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STORIA DELLA HONDA IN FORMULA 1

di Laura Piras

 

Il rapporto fra la Honda e la Formula 1 non è mai stato idilliaco e duraturo nel tempo, anzi, tutto può essere immaginato come una storia d'amore travagliata, fatta di tira e molla e oggi, ahimè, c'è stata l'ennesima rottura. Non voglio tanto analizzare la situazione del presente ma portare alla conoscenza di tutti ciò che la Honda ha significato per questo sport. 

 

IL DEBUTTO IN FORMULA 1 E GLI INIZI

L'Honda fece il suo debutto in formula 1 nel lontano 1964, precisamente il 2 agosto 1964, in occasione del Gran Premio di Germania, con il pilota americano Ronnie Bukcnum. La presentazione della squadra e della vettura, la RA271, avvenne però l'anno prima, nel 1963.

Quale fu il dettaglio tanto interessante di questo progetto? La particolarità della RA271 fu che la monoposto nipponica, come quelle della Ferrari e della Williams, consisteva di un prodotto interamente costruito in casa. 

Tecnicamente la RA271 aveva in dotazione un motore V12 da 1,5 litri montato trasversalmente. 

In termini di risultati in pista, la prima vittoria avvenne nel 1965 quando il pilota Richie Ginther vinse il Gran Premio del Messico.

L'esperienza della Honda in Formula 1 si interruppe nel 1968, davvero molto presto, anno che vide il debutto in pista della RA302, vettura equipaggiata da un 8 cilindri. 

 

 La squadra del Sol Levante decise di allontanarsi dalla F1 proprio nel 1968 a causa della morte di Jo Schlesser avvenuta durante il Gran Premio di Francia.

La morte del pilota causò decisamente una profonda crisi della squadra ma non fu solo questo il motivo per l'improvvisa dipartita dal circus della Formula 1. 

Oltre alla tragica morte di uno dei piloti si aggiunse anche una grave recessione economica, prodotta da un collasso delle vendite nel mercato statunitense. Ritorniamo però alla RA302 e a quel terribile gran premio. 

La R302 venne costruita con il volere di Soichiro Honda, imprenditore, fondatore e primo presidente dell'omonima squadra. Soichiro ebbe l'idea di produrre una vettura per la Formula 1 dotata di un motore raffreddato ad aria e di un telaio in magnesio.

Il veicolo venne iscritto solo ad una gara e alla guida si ritrovò Jo Schlesser che partecipò proprio al Gran Premio di casa. Schlesser stava percorrendo il secondo giro quando fu protagonista di un bruttissimo incidente, la RA302 si schiantò contro i bordi della pista e prese subito fuoco, alimentato dal magnesio inserito nel telaio. Il pilota purtroppo non ebbe scampo

 

 

GLI ANNI 80

Dobbiamo aspettare 15 anni per rivedere in formula 1 l'Honda, che tornò in una nuova veste, quella di motorista, abbandonando definitivamente l'idea di costruire totalmente un team tutto suo.

Economicamente fu una scelta decisamente migliore, sappiamo tutti che avere una propria squadra comporta un ingente dispendio di soldi, veramente non indifferente. 

La Honda strinse una partnership con un team minore, la Spirit che corse in Formula 1 per poco tempo, dal 1983 al 1985 squadra che oltretutto non ottenne neanche un punto in quegli anni. 

I giapponesi decisero di fare il grande salto cercando di collaborare con squadre di tutto rispetto come Lotus, McLaren, Tyrrell e Williams, nomi che davvero hanno fatto la storia di questo sport. 

Grazie a questi sodalizi il bottino di vittorie per l'azienda nipponica crebbe sempre di più, il palmarès raggiunse numeri significativi: 6 titoli Costruttori e 5 Piloti. 

Su tutte le vetture equipaggiate dal motore Honda spicca la Mclaren MP4/4, una delle monoposto più forti e incredibili di tutta la storia della Formula 1, a bordo della quale due piloti eccezionali come Alain Prost e il compianto Ayrton Senna si sfidarono ad un duello all'ultimo sangue per la vittoria del mondiale. Il pilota brasiliano ebbe la meglio proprio all'ultima gara e si consacrò campione del mondo di Formula 1 nel 1988.

Mclaren Honda mp4/4
Mclaren Honda mp4/4

GLI ANNI 90

Durante gli anni 90 ci furono veramente pochi successi e tante rotture. 

Il fulcro di tutto fu la Mugen, costruttore motoristico nipponico eretto nel 1973 da Hirotoshi Honda, figlio del fondatore della Honda Motor Company.

La Mugen, come fornitore di motore per alcuni team, portò a casa 4 vittorie, davvero un numero misero. 

Nel dettaglio le vittorie furono: una per Damon Hill su Jordan a Spa nel 1998, due per Heinz-Harald Frentzen nel 1999 a Magny-Cours e Monza sempre su Jordan e una per Olivier Panis, pilota della Ligier, a Montecarlo nel 1996, gran premio davvero pazzo e unico nel suo genere. 

La parentesi della Mugen terminò nel 2000. 

 

GLI ANNI 2000

Entriamo sempre di più nel vivo della storia più recente di questo sport, forse questo è un periodo che bene o male conosciamo meglio. 

Durante gli anni 2000 fu fondata la BAR, British American Racing, squadra che ottenne il secondo posto nel titolo costruttore nel 2004. Fiutando l'affare Honda decise di acquisire parte delle azioni nel 2005 e poco più tardi l'azienda motoristica giapponese comprò l'intero team. 

Honda puntava ad ottenere il massimo da questo ingente investimento, ma le vittorie non arrivarono mai. 

La scarsità di traguardi raggiunti unita ad una crisi economica senza precedente nel 2008 portò la casa giapponese ad abbandonare nuovamente la Formula 1. 

 

La dirigenza Brawn decise di acquistare l'intero pacchetto e fece davvero un bel colpaccio. 

Nasce il 6 marzo 2009 la Brawn che riuscì a trionfare infatti con una macchina che era stata già bella che progettata, vettura guidata da Jenson Button, pilota inglese, e Rubens Barrichello che aveva già collaborato con Ross Brawn in Ferrari. A vincere il mondiale come pilota fu però Jenson Button

 

Brawn Gp
Brawn Gp

DAL 2015 AL 2021: STORIA RECENTE

Nel 2015 Honda fece il ritorno in Formula 1 come fornitore di power unit e tornò a collaborare con la Mclaren. Insieme vogliono tornare al successo ma questo proposito non si tramutò mai in fatti, anzi il matrimonio motoristico non portò i tanto frutti desiderati. I motori Honda si rivelarono non all'altezza della situazione, sembravano quasi spompati e mancanti di potenza. Famoso fu il team Radio di Fernando Alonso a tal proposito: " GP2 Engine". 

Il divorzio fu inevitabile. 

A questo punto il marchio nipponico strinse un'alleanza con la Toro Rosso, l'attuale Alpha Tauri e la Red Bull. 

Con l'Alpha Tauri l'Honda ha ottenuto il suo ultimo successo nel Gran Premio di Italia di quest'anno dove a vincere è stato il pilota francese Pierre Gasly. 

Con la Red Bull le vittorie non sono state poche e agli occhi degli appassionati sembrava un matrimonio indissolubile e inscindibile e invece, amaramente, ci sbagliavamo. 

La Red Bull dovrà sicuramente rimboccarsi le maniche per trovare al più presto un nuovo fornitore di Pu. 

Il 2022 si sta avvicinando e bisogna farsi trovare pronti di fronte a questa nuova era della Formula 1. 

Per quanto riguarda Honda non sappiamo bene quali saranno i piani per il futuro, forse potrà approdare in Formula E dove i marchi asiatici si stanno comportando bene. 

 

 


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