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LA FORMULA 1 E I TENTATIVI DI IERI E DI OGGI NEL CREARE UNA "SUPERLEGA"

DI MARCO TERRAGNI

Negli ultimi giorni il dibattito sportivo è stato concentrato attorno al progetto Superlega, che vedeva coinvolti 12 tra i club più importanti d'Europa che hanno provato a creare un torneo separato dalla Champions League della UEFA, tentativo che sembra per ora fallito a seguito dell'intervento dei governi nazionali.

Si sono rincorsi i paragoni con altri sport, come il basket e il modello Eurolega. Ma le scissioni nello sport sono frequenti anche nei motori. Vedi la disputa tra Cart e Indycar, con la seconda nata nel 1996 a causa della protesta del proprietario di Indianapolis Tony George, che vedeva con preoccupazione l'aumento di costi della CART, la sua eccessiva internazionalizzazione e ponendosi l'obbiettivo di ricreare una serie secondo i valori del motorsport americano, cioè composta unicamente da ovali. Cosi per molti anni negli USA si hanno avuti 2 campionati.

Dopo un inizio difficile, con la prima stagione nel 1996 che vide solo 3 tappe, di cui una era la 500 miglia dell'indiana, la serie è cresciuta fino ad inglobare nel 2009 la ChampCar,successore della CART.

Ma anche in Formula 1 si è spesso parlato di una serie alternativa.

Tra il 1979 e il 1982 vi è stata una vera e propria guerra tra la FISA(Federazione Internazionale Sport Automobilistico) supportata dai team costruttori anche detti "legalisti" cioè Ferrari, Renault, Alfa Romeo, Osella e Toleman che si confrontò contro la FOCA in cui vi erano uniti i garagisti inglesi capeggiati da Ecclestone. Obiettivo della FOCA era sia impedire l'arrivo dei turbo(troppo costoso lo sviluppo per i telaisti inglesi, che usavano il V8 Cosworth) sia la messa al bando delle minigonne, fortemente osteggiate da Ferrari. La lotta produsse due gare non valide per il mondiale a cui parteciparono solo i team FOCA, cioè il gran premio di Spagna 1980 e il gran premio del Sudafrica 1981. Il secondo in particolare fu il punto in cui la Formula 1 rischiò la scissione definitiva, visto che fu organizzato interamente dalla FOCA con un regolamento diverso rispetto a quello della FISA. La gara doveva essere la prima tappa di un nuovo campionato ma si rivelò un mezzo fiasco, sia per la tiepida reazione del pubblico che per difficoltà organizzative con i fornitori soprattutto dei pneumatici mentre la FISA minacciò i circuiti che sarebbero entrati nel nuovo campionato ribelle. Ci si rese conto che a nessuno conveniva la divisione, Enzo Ferrari fece da mediatore e il 5 marzo 1981 fu firmato il primo Patto della Concordia a Parigi, che assegnava alla FISA la stipula dei regolamenti sportivi mentre alla FOCA le questioni finanziarie e la gestione dei diritti televisivi, ultimo punto che farà in futuro di Bernie Ecclestone il "padrino" della F1 con il Patto della Concordia che diverrà l'architrave che reggerà la Formula 1 e i suoi principali attori. Inoltre impone ai team firmatari di rimanere nella categoria fino alla fine del contratto.

 

Ma anche negli anni 2000 si è stato vicino alla creazione di una serie separatista, anche se più che una possibilità concreta fu una minaccia utilizzata per rinegoziare condizioni migliori per le scuderie coinvolte.

L'ultimo tentativo avvenne nel 2009, nel quadro delle trattative per il rinnovo del patto della concordia causa dei costi sempre più elevati e della crisi economica, il presidente FIA  Max Mosley ne approfittò per proporre varie riforme,ma soprattutto un budget cup di circa 40-50 milioni di euro allo scopo di attrarre nuovi team,ridurre i costi e garantire una maggiore competitività.

La proposta incontrò l'ostilità dei costruttori riuniti nella FOTA,guidata dal presidente della Ferrari Montezemolo che minacciarono di non iscriversi al campionato se il regolamento 2009 non fosse stato mantenuto, tranne nelle modifiche proposte dalla FOTA.

Nonostante le tensioni il 29 maggio i team della Fota si iscrissero con riserva al Mondiale 2010 tranne Williams, seguita poi da Force India che si iscrivono senza riserve e per questo verranno sospese dall’associazione dei team.

Le trattative per giungere ad un'accordo definitivo continuarono ma la situazione precipitò definitivamente il 19 giugno, dopo che la FIA si era posta su posizione di intransigenza dichiarando che le regole in materia economica non sarebbero cambiate e che si sarebbe potuto trattare solo con i team iscritti in modo definitivo al campionato. La FOTA rifiutò e dichiara che avrebbe creato un nuovo campionato a partite dal 2010. La situazione era di estrema incertezza, i piloti dichiararono che avrebbero seguito i team nel nuovo campionato mentre la Mosley minacciò di ritirare la licenza a quei circuiti che ospitassero il nuovo campionato separatista.

Ma la minaccia di scissione era solo una leva estrema per riportare la FIA al tavolo delle trattative ed infatti pochi giorni dopo si arrivò ad un'accordo tra le parti in guerra: venne mantenuto il regolamento 2010 e Mosley annunciò che non si sarebbe ricandidato alla guida della federazione. Il trattato di pace è il rinnovo del patto della Concordia, con validità al 2012. Sarà successivamente rinnovato nel 2013 e nel 2020,e l'attuale scadrà nel 2025.

La FIA perde la lotta e molto del suo potere, con il regolamento F1 sempre più nelle mani della governance della F1 e dei costruttori, veri vincitori della partita.

L'obiettivo della FOTA non era costruire un campionato alternativo, ma fare della F1 il proprio campionato.

Arrivati nel 2021 si può dire infatti che la F1 sia essa stessa una lega chiusa, che non vuole accettare nuovi team per mantenere lo status quo di equilibrio difficilmente raggiunto negli anni.

In particolare il regolamento impone una tassa di 240 milioni per eventuali nuove entrate, la cui unica (se non si considera i tre team entrati nel 2010 con il nuovo regolamento) novità come costruttore senza acquistare  le strutture di un altro team è stato Haas nel 2016. Infatti le scuderia non vogliono vedere nuovi team, per evitare di dover dividere la torta dei diritti tv con altri visto che il regolamento impone che solo i 10 team meglio classificati possano accedervi.

Un altro punto sono i costi da sostenere per costruire auto competitive che sono estremamente elevati, a misura di costruttore come testimonia l'introduzione dei motori ibridi nella speranza di attirare nuove case con una tecnologia che solo esse potevano permettersi. I costruttori sono la classe portante della disciplina senza il cui appoggio è impossibile introdurre novità, e per questo i team indipendenti sono obbligati se vogliono vincere ad appoggiarsi ad un forte costruttore(vedi Mclaren e Red Bull con Honda).                   

 

Un ultimo punto da considerare è che i team hanno una forte influenza sulle modifiche regolamentari, che vengono interpellati e contribuiscono nelle decisioni per introdurre nuovi regolamenti con una FIA totalmente subordinata al volere di scuderia FOM. Un potere che però è messo in discussione dalla governance della F1 con i proprietari di Liberty Media che cercano sempre più di imporre la propria visione sul futuro della F1. Proprio i proprietari americani dopo una lunga lotta sono riusciti a far passare una delle più grandi novità regolamentari per la F1,una proposta che aveva quasi provocato la scissione del 2009 cioè l'introduzione di un budget cup a partire dal 2022.

 

Nei prossimi anni si vedrà se il potere rimarrà saldamente nella mani dei team oppure sarà la FOM a prendere le redini ed imporre le decisioni, una lotta che forse farà tornare ad alcuni sogni di campionato alternativi

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