Sembra passata un'era geologica da quel 21 luglio di 18 anni fa.
Era estate, faceva un caldo infernale, avevo appena finito di mangiare quando mi misi davanti la tv a vedere il Gran Premio di Francia.
Come al solito indossai la maglietta rossa di Schumacher e cominciai a fare il conto alla rovescia.
Sapevo che sarebbe stato un bel gran premio ma non sapevo che quel giorno il mio Schumy avrebbe fatto la storia della Formula 1.
Ero serena perchè comunque avevamo il mondiale in tasca ma dentro di me c'era sempre quell'ansia pre gara che mi portavo sempre dietro.
Dopo tanti anni ho ancora quella tensione, tensione che non passa.
Credo, in fin dei conti, che non passerà mai!
Non pensavo di poter festeggiare con largo anticipo ma il destino decise che quello doveva essere IL GIORNO.
Michael vinse gara e mondiale, il quinto, eguagliando Juan Manuel Fangio.
Mai nessuno, in Formula 1, vinse il mondiale così velocemente.
Festeggiai, piansi e gridai con tutta me stessa!
Il mio Schumy era appena diventato leggenda, io tifavo per una leggenda e mi resi conto di far parte anche io, come tifosa, di quella leggenda.
Fu un giorno indimenticabile per me!
"Quando sono passato sotto la bandiera a scacchi ho sentito un’esplosione di emozioni perché ho realizzato quanto significa questo successo per me e quanto amo questo sport. Tutti i titoli sono speciali per me, ognuno in maniera diversa, così come le vittorie: non ci si abitua mai", il commento del tedesco a fine gara.
Schumy non ti dimenticherò mai!
Grazie a te mi sono avvicinata a questo sport!
Grazie grazie grazie!
Laura Piras
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