Bhanutej Bhanubandh, un nobile di Bangkok che era terzogenito del principe Bhanurangsri Bhanubandh, figlio del re Mongkut del Siam e che nel mondo dei motori era soprannominato Prince Bira. Il circuito olandese ospiterà edizioni non valide per il campionato fino al 1951, presentandosi come "Grote prijs van Zandvoort" e vedendo in questo triennio una vittoria per Luigi Villoresi nel 1949 su Ferrari mentre nel 1950 e 1951 vinse Louis Rosier su Talbot.
A partire dal 1952 entrò definitivamente nel calendario ufficiale della F1, assumendo la denominazione ufficiale di gran premio dei Paesi Bassi(non d'Olanda come si dice erroneamente nel linguaggio comune) con la prima vittoria che andò ad Alberto Ascari su Ferrari che dominò il weekend ottenendo un grand chelem(pole, giro veloce ed in testa dal primo all'ultimo dei 90 giri previsti) mentre il team di Maranello ottenne una tripletta finale con Farina secondo e Villoresi terzo.
Il gp rimarrà in calendario fino al 1985, non venendo disputato solo nel 1954, 1956,1957.
La pista nacque con un disegno che privilegiava la velocità, con curve veloci che si snodavano tra i vari cambi di pendenza e con la difficoltà della sabbia portata in pista dal vento, trovandosi molto vicino al mare
Lungo 4.193 m la curva più famosa era la cosiddetta Tarzan(Tarzanbocht), prima curva del circuito e che era un secco tornante a destra che arriva dopo il rettilineo di partenza ed un lungo tratto fatto dai piloti in piena velocità. Erano presenti tratti, ora non più esistenti, che si affrontano ad acceleratore completamente a fondo come le due curve Hondenvlak, un velocissimo sinistra-destra e le Pulleveld e Bos In che segnava l'ingresso nel bosco allora presente in quel punto. Il circuito si mostrava tra i più veloci in calendario ma manteneva una certa pericolosità, visti gli incidenti mortali occorsi a Piers Courage nel 1970 e Roger Williamson nel 1973, entrambi periti per un incendio occorso alla propria auto dopo un'incidente in pista. Particolarmente cruento fu quello che accade allo sfortunato Courage, con i commissari che furono costretti a seppellirlo con la terra mentre le fiamme erano ancora presenti per avere ragione dell’incendio ma condannando il pilota mentre per Williamson fu fatale la scarsa preparazione dei commissari, sprovvisti di tute ignifughe e senza estintori. Solo il pilota David Purley provò a fare qualcosa e a salvarlo, ma fu tutto inutile. Il pilota perì tra le fiamme nell’auto capovolta, la gara non fu interrotta e l’auto rimase a bordo pista fino al termine della corsa, coperta solo da un telo bianco. 

(Il circuito con le modifiche nel 1973 alla Panoramabocht e nel 1980 alla Hondenvlak. Wikipedia)
(Il circuito con le modifiche nel 1973 alla Panoramabocht e nel 1980 alla Hondenvlak. Wikipedia)

Le modifiche dopo il 1973 e il declino

 

 

Proprio nel 1973 la pista era stata modificata poiché il circuito stava diventando troppo veloce per le auto moderne ed inoltre rimaneva estremamente carente dal punto di vista della sicurezza non avendo barriere o guard rial, ma solo una recinzione in rete metallica per separarlo dai tifosi.
All'inizio i proprietari non erano intenzionati a fare simili interventi ma a seguito delle pressioni della GPDA(il sindacato dei piloti) nel febbraio 1973 il circus cedette e iniziarono i lavori do ammodernamento con la costruzione di barriere di sicurezza attorno alla pista, la creazione di nuovi box e soprattutto venne creata dopo la veloce destra Tunnel Oost la chicane Panoramabocht proprio per rallentare le macchine. Questo nuovo tratto prese il posto delle curve Pulleveld e Bos in, diventando la penultima curva della pista che arrivò a misurare 4.226 m. Ma non bastava e nel 1979 venne decisa un altra importante modifica con la realizzazione di una chicane temporanea alla curva Hondenvlak, proposta che rimase solo per un anno visto che le macchine non rallentano molto in quel punto perciò nel 1980 venne introdotta la definitiva chicane la quale allungava di alcuni metri la pista, la quale ora misurava 4.252 m. Ma il vero avversario per il futuro di Zandvoort non veniva dalle problematiche riguardanti l'impianto, ma dal rumore delle auto che disturbava i residenti vicini e soprattutto i progetti residenziali per la zona. Nonostante gli effetti benefici che portava il circuito portava alla cittadina, nel 1985 si disputò l’ultima edizione di un gp dei Paesi Bassi che vide l’ultima vittoria in carriera per Niki Lauda, davanti al compagno Prost e alla Lotus di Ayrton Senna e successivamente il circuito venne abbandonato da Fortuna 1 e cadde in disuso dopo il 1989, con metà dei terreni in possesso del circuito che venne venduta ad una società alberghiera. Ed il tracciato?
Venne proposto il riposizionamento del circuito spostando di circa 400 metri il tratto di pista più vicino agli edifici residenziali mentre in realtà il nuovo proprietario dei terreni decideva di costruire in larghi parti del tratto veloce di Zandvoort. La vecchia pista veniva drasticamente accorciata, con la creazione di un nuovo layout dopo la Hugenholtzbocht, dove venne aggiunto un tornante a destra che poi continua alle due sinistre "Audi" che poi portava sul traguardo con l'ultima curva creata ex novo chiamata Arie Luyendijkbocht. La lunghezza di questa versione era di 2.526 m.

(La versione corta di Zandvoort. Wikipedia)
(La versione corta di Zandvoort. Wikipedia)

Il ritorno

 

 

Dopo 9 anni di una lunga battaglia legale venne deciso di ricostruire parti del dismesso circuito di Zandvoort, che venne inaugurato nel 1999. Il nuovo progetto riportò in auge la prima metà del vecchio circuito, dalla Tarzan alla Schevlak fino quasi alla chicane Hondenvlak dove il nuovo circuito svolta a destra per ricongiungersi poi alla pista corta con il tratto veloce di Vodafoneboch che porta alle curve Audi. Il nuovo tracciato misura 4.307 m ma perdeva il suo tratto distintivo di circuito veloce per diventare una pista di medio-alto carico, paradossalmente più lunga rispetto alla versione precedente. Nonostante il nuovo tracciato, Zandvoort non ospitava più le grandi categorie del motorsport dovuto alle problematiche riguardanti il rumore delle auto che impedisce di svolgere un numero elevato di appuntamenti, ospitando il DTM, il WTCC e la Formula 3. Il circuito si dimostra ostico per i sorpassi a causa dello sporco in pista e soprattutto per il suo avere una sede stradale stretta ed un disegno che non prevede punti di attacco facili. Sembrava remota la possibilità di rivedere correre la F1 fino a quando, sull’onda della popolarità dell’idolo olandese Max Verstappen, la Formula 1 decise di tornare. Ma la pista aveva bisogno di alcune modifiche sia per adeguare gli standard di sicurezza sia per migliorare la pista. I lavori vennero affidati all’italiana DROMO che si concentrò non su modifiche alla pista, che rimane uguale, ma nel rimodulare le curve con il banking in particolare all’ultima curva Botch che diventa una sopraelevata con un grado di pendenza di 19 °.

(Il circuito attuale sottolineato in nero, messo a confronto con il vecchio layout)
(Il circuito attuale sottolineato in nero, messo a confronto con il vecchio layout)

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