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FOCUS: HONDA, TUTTO IN SEI MESI

DI LAURA PIRAS

Quando Honda annunciò lo scorso ottobre che la stagione 2021 sarebbe stata l'ultima in Formula 1, a seguito di un cambiamento negli obiettivi aziendali, il motosport subì un duro colpo. Un fornitore così importante di Pu che decide di abbandonare la baracca può essere un brutto segnale che il circus della Formula 1 deve tener conto se vuole continuare a divertire gli appassionati di tutto il mondo. Tuttavia la casa nipponica vuole tenere fede ai suoi impegni, serietà e onestà che sono venute fuori, tenendo conto della perfomances complessiva della Red Bull in Bahrain durante il Gran Premio di apertura. 

 

La Honda, tornando in Formula 1 con la McLaren nel 2015, ha avuto chiare difficoltà, difficoltà che hanno provato a superare quando si sono uniti alla Toro Rosso nel 2018, prima di approdare in Red Bull l'anno successivo. Il propulsore dello scorso anno è stato il migliore sino adesso, con una potenza decisamente aumentata che li ha portati secondi nella gerarchia dietro la Mercedes.

 

Il dipartimento tecnico della Honda credeva che il design avesse raggiunto il suo limite ma, nonostante la decisione di lasciare la F1 alla fine della stagione di quest'anno, è riuscita a portare una nuova struttura della Power Unit, prevista in realtà per il 2022, per il 2021. Mossa molto coraggiosa! Chissà se verrano ripagati?

 

I tecnici della Honda hanno lavorato strenuamente anche perchè avevano a disposizione solo sei mesi per costruire e preparare in tempo il motore. Una vera e propria lotta contro il tempo! Beh in Formula 1 si lotta proprio contro il tempo, cercando di limare ogni secondo. Per noi sono inezie, per chi lavora in Formula 1 no, ogni secondo è un attimo di eternità.

 

Yasuaki Asaki, capo della ricerca e sviluppo della Honda in F1, ha affermato che la squadra aveva passato in rassegna, negli ultimi due anni, "il vecchio motore per capire dove erano i suoi limiti", e solo agli inizi dell'ottobre scorso hanno cominciato a lavorarci attivamente. 

 

Naturalmente, la Red Bull aveva parecchia fretta ma la Honda confermò che per avere un motore degno di nota si era necessaria questa sfida, soprattutto se aspiravano a sfidare la Mercedes.

 

"Abbiamo spiegato che con la precedente PU non saremmo stati in grado di battere la Mercedes, e che avremmo avuto bisogno della nuova PU per farlo", ha detto Asaki. "Per vincere dovevamo implementare la nuova PU, e quindi abbiamo iniziato a lavorarci".

 

Negli ultimi anni, il team di F1 della Honda ha intensificato la sua collaborazione con i reparti in altre parti dell'azienda, come con Honda Jet sulla MGU-H, che in passato era un componente problematico per il produttore giapponese. E questa volta hanno fatto proprio questo, per assicurarsi di poter girare le parti abbastanza velocemente.

 

"Con l'aiuto di Honda Motor abbiamo avuto qualche input sui metodi di produzione, siamo stati in grado di produrre alcune parti con una velocità tre volte superiore a quella che avremmo normalmente e siamo stati in grado di ottenere le unità necessarie per la prima gara" disse Asaki.

 

Il fatto che la Honda sia riuscita a compiere la fatidica impresa, a portare il motore alla prova in Bahrain in tempo e a farlo funzionare in modo affidabile, testimonia la determinazione della casa nipponica e il rifiuto di accettare la sconfitta dei propri dipendenti. Un chiaro atteggiamento giapponese, una prova di orgoglio forte ed unica. 

 

"Cambiare la struttura della PU con soli sei mesi prima del test e del primo round è una cosa incredibilmente impegnativa da fare", ha detto Asaki. “Ma grazie al duro lavoro che tutti hanno svolto insieme, siamo stati in grado di portare a termine il lavoro di sviluppo, abbiamo corso bene nei test e siamo stati in grado di prepararci per il primo round. Quindi, se tutto va bene, pensiamo che questo potrà contribuire alle capacità della Red Bull. Ed è anche un segno del risultato tecnologico quasi miracoloso che siamo in grado di raggiungere ".

 

Per battere la Mercedes, la Honda aveva soprattutto bisogno di generare più potenza. Per farlo i tecnici giapponesi hanno dovuto modificare il motore, cambiando il layout dell'albero a camme, rendendolo più compatto e spostandolo più in basso in modo che sia più vicino al suolo, cambiando anche l'angolo della valvola.

 

Ciò ha permesso a Honda di rivisitare e migliorare gli ambienti della camera di combustione, nel tentativo di migliorarne l'efficienza, abbassando inoltre il baricentro del motore a combustione interna (ICE). "Abbiamo cambiato il passo del foro riducendo la distanza tra un alesaggio e l'altro, quindi abbiamo reso il motore stesso sempre più corto", ha detto Asaki.

 

Tutto ciò significa che il motore di quest'anno è più piccolo, più compatto e sembrerebbe anche più efficiente, a livello di dimensione è notevolmente più piccolo del famoso motore definito "taglia zero" che hanno introdotto ai tempi della partnership con la McLaren.

 

"Abbiamo avuto molta collaborazione dalla Red Bull, assicurandoci di poter ottenere il massimo da questo nuovo motore compatto", ha aggiunto Asaki. "Questa è la prima volta che siamo arrivati al punto di cambiare la struttura della PU stessa".

 

La Honda è ben consapevole di avere solo questa possibilità di far vedere tutta la sua forza prima di abbandonare la Formula 1. Inoltre, seguendo e basandosi sulle loro simulazioni e sui dati in loro possesso, se dovessero riuscire nell'obiettivo di vincere il mondiale, proverebbero al mondo che è perfettamente possibile revisionare un propulsore in poco tempo e raggiungere un'apice incredibile. 

 

"Abbiamo solo un anno rimasto, quindi dobbiamo essere in grado di ottenere miglioramenti da questo subito", ha detto Asaki. “Il nostro obiettivo è battere la Mercedes. L'anno scorso, proprio mentre pensavamo di avvicinarci a loro, hanno mostrato un ulteriore miglioramento. Quindi, guardando indietro a ciò che abbiamo imparato finora, ci siamo posti obiettivi ancora più alti per noi stessi e se i loro miglioramenti rientrano in ciò che pensavamo fosse, allora credo che abbiamo la capacità di competere con loro ".

 

Sulla base delle prestazioni viste in Bahrain, che è una pista decisamente sensibile per il motore, la Pu della Honda ha fatto un enorme passo avanti. Per la prima volta nell'era del turbo ibrido in pista, la Red Bull è stata davvero competitiva sul giro secco, con Max Verstappen che ha conquistato una sensazionale pole position con un distacco di 0,4 secondi da Lewis Hamilton. In gara, nonostante la vittoria sfumata in un modo parecchio discutibile, il propulsore ha lanciato segnali molto positivi.

 

La potenza c'è, adesso bisogna migliorare sicuramente l'affidabilità. Certamente si sono fatti passi avanti in tal senso, il motore sembra robusto e sembra anche all'altezza della situazione. Ha corso senza particolari problemi durante il fine settimana di gara e durante i test pre-stagionali. 

 

"Prima di tutto penso che il fatto che i nostri ingegneri siano cresciuti molto da allora è un fattore importante in questo", ha detto Asaki parlando della loro impressionante affidabilità. "Siamo stati anche in grado di costruire sistemi utilizzando monocilindrici e altri metodi per assicurarci che quando stiamo facendo un grande cambiamento come questo, prima di tutto non ci siano problemi prima di portarlo avanti. Penso che il fatto che abbiamo avuto difficoltà in passato abbia contribuito alla crescita dimostrata dai nostri ingegneri ".

 

Ovviamente queste sono sensazioni dettate da ciò che è successo in questa prima gara del mondiale, mancano ancora 22 gran premi e la casa giapponese dovrà confermare tutta la bontà del duro lavoro attuato sino adesso. I primi segnali sono incoraggianti e molto positivi. Ciò che la Honda ha ottenuto è, come ha detto Asaki, miracoloso.

 

Sicuramente i ragazzi giapponesi possono sentirsi orgogliosi di produrre un motore che ora è un vero concorrente vincente in gara al ritmo puro. Se riusciranno a mantenere tutto il pacchetto affidabile e massimizzare il potenziale della Pu, la Red Bull potrà sfoderare tutto il suo potenziale. 

Da una parte un motore nuovo e performante unito al telaio che la RB16B ha a disposizione, dall'altra una line-up fortissima, costituita da Max Verstappen e Sergio Perez: la sfida è lanciata! 

Chissà se la Mercedes sarà detronizzata? 

 

 

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